Shoho: differenze tra le versioni

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La ''Shōhō'' venne avvistata, insieme al resto della sua forza d'attacco, dagli aerei della ''Lexington'' alle 10.40. La pattuglia di scorta della portaerei che era in volo in quel momento consisteva di due A5M e un A6M. I bombardieri in picchiata della squadriglia VS-2 iniziarono il loro attacco alle 11.10, sotto il fuoco dei caccia giapponesi: nessuna delle bombe della prima ondata andò a segno, a causa delle manovre evasive della nave, e un Dauntless venne abbattuto dallo Zero (altri vennero danneggiati più o meno gravemente). La ''Shōhō'' lanciò altri tre Zero immediatamente dopo la fine di questo primo attacco per rinforzare la sua copertura. I Dauntless della squadriglia VB-2 iniziarono il loro attacco alle 11.18 e misero a segno sul ponte della portaerei giapponese due bombe da 450 chilogrammi, che penetrarono la sua superficie ed esplosero nell'hangar sottostante, incendiando gli aerei (armati e riforniti) che si trovavano al suo interno. Un minuto più tardi i Devastator della squadriglia VT-2 iniziarono a sganciare i loro siluri su entrambi i lati della nave. Cinque di essi colpirono lo scafo, mettendo fuori uso i motori e il sistema di controllo. I Dauntless della ''Yorktown'', che tallonavano gli aerei della ''Lexington'', iniziarono il loro attacco alle 11.25 e piazzarono sulla ''Shōhō'' undici bombe da 450 chilogrammi, che resero impossibile per la nave compiere qualunque tipo di movimento. Alle 11.29 attaccarono anche i Devastator della squadriglia VT-3 della ''Yorktown'', che colpirono di nuovo la portaerei nipponica (2 volte secondo i giapponesi stessi, 10 volte secondo gli statunitensi). Gli aerosiluranti della VT-3 vennero attaccati dalla scorta giapponese mentre si allontanavano dalla zona dell'attacco, ma i Wildcat riuscirono a proteggerli efficacemente, abbattendo inoltre 2 A5M e un A6M Zero. Le perdite statunitensi furono in totale solo 3 Dauntless. Alla fine dell'attacco, il [[tenente comandante]] [[Robert E. Dixon]], comandante della VS-2, inviò per radio alle portaerei statunitensi il famoso messaggio: «''Scratch one flat top!''»<ref>{{cita|Lundstrom|pp. 198-206.}}</ref> («Cancellate [dalla lista] una tutto-ponte!»).<ref>{{cita|Grant|p. 218.}}</ref>
 
Il capitano Izawa diede l'ordine di abbandonare la ''Shōhō'', colpita da almeno 13 bombe e 7 siluri e completamente distrutta, alle 11.31. Quattro minuti più tardi la nave affondò. Circa 300 uomini riuscirono a lasciare la portaerei incolumi, ma dovettero attendere l'arrivo dei soccorsi fino al pomeriggio perché l'ammiraglio Gotō nel frattempo aveva ordinato al resto della flotta di dirigersi a nord alla massima velocità per sfuggire a ulteriori attacchi aerei. Verso le 14.00 il cacciatorpediniere ''[[Sazanami]]'' ricevette l'ordine di tornare sul posto e di recuperare i superstiti.<ref>{{cita|Lundstrom|p. 205.}}</ref> Ne vennero trovati solo 203, tra i quali il capitano Izawa.<ref>{{cita|Stille|p. 61.}}</ref> Il resto degli 834 uomini deldell'equipaggio era morto nell'attacco o mentre attendeva i soccorsi. La ''Shōhō'' fu la prima portaerei giapponese distrutta durante la [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{cita web|url=http://www.aviation-history.com/airmen/coralsea.htm |titolo=The Battle of the Coral Sea |opera=[http://www.aviation-history.com/ The Aviation History Online Museum] |data=2006 |accesso=14 febbraio 2012 |lingua=en }}</ref>
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