Wonder Stories: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Markup immagini (v. richiesta) |
|||
Riga 1:
[[File:Air wonder stories 192907.jpg|thumb
'''''Wonder Stories''''' fu una delle prime [[rivista|riviste]] di [[fantascienza]] e venne pubblicata dal 1929 al 1955, cambiando diverse volte titolo. Venne fondata da [[Hugo Gernsback]] nel 1929 dopo che aveva perso controllo della sua prima rivista, ''[[Amazing Stories]]'', quando la sua compagnia editrice [[Experimenter Publishing]] dichiarò bancarotta. Nel giro di pochi mesi dalla bancarotta, Gernsback lanciò tre nuove riviste: ''Air Wonder Stories'', ''Science Wonder Stories'' ed ''Science Wonder Quarterly''.
Riga 10:
===Era Gernsback===
[[Image:AirScienceWonder issues grid.gif|thumb|
La nuova rivista di Gernsback, ''Amazing Stories'', fu un successo, ma Gernsback perse il controllo della casa editrice quando questa dichiarò [[bancarotta]] nel febbraio 1929. Per aprile aveva già formato una nuova compagnia, la Gernsback Publications Incorporated, e istituito due [[controllata|sussidiarie]]: Techni-Craft Publishing Corporation e Stellar Publishing Corporation. Gernsback inviò lettere pubblicizzando i piani per le sue nuove riviste; la mailing list che usò fu quasi sicuramente compilato dalla lista degli abbonati ad ''Amazing Stories''. Questo sarebbe stato illegale, dato che le liste erano di proprietà di Irving Trust, il ricevitore della bancarotta. Gernsback ne negò l'uso sotto giuramento, ma gli storici generalmente concordano che questo dev'essere quanto ha fatto. Le lettere chiedevano inoltre ai potenziali abbonati di decidere il nome della nuova rivista: questi votarono per "Science Wonder Stories", che divenne il nome di una delle nuove riviste di Gernsback.<ref name=EFB_579-581>Bleiler, ''Gernsback Years'', pp. 579–581.</ref><ref name="AMZ_1978-5">Perry, "An Amazing Story" pp. 114–115.</ref>
Riga 18:
Gernsback affermava che la fantascienza fosse [[educazione|educativa]]. Lo affermò spesso in ''Amazing Stories'' e continuò a farlo nei suoi editoriali per le nuove riviste, affermando per esempio che «gli insegnanti incoraggiano la lettura di questa narrativa perché sanno che danno all'allievo una conoscenza fondamentale di scienza ed [[aeronautica]].»<ref name=BGY_542_Q>Editoriale di Gernsback in ''Air Wonder Stories'', luglio 1929, p. 5, citato in Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 542.</ref> Reclutò anche un pannello di «educatori di fama nazionale, che esaminavano i principi scientifici principali di tutte le storie». Lo storico della fantascienza [[Everett Bleiler]] descrive ciò come «falsità pura e semplice», affermando che non ci sono prove che gli uomini appartenenti al pannello — alcuni dei quali come [[Lee De Forest]], erano scienziati ben conosciuti — avessero alcuna influenza editoriale.<ref name=BGY_580>Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 580.</ref> Comunque, [[Donald Menzel]], l'astrofisico del pannello, disse tuttavia che Gernsback gli inviava i manoscritti e faceva cambiamenti alle storie in conseguenza dei suoi commenti.<ref name=Carter_11>Carter, ''Creation of Tomorrow'', p. 11.</ref>
[[Image:Wonder stories issues grid.gif|thumb|
Nel 1930 Gernsback decise di fondere assieme ''Science Wonder Stories'' e ''Air Wonder Stories'' in un'unica rivista, ''Wonder Stories''. Le ragioni sono sconosciute, per quanto è possibile che gli occorresse spazio nella calendarizzazione di stampa per la sua nuova rivista ''Aviation Mechanics''.<ref name=TTM_70-71>Ashley, ''Time Machines'', pp. 70–71.</ref> Bleiler ha suggerito che la fusione fosse stata causata delle cattive vendite e dal conseguente bisogno di ridurre le operazioni. Inoltre ''Air Wonder Stories'' era probabilmente focalizzata su una nicchia di mercato troppo ristretta per sopravvivere.<ref name=EFB_541-543/> In un editoriale giusto prima che della fusione, Gernsback commentò che la parola "Science" nel titolo «tendeva a ritardare i progressi della rivista, dato che molte persone avevano l'impressione che fosse una specie di periodico scientifico, piuttosto che una rivista di racconti».<ref name=TTM_71_Q>Gernsback, in ''Science Wonder'', maggio 1930, p. 1099; citato da Ashley, ''Time Machines'', p. 71.</ref> Ironicamente l'inclusione della parola "science" nel titolo fu la ragione che indusse il futuro scrittore di fantascienza [[Isaac Asimov]] a leggere la rivista; quando la vide nell'agosto 1929 ottenne il permesso di leggerla dal padre sulla base del ragionamento che fosse chiaramente educativa.<ref name=BTGA_29>Asimov, ''Before the Golden Age I'', p. 29.</ref> Preoccupazioni sulla vendibilità dei titoli paiono essere comparse negli ultimi due numeri di ''Science Wonder'', in cui la parola "Science" era stampata in un colore che la rendeva difficile da leggere. Inoltre sulla cima della copertina comparivano le parole "Mystery-Adventure-Romance", l'ultima delle quali era un modo sorprendente di pubblicizzare una rivista di fantascienza.<ref name=EFB_579-581/>
Riga 24:
Il primo numero dopo la fusione delle riviste comparve nel giugno 1930, ancora con periodicità mensile, con Lasser come redattore.<ref name=TTM_237/><ref name=TTM_254/> La numerazione dei volumi continuò quella di ''Science Wonder Stories'', pertanto ''Wonder Stories'' viene a volte visto come una renominazione di ''Science Wonder Stories''.<ref name=BGY_586-589>Bleiler, ''Gernsback Years'', pp. 586–589.</ref> Gernsback ha anche prodotto una rivista compagna per ''Science Wonder Stories'', intitolata ''Science Wonder Quarterly'', il cui primo numero venne pubblicato alla fine del 1929. Vennero pubblicati tre numeri con questo titolo, ma dopo la fusione Gernsback cambiò il nome della rivista sorella in ''Wonder Stories Quarterly'', e produsse ulteriori undici numeri con quel titolo.<ref name=Bleiler_SWQ>Bleiler, ''Gernsback Years'', pp. 578–579.</ref><ref name="BGY_595-596">Bleiler, ''Gernsback Years'', pp. 595–596.</ref>
[[Image:Wonder Stories Quarterly issues grid.gif|thumb|
Nel luglio 1933 Gernsback licenziò Lasser come redattore. Lasser era diventato attivo nel promuovere i diritti dei lavoratori e stava spendendo meno tempo nei compiti editoriali. Secondo Lasser, Gernsback gli disse «se ti piace lavorare con i disoccupati, ti suggerisco di andartene e unirti a loro».<ref name=Davin_57>Davin, ''Pioneers'', p. 57.</ref> È probabile che uno dei motivi fosse anche il taglio dei costi, dato che Lasser veniva pagato 65 dollari a settimana, una paga sostanziosa per l'epoca.<ref name=Davin_57_2>Davin, ''Pioneers'', p. 57. Bleiler, che cita Davin, riporta il salario di Lasser a 70 dollari alla settimana, sebbene non spieghi la discrepanza; vedi Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 588.</ref><ref name=Davin_94>Davin, ''Pioneers'', p. 94, nota 38.</ref> Poco dopo l'uscita di Lasser, Gernsback ricevette una [[fanzine]], ''The Fantasy Fan'', da un lettore, [[Charles Hornig]]. Gernsback chiamò Hornig nel suo ufficio per intervistarlo per la posizione di redattore; Hornig era solo diciassettenne, ma Gernsback gli chiese di correggere un manoscritto e decise che il risultato era soddisfacente. Hornig venne assunto con un salario iniziale di 20 dollari alla settimana.<ref name=TTM_78-79>Ashley, ''Time Machines'', pp. 78–79.</ref><ref name=Davin_70>Davin, ''Pioneers'', p. 70.</ref> Quello stesso anno Gernsback sciolse la Stellar Publications e creò la Continental Publications come nuova editrice per ''Wonder Stories''.<ref name=TTM_78-79/> La periodicità ebbe per la prima volta qualche problema e saltarono i numeri di luglio e settembre 1933;<ref name=TTM_78-79/> la recente bancarotta della Eastern Distributing Corporation, distributrice della compagnia, può essere stata parzialmente responsabile per questi problemi.<ref name=Davin_29>Davin, ''Pioneers'', p. 29.</ref><ref name=Davin_43>Davin, ''Pioneers'', p. 43.</ref> Il primo numero con la Continental sul [[colophon]] e il primo a indicare Hornig come redattore fu quello del novembre 1933.<ref name=TTM_78-79/>
Riga 31:
===''Thrilling Wonder Stories''===
[[Image:Thrilling Wonder 1936 to 1945 issues grid.gif|thumb|
Riga 41:
Il logo di ''Thrilling Wonder'', un uomo alato con sullo sfondo una montagna di vetro venne ripreso dalla storia di Noel Loomis ''The Glass Mountain''.
[[Image:Thrilling Wonder 1946 to 1955 issues grid.gif|thumb|
Per l'estate del 1949 [[Street & Smith]], uno dei principali editori ''pulp'', aveva chiuso tutte le sue riviste pulp. Questo formato stava morendo, sebbene ci vollero ancora diversi anni prima che scomparissero completamente dalle edicole.<ref name=TTM_220-221>Ashley, ''Time Machines'', pp. 220–221.</ref> Sia ''Thrilling Wonder'' sia ''Startling'' divennero trimestrali nel 1954, e alla fine di quell'anno Mines se ne andò. Le riviste non gli sopravvivessero di molto: furono pubblicati solo altri due numeri di ''Thrilling Wonder'' entrambi con redattore [[Alexander Samalman]]. All'inizio del 1955 ''Thrilling Wonder'' si fuse con ''Startling'', che a sua volta cessò le pubblicazioni alla fine del 1955.<ref name=T_345>Ashley, ''Transformations'', p. 345.</ref>
Riga 103:
==Dettagli editoriali==
[[Image:Science Wonder Quarterly Fall 1929.jpg|thumb
I doveri editoriali di ''Wonder Stories'' e delle riviste correlate non erano sempre effettivamente eseguiti dalla persona che portava il titolo di "editor" sul colophon della rivista. Fin dall'inizio fino alla vendita alla Beacon Publications, Gernsback veniva elencato come redattore capo (''editor-in-chief'') e Lasser variamente indicato come "curatore letterario" (''literary editor'') e "curatore gestionale" (''managing editor''), mentre Hornig venne sempre indicato come "curatore gestionale".<ref name=BGY_543>Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 543.</ref><ref name=BGY_581>Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 581.</ref><ref name=BGY_589>Bleiler, ''Gernsback Years'', p. 589.</ref> Similmente sotto le Beacon Publications, il redattore nominale (inizialmente Leo Margulies) non fu sempre quello che lavorava sulla rivista.<ref name=TTM_100/> La lista che segue mostra chi effettivamente svolgeva il lavoro di editor. Dettagli maggiori sono dati nella storia editoriale più sopra che descrive quando gli editor coinvolti ottennero effettivamente il controllo, piuttosto che quando il loro nome apparve sul colophon.
|