Adrienne von Speyr: differenze tra le versioni

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Nota per il suo legame spirituale e di collaborazione con il teologo [[Hans Urs von Balthasar]], ècoltivato stataa unapartire fradalla lepropria maggiori[[Conversione mistiche(teologia cristiana)|conversione]] al [[Chiesa cattolica|cattolichecattolicesimo]] nel [[1940]], è considerata una fra le maggiori mistiche del [[XX secolo]].<ref name="OssRom">{{cita web|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/225q01.pdf|titolo=Come Gesù lavora costantemente nelle nostre vite. Le parole della mistica cattolica che collaborò con Hans Urs von Balthasar|editore=''[[L'Osservatore Romano]]''|data=2 ottobre 2013|pagina=9|accesso=10 marzo 2014}}</ref>
 
== Biografia ==
=== Infanzia e adolescenza ===
Adrienne von Speyr nasce nel [[1902]] a [[La Chaux-de-Fonds]], città montana della [[Svizzera]] [[lingua francese|francese]], lungo il massiccio montuoso del [[Massiccio del Giura|Giura]], seconda dei quattro figli di Laure Girard e dell'[[oculista]] [[Basilea|basilese]] Theodor von Speyr. La madre proviene da un casato di orologiai e gioiellieri di successo; il padre ha fra i suoi antenati fonditori di campane e pittori d'arte sacra. I due figli minori, Wilhelm e Theodor, diventeranno rispettivamente medico e direttore di banca,<ref>Balthasar, {{cita|''La vita...''|p. 14}}.</ref> mentre la maggiore, Helen, è la preferita della madre. La famiglia è benestante, ma di rigido costume: i figli, presicrescendo insotto cural'ègida dadi una [[bambinaia]], possono vedere i genitori quasi solamente a pranzo, dove gli è concesso parlare unicamente se interrogati.<ref name="Guer110">Guerriero, {{cita|''Hans Urs von Balthasar''|p. 110}}.</ref> I [[von Speyr]] hanno un [[motto]], "Fare senza dire" (''Faire sans dire''), che Adrienne terrà sempre in considerazione,<ref>Balthasar, introd. a {{cita|''Dalla mia vita''|p. 10}}.</ref> iniziando le proprie [[Memorie (genere letterario)|memorie]] ''[[Dalla mia vita. Autobiografia dell'eta giovanile|Dalla mia vita]]'' con il ricordo di come sua madre, d'indole vivace, si sforzasse di tacere durante le ore che il marito poteva trascorrerle vicino. D'altra parte, alla fanciulla tocca abitualmente, prima della buonanotte, una ramanzina della madre, basata sulle "mancanze" riferite dalla bambinaia.<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|pp. 13-14}}.</ref>
[[File:Ignatius Loyola by Francisco Zurbaran.jpg|thumb|upright=0.7|left|Ignazio di Loyola in un dipinto di [[Francisco de Zurbarán|Zurbarán]]]]
 
A sei anni, mentre cammina da sola per strada nel [[Natale]] del [[1908]], ha un fugace incontro con un pover'uomo che la prende per mano e le chiede se vuole andarandare con lui. La bambina, spaventata, rifiuta e si allontana, ma successivamente penserà che avrebbe fatto meglio ad accettare, ritenendo che quell'individuo fosse [[Ignazio di Loyola]], il fondatore dei [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] vissuto quattro secoli prima.<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|pp. 26-27}}.</ref> AUn altro episodio significativo della sua fanciullezza, che ne illustra anche il rapporto con la madre,<ref>Guerriero, {{cita|''Hans Urs von Balthasar''|pp. 110-111}}.</ref> è quando, a [[capodanno]] del [[1911]], mentre è in giro da sola, viene travolta in pieno da un cavallo e dalla sua slitta, sotto l'occhio dei passanti, ma rimane illesa e torna subito a casa, dove soltanto in serata la famiglia viene a sapere, dai cronisti, dell'incidente, che l'indomani viene narrato dal giornale. Alla bambina, però, non viene permesso di leggerlo, e ne scoprirà il motivo a distanza di anni: l'articolo parlava di una "incantevole piccola" e sua madre non voleva che si insuperbisse.<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|pp. 28-30}}.</ref>
 
Ella coltiva già dall'infanzia il proposito di dedicarsi alla cura dei sofferenti, con una speciale attenzione ai poveri, per seguire le orme del padre medico, volendo aiutare come lui le persone.<ref>Balthasar, {{cita|''La vita...''|p. 15}}.</ref> Un esempio di tale proposito è quando, gironzolando d'inverno nel quartiere dei poveri, si avvicina a un ubriaco che urla da solo, e lo prende per mano tentando di calmarlo, ma questi le risponde di tornare a casa e riferire a suo padre di non lasciarla più girare così.<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|p. 68}}.</ref> Da bambina trascorre spesso il pomeriggio dalla nonna materna, che le permette di stare in silenzio vicino alla finestra, imparandoonde cosìimparare a fare raccoglimento e a risolvere da sé i problemi,<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|p. 16}}.</ref> oppure, se interrogata, risponde prontamente a ogni domanda della nipote, e le racconta storie illuminanti.<ref name="Guer111">Guerriero, {{cita|''Hans Urs von Balthasar''|pp. 111-112}}.</ref> La nonna rappresenta per lei una figura di riferimento, insieme al padre, e ha un ruolo decisivo nello sviluppo umano e spirituale della ragazza.<ref>Paradiso, {{cita|''Il blu e il giallo''|pp. 26, 28}}.</ref> Quando decede, nel [[1913]], Adrienne si chiude in se stessa per il dolore.<ref name="Guer111" />
 
Nel corso dell'adolescenza legge più volte una biografia dell'infermiera [[Florence Nightingale]] e un libro di [[Noëlle Roger]], ''Docteur Germaine'', sulle difficoltà familiari di una dottoressa che infine rinuncia a esercitare la professione medica.<ref>Speyr, {{cita|''Dalla mia vita''|pp. 129, 132-133}}.</ref>