Matilde d'Asburgo-Teschen: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Alberto de Áustria-Teschen e família.jpg|thumb|left|L'Arciduca Alberto d'Asburgo-Teschen e la sua famiglia.]]
=== L'infanzia ===
Dopo la morte del padre, l'arciduca [[Carlo d'Asburgo-Teschen|Carlo]], l'arciduca Alberto ereditò nel 1847 il Castello di Weilburg a [[Baden bei Wien]], che Carlo aveva fatto costruire per la moglie, la principessa [[Enrichetta di Nassau-Weilburg (1797-1829)|Enrichetta di Nassau-Weilburg]]. Alberto e la sua famiglia erano soliti trascorrere le vacanze estive in quel luogo, dove l'arciduchessa Ildegarda trovata giovamento soprattutto dai bagni. Grazie alle sue opere di carità, egli era popolarmente chiamato ''Engelsherz'' (Cuore d'Angelo). Durante l'inverno la famiglia viveva a [[Vienna]]. Essa era molto intima della famiglia imperiale e l'imperatrice [[Elisabetta di Baviera|Elisabetta]] apprezzava molto la compagnia di sua cugina, l'arciduchessa Ildegarda.
 
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Durante la sua permanenza a [[Monaco di Baviera]] per i funerali di suo fratello, il re [[Massimiliano II di Baviera]], nel 1864, la madre di Matilde si ammalò di un'infiammazione da polmoni e di pleurite, e morì. Matilde aveva allora solo quindici anni.
 
=== MorteLa morte ===
Matilde stessa morì tragicamente all'età di diciotto anni nel [[Castello di Hetzendorf]], la casa viennese dell'imperatrice [[Elisabetta di Baviera|Elisabetta]], il 6 giugno 1867. L'arciduchessa aveva indossato un abito di tulle per andare a teatro. Prima di avviarsi per assistere allo spettacolo, volle fumare una sigaretta, ma poco dopo il padre (o, secondo altri, l'istitutrice), che le aveva proibito di fumare, si avvicinò a lei, che nascose la sigaretta dietro al vestito. Immediatamente l'abito prese fuoco avvolgendola completamente e provocandole ustioni di secondo e terzo grado. Secondo una versione leggermente diversa, la giovane avrebbe acceso una candela per suggellare una lettera, gettando poi inavvertitamente il fiammifero tra le pieghe del vestito.<ref>P. Gerbore, ''Donne e cavalieri del re'', Milano, Longanesi, 1952, p. 123</ref> La sua morte fu testimoniata dall'intera famiglia.