Musica classica: differenze tra le versioni

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==Storia==
{{voce principale|Storia della musica}}
La storia della musica classica copre un lungo arco temporale, durante il quale c'è stata una continua evoluzione dello stile musicale e delle tecniche esecutive. Convenzionalmente si individuano dei periodi storici sufficientemente caratterizzati, tuttavia tale ripartizione (come sempre nella storiografia) è solo formale. L'evoluzione è stata continua e graduale e spesso disomogenea dal punto di vista geografico, per cui qualsiasi paletto temporale è da considerarsi puramente indicativo. Inoltre stili diversi spesso si distinguono sotto diversi aspetti e principi.<ref>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 2, p. 253|Carrozzo}}.</ref>
Le principali suddivisioni che riguardano la musica classica sono la [[musica dell'antichità]], che include la musica [[musica medievale | medievale]] (500-1400) e [[musica rinascimentale |rinascimentale]] (1400-1600), il [[periodo di pratica comune]], che comprende la [[musica barocca]] (1600-1750), il [[classicismo (musica) |classicismo]] (1750-1830), la [[musica romantica]] (1804 -1949) e il periodo moderno e contemporaneo, che comprende la musica classica del XX secolo (1900-2000) e la [[musica moderna]] (1975-oggi).
 
Un'altra questione importante nella visione della storia della musica classica è la tendenza a focalizzare l'attenzione su un numero limitato di compositori e di figure musicali, arrivando talvolta ad identificare interi stili o periodi in pochi nomi. Anche questa ovviamente è una tendenza riduttiva, in quanto i "grandi" compositori, per quanto siano eccellenti sul profilo estetico e abbiano ricoperto un ruolo di notevole importanza nell'evoluzione della musica, sono solo la punta di un panorama musicale molto più complesso, popolato di molte altre figure meno note al pubblico ma anch'esse di grande importanza storica, e nel quale si trova moltissima altra produzione musicale di eccellente qualità legata a nomi molto meno celebrati.<ref name=carrozzo255>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 2, p. 255|Carrozzo}}.</ref>
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''NOTA: più sopra la musica dell'antichità non era stata inclusa nella musica classica. Etichettare tutta la musica dal 1804 al 1949 come "musica romantica" sarebbe da matita blu perfino nella scuola elementare. Se ci fosse in giro [[Utente:Al Pereira|Al Pereira]] avrebbe già sparato a mitraglia su quella frase. Io direi che tutta questa premessa alla sezione "storia" va buttata o riscritta in modo molto più curato. I paragrafi che seguono riportano solo alcune informazioni sparse: più o meno si capisce l'intenzione di chi le ha inserite, ma se si dovesse riformulare meglio tutta la sezione non reggerebbero. Per esempio, i compositori "neoclassici" del XX secolo non si ispiravano solo al periodo del classicismo musicale, anzi più spesso si rifacevano a modelli più antichi (come ben spiegato nella voce [[neoclassicismo (musica)]])'' --[[Utente:Guido Magnano|Guido]] ([[Discussioni utente:Guido Magnano|msg]]) 22:34, 13 apr 2014 (CEST)</div>
Le date riportate sono indicative, poiché i periodi sono spesso sovrapposti e le categorie sono alquanto arbitrarie. Ad esempio, l'uso del [[contrappunto]] e della [[fuga (musica)|fuga]], che è considerato caratteristico del periodo barocco, fu continuato da [[Joseph Haydn | Haydn]], che è classificato come tipico del periodo classico. [[Ludwig van Beethoven | Beethoven]], che viene spesso descritto come uno dei fondatori del periodo romantico, e [[Johannes Brahms | Brahms]], che è classificato come romantico, utilizzarono nelle loro opere anche il contrappunto e la fuga, ma altre caratteristiche della loro musica definiscono il loro periodo.
 
Il punto centrale è legato al fatto che la moderna visione della musica classica non deriva linearmente dall'importanza artistica o storica, ma è filtrata dalle modalità sociali tramite le quali la musica stessa passa alla massa degli ascoltatori, in primo luogo l'istituzione del concerto pubblico, affermatosi nell'Ottocento. Per tale motivo il "repertorio celebre" odierno non riflette necessariamente l'importanza storica e la qualità estetica della musica, ma riflette soprattutto la musica che poteva essere inserita nei programmi da concerto ottocenteschi, ulteriormente filtrata dall'apprezzamento della borghesia che costituiva il pubblico di tali concerti. Per tale motivo ad esempio [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è enormemente più noto di [[Josquin Desprez|Desprez]], nonostante la qualità artistica e l'importanza storica della musica di quest'ultimo non siano affatto inferiori a quella di Beethoven; la produzione del grande fiammingo infatti è essenzialmente polifonia sacra e, in misura minore, profana, che non trovava posto nel repertorio da concerto ottocentesco che ha invece consacrato al grande pubblico Beethoven e altri nomi eccellenti.<ref>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 2, p. 254|Carrozzo}}.</ref>
Il prefisso ''neo'' è usato per descrivere una composizione del XX secolo o contemporanea scritta nello stile di un periodo precedente, come il classicismo o il romanticismo. Il [[balletto]] di [[Igor Stravinsky | Stravinsky]], [[Pulcinella (balletto) | Pulcinella]], per esempio, è una composizione [[neoclassicismo (musica) | neoclassica]] perché è stilisticamente simile alle opere del periodo del classicismo.
 
La visione della musica è quindi condizionata dalla storia della ricezione della musica stessa, e varia nel tempo anche in seguito all'evoluzione dei contesti sociali nei quali la musica si inseriva, spesso in maniera molto precisa e funzionale. Quindi per l'evoluzione del panorama religioso la raffinatissima polifonia sacra rinascimentale rimane poco conosciuta, analogamente per la trasformazione del teatro da salotto mondano e sfarzo delle corti a moderna sala da concerto si è perso l'interesse per il teatro d'opera del Seicento e, salvo poche eccezioni, del Settecento.<ref name=carrozzo255 /> Nel corso del Novecento tuttavia si è sviluppata tantissimo la storiografia musicale e, soprattutto a partire dagli anni Sessanta/Settanta, la filologia musicale e lo studio della prassi esecutiva storica, grazie alle quali moltissima musica del passato è stata studiata e viene nuovamente eseguita e registrata.
===Radici===
 
Per motivi analoghi, l'importanza e la celebrità dei compositori è mutata notevolmente nel corso del tempo, non deve quindi stupire che anche quelli che oggi sono reputati i nomi più grandi della storia venissero visti in maniera notevolmente diversa in passato, e analogamente grandi nomi del passato oggi siano stati notevolmente ridimensionati. Ad esempio la musica di [[Johann Sebastian Bach|Bach]], già fuori moda negli ultimi anni della sua vita, è stata dimenticata e dopo la sua morte era nota e studiata solo come interesse teorico e formale da una limitata cerchia di eruditi, ed è stata riscoperta e riportata all'attenzione del grande pubblico solo nel 1829, quando [[Felix Mendelssohn]] diresse una esecuzione della [[Passione secondo Matteo]]: la sua musica infatti, dopo essere stata dimenticata per il venir meno della sua funzione ecclesiastica e cortigiana, ha trovato una nuova collocazione nel contesto delle nuove tendenze del Romanticismo, che le ha dato nuova vita nelle sale da concerto.<ref name=carrozzo255 /> Analogamente, mentre dei tre nomi che oggi quasi identificano il [[Classicismo (musica)|Classicismo]], ovvero [[Franz Joseph Haydn|Haydn]], [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] e [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], solo il primo sarebbe stato riconosciuto a tali vertici da un pubblico dell'epoca contemporanei, essendo celebrato come il più grande compositore vivente dei suoi tempi, mentre a Mozart con buona probabilità sarebbe stato anteposto ad esempio [[Antonio Salieri|Salieri]]<ref>Il nome di Salieri è ritornato famoso soprattutto dopo la pubblicazione del film ''[[Amadeus (film)|Amadeus]]'', basato sull'[[Amadeus (Shaffer)|omonimo dramma]] di [[Peter Shaffer]]; questo ha però trasmesso una immagine totalmente distorta e storicamente inconsistente del compositore italiano, che viene ritratto come accecato dall'invidia verso Mozart e viene addirittura ritenuto responsabile della sua morte.</ref> e a Beethoven [[Gioacchino Rossini|Rossini]].<ref>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 2, p. 355|Carrozzo}}.</ref>
 
=== Legame con la musica dell'antichità ===
{{voce principale|Musica dell'antichità}}
Si hanno conoscenze molto ridotte della musica dell'antichità, in quanto l'assenza di una tradizione scritta ha impedito la trasmissione del repertorio. Gli studi si basano quindi su fonti indirette per studiare la musica e il suo ruolo culturale e sociale. Spesso la musica era considerata alla stregua di un bene effimero di consumo, a differenza di altre forme d'arte, e mancava la stessa volontà di strutturare un repertorio e tramandarlo. A livello ipotetico, Burgh (2006) studia e suggerisce la possibile influenza della musica antica sulla musica classica occidentale, risalendo fino alla musica dell'[[antico Egitto]], considerando la [[scrittura chironomica]] e l'antica orchestra egizia, che risalgono al 2.695 a.C.<ref name=Burgh>Burgh, Theodore W. ''Listening to the Artifacts: Music Culture in Ancient Palestine'', T & T Clark International (2006)</ref>
 
==== Mesopotamia ====
Burgh (2006), suggerisce che le radici della musica classica occidentale, in ultima analisi, si trovano nella musica egizia attraverso la [[scrittura chironomica]] e l'antica orchestra egizia, che risalgono al 2.695 a.C.<ref name=Burgh>Burgh, Theodore W. ''Listening to the Artifacts: Music Culture in Ancient Palestine'', T & T Clark International (2006)</ref> Questa è stata seguita daila prima musica liturgica cristiana, che a sua volta risale all'[[Antica Grecia]]. Lo sviluppo di toni singoli e di scale è stato fatto dagli antichi greci come [[Aristosseno]] e [[Pitagora]].<ref name="Grout73p28">[[#Grout73|Grout]], p. 28</ref> Pitagora creò un sistema di accordatura e contribuì a codificare la [[notazione musicale]]. Strumenti antichi greci, come l'[[aulos]] ([[Aerofoni#Strumenti ad ancia|strumento ad ancia]]) e la [[lira (strumento musicale)|lira]] (uno strumento a corde simile a una piccola [[arpa]]) portarono agli strumenti moderni di un'orchestra classica. <ref>[[#Grout88|Grout (1988)]]</ref> Segue un periodo che va fino alla caduta dell'[[Impero Romano]] (476) ma a testimonianza di esso rimane molto poco, la maggior parte proveniente dall'Antica Gracia.
Per quanto riguarda le culture mesopotamiche, non è rimasta nessuna testimonianza diretta della loro cultura musicale, ma fonti secondarie testimoniano l'uso di canti accompagnati da strumenti (flauti, lire, arpe piuttosto evolute e percussioni) nella liturgia. La cultura mesopotamica ha avuto un influsso significativo sulla cultura occidentale, riconosciuto anche dagli autori greci e latini, e nella pratica dei canti salmodici mesopotamici si può intravedere un germe delle pratiche liturgiche ebraiche e cristiane, nelle quali si ritrovano le radici lontane della musica colta occidentale.
 
==== Antichi ebrei ====
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La musica rivestiva un ruolo importante nella cultura ebraica, e testimonianze significative provengono dalla [[Bibbia]]. Nella [[Genesi]]<ref>Genesi IV, 23-24</ref> e in altri libri successivi si trovano informazioni sugli strumenti musicali in uso presso gli ebrei, distinti in tre categorie: corni e trombe, prerogativa della classe sacerdotale, cordofoni (lire e cetre) usati dai musicisti al servizio del Tempio, e altri aerofoni, come flauti e zufoli, usati dal popolo. La Bibbia riporta anche testimonianze del simbolismo musicale religioso, come il suono del [[sofar]], associato alla manifestazione divina (ad esempio nel sacrificio di [[Isacco]]<ref>Genesi XXXII, 13.</ref> o nella manifestazione sul [[monte Sinai]]<ref>Esodo XIX, 6, 19.</ref>), o l'impiego di complessi musicali grandiosi nelle celebrazioni più solenni, come il trasporto dell'[[Arca dell'Alleanza|Arca]] a [[Gerusalemme]]<ref>Libro II di Samuele VI, 14-15.</ref> o la consacrazione del Tempio.<ref>Libro II delle Cronache V, 11-14.</ref> Altra testimonianza molto significativa è il [[Salmo 137]], nel periodo della [[Esilio babilonese|cattività babilonese]]. Con la nascita delle [[sinagoga|sinagoghe]], il culto era incentrato sulla lettura intonata dei salmi, detta [[cantillazione]], trasmessa anche alla liturgia cristiana antica e nella quale affonda le proprie radici la monodia liturgica medievale.
''NOTA: Altra sezione da buttare o riscrivere decisamente meglio. A parte il rilievo eccessivo dato alla tesi di un singolo autore, deve essere saltato qualcosa perché, scritto così, sembra che alla musica degli antichi egizi segua direttamente la prima musica liturgica cristiana.'' --[[Utente:Guido Magnano|Guido]] ([[Discussioni utente:Guido Magnano|msg]]) 22:34, 13 apr 2014 (CEST)</div>
 
==== Antica Grecia ====
{{vedi anche|Musica nell'antica Grecia}}
Tracce significative sono state lasciate dalla cultura greca, nella quale la musica rivestiva un ruolo significativo. I greci hanno sviluppato una raffinata teoria filosofica della musica, studiando gli intervalli e costruendo scale.<ref name="Grout73p28">[[#Grout73|Grout]], p. 28</ref> Tale interesse era soprattutto teorico e speculativo e c'era una certa distinzione con la musica d'uso. I greci hanno infatti sviluppato un sistema di notazione musicale basato sulle lettere dell'alfabeto, che però era di utilità meramente pratica e veniva infatti impiegato nella musica di consumo, ma non studiato e trattato dai teorici, motivo per il quale di esso rimangono pochissime conoscenze e solo un limitato numero di frammenti, a differenza delle teorie speculative, trasmesse ai posteri. Due tra i principali strumenti della musica greca erano l'[[aulos]], strumento [[strumenti ad ancia|aerofono ad ancia]] associato a [[Pan]] e al culto orgiastico, e la [[lira (strumento musicale)|lyra]], cordofono associato ad [[Apollo]] e alla razionalità.
 
La dicotomia fra il dionisiaco e l'apollineo che caratterizza diversi aspetti della cultura greca si ritrova quindi anche nella musica, emblematizzate dai miti legati a tali strumenti. Secondo la leggenda l'aulos sarebbe stato infatti inventato da [[Atena]] e il suo suono doveva simulare l'atroce lamento di [[Medusa (mitologia)|Medusa]], da lei trasformata da magnifica fanciulla in creatura mostruosa. Specchiandosi la dea constatò quanto brutta fosse l'espressione del suo bellissimo viso nello sforzo del suonare e gettò via lo strumento che venne raccolto da [[Marsia]], il cui deforme aspetto di [[satiro]] invece non poteva certo peggiorare di molto. La lyra invece sarebbe stata inventata da [[Ermes]] il quale, dopo aver rubato una mandria di vacche al dio Apollo, trovò una [[tartaruga]]. Con il suo guscio come cassa costruì lo strumento, con il cui suono prodigioso poté accompagnare il canto. Apollo fu talmente colpito dalla bellezza di tale musica da accettare la lyra da Ermes in riparazione per la mandria di vacche. Marsia sfidò poi Apollo, tentando con la musica di ergersi al livello degli dei, ma quest'ultimo poteva associare al suono della sua lyra la razionalità della parola, preclusa invece allo strumento a fiato, vincendo in questo modo la sfida e condannando Marsia alla decorticazione. Tale mito mostra anche un altro legame, per certi aspetti paradossale, tra apollineo e dionisiaco, in quanto l'aulos, strumento associato all'origasmo, sarebbe stato inventato dalla dea della ragione, mentre lo strumento per eccellenza della razionalità, la lyra, sarebbe stato ideato dal dio del sogno.<ref>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 1, pp. 13-15|Carrozzo}}.</ref>
 
Tale racconto mitico riflette la concezione musicale dicotomica dei greci, nella quale la musica aveva un ruolo importante sia nell'estasi orgiastica sia nella declamazione della poesia, massima espressione di razionalità. La musica greca era basata sulle ''harmoniai'' (o ''modi''), a ciascuna delle quali era associata una scala e un insieme di elementi ritmici e melodie tradizionali, e a ciascuna di esse era anche associato un effetto sull'animo umano (''ethos''). Ad esempio l'armonia dorica era associata alla virtù e alla compostezza, mentre quella frigia era associata alla frenesia e all'entusiasmo orgiastico. Questo effetto era tenuto in grande considerazione, e [[Platone]] suggeriva quale dovesse essere l'uso educativo e quale quello diseducativo, e dunque bandito, della musica nella sua [[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]]<ref>[[Platone]], [[La Repubblica (dialogo)|]], III, 399d (trad. Franco Sartori).</ref>, mentre [[Aristotele]] teorizzava la "catarsi omeopatica", che prevedeva l'impiego dell'ethos negativo per epurare [[omeopatia|omeopaticamente]] l'anima.<ref>{{cita|Carrozzo, Cimagalli|vol. 1, p. 19|Carrozzo}}.</ref>
 
===Musica antica===
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==Bibliografia==
*{{cite book|title=Listening to Artifacts: Music Culture in Ancient Israel/Palestine|first=Theodore W.|last=Burgh|publisher=T.& T.Clark Ltd|year=2006|isbn=0567025527|ref=Burgh}}
*{{cita libro|coautori=Mario Carrozzo, Cristina Cimagalli|titolo=Storia della musica occidentale|editore=Armando Editore|anno=2008|cid=Carrozzo}}
*{{cite book|title=A History of Western Music|first=Donald Jay|last=Grout|publisher=W. W. Norton|year=1973|isbn=0-393-09416-2|ref=Grout73}}
*{{cite book|title=A History of Western Music|last=Grout|first=Donald J.|coauthors=Palisca, Claude V.|year=1988|publisher=Norton|isbn=978-0-393-95627-6|ref=Grout88}}