Inceneritore: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Kwai Chung Incineration Plant.jpg|200px|thumb|left|Inceneritore di Kwai Chung, [[Hong Kong]], attualmente dismesso]]
 
Spesso gli inceneritori vengono chiamati "termovalorizzatori". La differenza sostanziale rispetto a un semplice inceneritore è che un termovalorizzatore oltre a incenerire i rifiuti riutilizza parte del calore come in una piccola centrale elettrica, anche se con rendimenti molto inferiori.
In [[Italia]] il termine ''inceneritore'' ha assunto nel tempo un carattere negativo, a causa del fatto che i primi inceneritori erano fortemente inquinanti. Le innovazioni tecnologiche susseguitesi nel corso di oltre vent'anni hanno modificato la tipologia di incenerimento e cambiato la qualità di intercettazione dei gas e delle polveri emesse. Nelle altre nazioni [[Europa|europee]] (ad esempio nei paesi nordici, spesso considerati progrediti per quanto riguarda la sensibilità alle tematiche ambientali) il termine ''termovalorizzatore'' non esiste, e si continua ad usare il termine ''inceneritore''. Il termine ''termovalorizzatore'' viene criticato, perché secondo alcuni servirebbe a nascondere il fatto che l'impianto si basi di fatto sull'utilizzo di un inceneritore. La stessa normativa italiana in materia non usa il termine "termovalorizzatore", bensì quello di "inceneritore", che del resto è piú preciso perché questo strumento si differenzia da altre tecniche di recupero di energia da rifiuti per il fatto che dà come prodotto finale della cenere, per l'appunto.
TuttaviaIl termine "termovalorizzatore" è tuttavia criticato, in quanto il riuso ed il riciclo sono nettamente più "valorizzanti" dell'incenerimento: per esemplificare, si risparmia molta più energia riutilizzando e riciclando una bottiglia di plastica di quanta energia non si ricavi dalla sua combustione, perché quest'ultima permette di recuperare solo una minima parte dell'energia e delle materie prime consumate per produrla; d'altro canto – anche in una situazione ideale di alti valori di riciclo e recupero – è necessario smaltire, eventualmente anche mediante incenerimento, i rifiuti residui (si veda [[Inceneritore#Termovalorizzazione_e_altri_modi_di_affrontare_il_problema_dei_rifiuti|sotto]]).
D'altronde, anche il solo termine ''inceneritore'' potrebbe essere considerato fuorviante e impreciso, perché i termovalorizzatori non producono solo cenere ma anche energia. Perciò la soluzione migliore (anche se più lunga) è ''inceneritore con recupero energetico''. Recentemente, si comincia a leggere persino ''termodistruttore'', che sembra un perfetto equivalente di ''inceneritore'', solo con un dettaglio in meno (cioè che il prodotto finale è cenere), adoperato solo per non usare il "dispregiativo" ''inceneritore''.
Sono inoltre da considerare le emissioni più o meno tossiche che si ottengono con l'incenerimento, e che invece con il riciclo ed il riuso sono minori anche se difficilmente valutabili.
Sono inoltre da considerare le emissioni più o meno tossiche che si ottengono con l'incenerimento, e che invece con il riciclo ed il riuso sono minori ma difficilmente valutabili in seno a una Valutazione del ciclo di vita (in inglese ''Life Cycle Assesment'' o ''LCA'') del prodotto. Il termine "termovalorizzatore" appare dunque fuorviante, specie se – come ha fatto recentemente un noto politico italiano – si dipingono irresponsabilmente i "termovalorizzatori" come qualcosa che «trasforma i rifiuti in energia», come per magia, senza perdite energetiche, scorie o rilascio di inquinanti di alcun tipo. Sarebbe quindi opportuno utilizzare gli inceneritori esclusivamente per i rifiuti difficilmente riciclabili.
 
La stessa normativa italiana in materia non usa il termine "termovalorizzatore", bensì quello di "inceneritore", che del resto è piú preciso perché questo strumento si differenzia da altre tecniche di recupero di energia da rifiuti per il fatto che dà come prodotto finale della cenere, per l'appunto.
Di fatto, un termovalorizzatore è un inceneritore che usa il calore prodotto come in una piccola centrale elettrica, anche se con rendimenti molto inferiori: la differenza sostanziale rispetto a un semplice inceneritore è che un termovalorizzatore oltre a incenerire i rifiuti riutilizza parte del calore cosí generato.
Anche nelle altre nazioni [[Europa|europee]] il termine ''termovalorizzatore'' non esiste, e si usa il termine ''inceneritore''.
Tuttavia, il riuso ed il riciclo sono nettamente più "valorizzanti" dell'incenerimento: per esemplificare, si risparmia molta più energia riutilizzando e riciclando una bottiglia di plastica di quanta energia non si ricavi dalla sua combustione, perché quest'ultima permette di recuperare solo una minima parte dell'energia e delle materie prime consumate per produrla; d'altro canto – anche in una situazione ideale di alti valori di riciclo e recupero – è necessario smaltire, anche mediante incenerimento, i rifiuti residui (si veda [[Inceneritore#Termovalorizzazione_e_altri_modi_di_affrontare_il_problema_dei_rifiuti|sotto]]).
D'altronde, anche il solo termine ''inceneritore'' potrebbe essere considerato fuorviante e impreciso, perché i termovalorizzatori non producono solo cenere ma recuperano anche un minimo di energia.
Sono inoltre da considerare le emissioni più o meno tossiche che si ottengono con l'incenerimento, e che invece con il riciclo ed il riuso sono minori ma difficilmente valutabili in seno a una Valutazione del ciclo di vita (in inglese ''Life Cycle Assesment'' o ''LCA'') del prodotto. Il termine "termovalorizzatore" appare dunque fuorviante, specie se – come ha fatto recentemente un noto politico italiano – si dipingono irresponsabilmente i "termovalorizzatori" come qualcosa che «trasforma i rifiuti in energia», come per magia, senza perdite energetiche, scorie o rilascio di inquinanti di alcun tipo.
D'altronde, anche il solo termine ''inceneritore'' potrebbe essere considerato fuorviante e impreciso, perché i termovalorizzatori non producono solo cenere ma anche energia. Perciò la soluzione migliore (anche se più lunga) è ''inceneritore con recupero energetico''. Recentemente, si comincia a leggere persino ''termodistruttore'', che sembra un perfetto equivalente di ''inceneritore'', solo con un dettaglio in meno (cioè che il prodotto finale è cenere), adoperato solo per non usare il "dispregiativo" ''inceneritore''.
 
La cosa migliore è quindi utilizzare gli inceneritori per i rifiuti non riciclabili.
 
===Contesto normativo, incentivi e diffusione in Italia ed Europa===