Impianto dentale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: Markup immagini (v. richiesta)
Riga 1:
{{Disclaimer|medico}}
[[File:Implant-xray-gif.gif|right|thumb|280pxupright=1.3|Impianto inserito in sede con abutment temporaneo di guarigione]]
L''''impianto dentale''' è un dispositivo medico di tipo [[chirurgia|chirurgico]] utilizzato per riabilitare funzionalmente ed esteticamente la perdita o la mancanza congenita di uno o più [[denti]], permettendo il sostegno di un [[protesi dentaria|sostituto protesico]] tramite il supporto diretto dell'[[osso]] ([[osteointegrazione]])<ref name= Bedini>{{cita pubblicazione|autore=Bedini R|coautori=''et al'' |data= 23 dicembre 2009|titolo= Protocollo preliminare di analisi microtomografica in vitro dell’interfaccia osso-impianto dentale|rivista=Rapporti ISTISAN |editore=Istituto Superiore di Sanità |volume= 9|numero=39|pagine= |id= |doi=|url=http://www.iss.it/binary/publ/cont/09_39_web.pdf|lingua= |accesso= 12 dicembre 2013|abstract= |cid=}}</ref>. Il tipo più comunemente utilizzato è formato da una o più sezioni, di forma usualmente variabile tra cilindrica e tronco conica, ed è fornito spesso nella sua parte endossea di spire o altri elementi di ritenzione accessori. Può essere utilizzato per il supporto di [[Capsula (odontoiatria)|corone protesiche]] singole, ponti, fino ad arcate complete. Il materiale più frequentemente utilizzato è il [[titanio]] nella sua forma pura.
 
Riga 8:
Prima della scoperta dei fondamenti dell'[[osteointegrazione]] da parte della scuola svedese, i tentativi di riabilitare protesicamente la dentatura tramite il supporto delle basi ossee si affidavano alla forma tridimensionale della sezione endossea per cercare di ottenere una adeguata stabilità alle sollecitazioni funzionali. Vennero quindi creati gli impianti subperiostei, a lama, ad ancora, ad aghi, a disco, e numerose altre tipologie, alla continua ricerca del sistema di ancoraggio meccanico più efficace. Al giorno d'oggi la forma universalmente adottata è quella cilindrica o cilindro-conica, ad imitazione della radice dei denti naturali, e la resistenza alle sollecitazioni funzionali viene fornita dal corretto processo di osteointegrazione, ottenuto grazie alla combinazione tra stabilità primaria, procedure chirurgiche rigorose, adeguata progettazione e realizzazione protesica, e corretta gestione dei tessuti post-intervento<ref name= Bedini></ref>. Le forme alternative sono state pressoché abbandonate, anche se in presenza di marcato deficit di osso può ancora trovare indicazione il tipo subperiosteo, formato da un'intelaiatura che appoggia sull'osso opportunamente preparato, metodica comunque complessa e non esente da problematiche serie<ref>{{cita pubblicazione|autore=Barrero C|coautori= Border MB, Bencharit S|data= 2011|titolo= Fabrication of a maxillary implant retained overdenture using an existing subperiostal implant: a clinical report|rivista=Open Dent J |editore=Bentham Science Publishers |volume= 5|numero=|pagine= 122-125|id= PMID 21804901 {{PMCID|3145260}} |doi=10.2174/1874210601105010122 |url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>.
 
[[File:Implant parts.jpg|left|thumb|300pxupright=1.4|Elementi tipici di un impianto dentale: vite endossea (impianto propriamente detto o fixture, a sinistra) e moncone transmucoso ([[abutment]], a destra) con vite di fissazione. Analoghi da esercitazione.]]
L'impianto più comunemente utilizzato è quindi composto da una parte endossea, chiamata '''fixture''', solitamente cilindrica o tronco-conica (o una combinazione di queste forme), filettata e dotata di altre ritenzioni accessorie, come fori e scanalature, per aumentare la superficie di contatto con il tessuto osseo. Per fornire ulteriore ritenzione, le superfici vengono trattate per ottenere una rugosità a scala micrometrica e - più recentemente - nanometrica<ref>{{cita pubblicazione|autore=Bressan E|coautori= ''et al''|data= 17 gennaio 2013|titolo= Nanostructured surfaces of dental implants|rivista=Int J Mol Sci|editore=Multidisciplinary Digital Publishing Institute |volume= 14|numero=1|pagine=1918-1931|id= PMID 23344062 {{PMCID|3565355}} |doi=10.3390/ijms14011918 |url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>, che si è rivelata essere in grado di favorire attivamente il processo di connessione con il tessuto osseo (osteoconduzione)<ref name = Palmquist>{{cita pubblicazione|autore=Palmquist A|coautori= Omar OM, Esposito M, Lausmaa J, Thomsen P|data= 6 ottobre 2010|titolo= Titanium oral implants: surface characteristics, interface biology and clinical outcome|rivista=J R Soc Interface|editore=The Royal Society |volume= 7|numero=Suppl 5|pagine= S515-527|id= PMID 20591849 {{PMCID|2952179}} |doi=10.1098/rsif.2010.0118.focus|url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Novaes AB Jr|coautori=''et al'' |data= 2010|titolo= Influence of implant surfaces on osseointegration |rivista=Br Dent J |editore=Nature Publishing Group|volume= 21|numero= 6|pagine= 471-481|id= PMID 21271036 |doi= 10.1590/S0103-64402010000600001|url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>. Questa microritenzione viene creata attraverso diverse tipologie di trattamenti, a seconda del produttore (anodizzazione, mordenzatura con acidi, sabbiatura, uso di [[laser]], plasma spray)<ref>{{cita pubblicazione|autore=Pattanaik B|coautori= Pawar S, Pattanaik S|data= maggio-giugno 2012|titolo= Biocompatible implant surface treatments|rivista=Indian J Dent Res|editore=Medknow Publications |volume= 23|numero=3|pagine=398-406|id= PMID 23059581 |doi=10.4103/0970-9290.102240 |url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>. Un altro procedimento usato per aumentare la ritenzione e facilitare la connessione con il tessuto osseo è la deposizione di uno strato di [[idrossiapatite]] microcristallina<ref>{{cita pubblicazione|autore=Yamada M|coautori= ''et al''|data= 2012|titolo= Bone integration capability of nanopolymorphic crystalline hydroxyapatite coated on titanium implants|rivista=Int J Nanomedicine|editore=Dove Press |volume= 7|numero=|pagine= 859-873|id= PMID 22359461{{PMCID|3284227}} |doi=10.2147/IJN.S28082 |url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>. Ulteriori tipi di trattamenti in grado di aumentare il potenziale osteogenico tramite modifiche a livello ultramicroscopico ed incorporazione di molecole dotate di proprietà osteoinduttive sono stati proposti e sono allo studio<ref>{{cita pubblicazione|autore=Hanawa T|coautori=|data= dicembre 2011|titolo= A comprehensive review of techniques for biofunctionalization of titanium|rivista=J Periodontal Implant Sci|editore=Korean Academy of Periodontology |volume= 41|numero=6|pagine= 263-272|id= PMID 22324003 {{PMCID|3259234}} |doi=10.5051/jpis.2011.41.6.263|url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Mantri SS|coautori=Mantri SP|data= gennaio 2013|titolo= The nano era in dentistry|rivista=J Nat Sci Biol Med|editore=Medknow Publications |volume= 4|numero=1|pagine= 39-44|id= PMID23633833 {{PMCID|3633301}} |doi=10.4103/0976-9668.107258|url= |lingua= inglese |accesso= |abstract= |cid=}}</ref>.