Incisioni rupestri: differenze tra le versioni

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======Accesso======
Si prende la carreggiabile che da Finale Ligure porta a Vezzi Portio, che si chiama Via Calvisio e poi Via Finale e che percorre il fondovalle di fianco al Torrente Sciusa. Dopo circa 5 chilometri si prende una deviazione, sulla destra in salita, per Portio Revelli e dopo il tornante, si gira a destra in Via Rocca. La strada è senza sbocco, ma termina in due punti diversi, bisogna prendere quello sulla destra, il più vicino al pianoro. Qui si lascia l'auto e a piedi si discende lungo una mulattiera da Rocca degli Uccelli verso Rocca di Corno.
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A circa metà strada fra le due rocche, sulla destra, in mezzo a rada vegetazione, si presenta il Ciappo del Sale.
 
======Morfologia======
La roccia si presenta piatta, di forma pentagonale irregolare, con il lato più lungo di 37 metri e quello più corto di 7 metri. Presenta incisioni rupestri simili a quelle del Ciappo delle Conche e del Ciappo dei Ceci con figure umane a forma di croce, vaschette, coppelle e altre figure di ignoto significato, come una figura rotondeggiante a raggiera unita ad un triangolo e una figura rotondeggiante irregolare con un punto nel centro.
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Lungo il lato più lungo della pietra, si scorgono ancora oggi tracce sul calcare del passaggio dei mulattieri e dei buoi aggiogati ai carri, come è rappresentato in tante incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie.
 
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======Itinerario======
Da [[Voltri]], [[Mele]], all'[[Acquasanta (Genova)|Acquasanta]] e poi verso il [[Passo del Turchino]], all'altezza di case Giutte, si lascia l'auto e si cerca un sentiero che si staccava dalla strada, dritto in direzione Nord verso il Bric Caramello, che è stato coperto nella sua parte iniziale dalla costruzione di una villetta, la quale bisogna costeggiare lasciandola sulla sinistra, finché più avanti per prati, non si trova il sentiero.
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Issel così ci descrive la parte terminale del cammino:
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"Vi si accede per un sentiero che corre fra i castagneti, che si diparte dalla cascina Giutte, procedendo per circa 25 minuti a piedi oltre questa cascina e superando a destra del sentiero, per un piccolo tratto, la falda erbosa del Bric Caramello, fino a trovare una sporgenza rocciosa, di circa 280 x 140 cm., che si trova ad una quota di 510 m., a pochi metri al di sotto di un rilievo di serpentina nerastra, che emerge da un pendio erboso, verso il torrente".
 
======Morfologia dei graffiti======
La roccia è ricoperta da qualche centinaio di rotonde cavità di varie dimensioni, da 1/2 cm. a 2 cm., chiamate coppelle e figure geometriche, stilizzate, filiformi a forma di croce, di significato antropomorfo. È presente inoltre un tetraedro scavato con 35 coppelle delimitati in un'area circolare, con la punta orientata verso Nord. Si riconoscono anche affilatoi a ''polissoir''.
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======Ipotesi sul significato======
Le coppelle sono considerate una forma secondaria di incisione rupestre. Molte di queste coppelle e croci sono sicuramente preistoriche altre sono Medioevali ed essendo mischiate e non essendo inserite in un contesto archeologico è difficile stabilire l'eta dei gruppi di incisioni.
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Questo sentiero, che anticamente si faceva a piedi, parte dalla costa fra Sestri Ponente e Voltri e conduce dritto alle Capanne di Marcarolo.<br/>
Dalla strada costiera che univa Genova e il genovesato, che i romani allargarono e chiamarono Via Emilia Scauri, si dipartivano verso il territorio interno degli Inguani (bassa piemontese e bassa lomdarda, tutto il territorio a destra del Po fino allo spartiacque appenninico), le "vie del sale".
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I mercanti Ingauni una tribù celtica, ligure, provenienti da Voltaggio, Gavi, Novi Ligure, si incontravano a metà strada, a cavallo fra Liguria e Piemonte, alle Capanne di Marcarolo, dove portavano i prodotti della pastorizia, per scambiarli con il sale, che portavano i Liguri.
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Questa pietra, come altre simili che si trovano lungo l'arco dell'Appennino Ligure, una chiamata ancora oggi, Ciappo del Sale, nel finalese, sono da inquadrare in questo fenomeno di scambi mercantili e potrebbero avere innanzitutto un significato di avviso di confine. Non per niente, troviamo le impronte degli affilatoi a ''polissoir'', affilatoi dell'ultimo momento, di coltelli litici.
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Le coppelle sono in un numero ricorrente in molti luoghi e potrebbero essere un'unità di misura di riferimento.<br/>
Un'altra ipotesi intrigante é quella archeoastronomica oggi (2005) di moda [http://www.archaeoastronomy.it/convegno_sanremo.htm Giuseppe Brunod]
 
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===== Valle delle Meraviglie =====
La ''Val des Merveilles'' si trova sul confine italo-francese, nelle Alpi Marittime, vicino a San Dalmazzo di Tenda.
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Contiene una delle più importanti raccolte di incisioni rupestri, della Francia e del mondo, che chiamamo incisioni (graver), circa 40.000 immagini, incise principalmente sul Monte Bego e dintorni.
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====== Storia dei ritrovamenti ======
Fu da tempo immemorabile la meta della [[transumanza]] estiva proveniente dalla costa, dalla pianura del cuneense e dalle valli interne entro un raggio di circa 30 chilometri.
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Le impronte podaliche lasciate dall'uomo di [[Neanderthal]], indicano che la valle fu frequentata a partire da almeno da 50.000 a 300.000 anni addietro. Mentre le figure incise sulla roccia risalgono al [[Cro-Magnon]] a partire da circa 46.000 anni addietro.
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Nel [[1460]] abbiamo notizia di questa valle da parte del viaggiatore Pierre de Monfort che la descrive come un luogo infernale, con figure di diavoli e mille demoni scolpiti dappertutto sulle rocce.
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Nel [[1650]] Pietro Gioffredo, uno storico di Nizza, descriveva le figure dicendo che erano state incise per passatempo dai pastori preistorici.
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Nel [[1877]] Emile Riviére, uno studioso, rileva e descrive 408 figure attribuendole per la prima volta ad animali, armi e strumenti.
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Nel [[1885]] Clarence Bicknell, un ricco pastore inglese residente a Bordighera, dedica trent'anni alla ricerca e allo studio di queste figure e ne segnala almeno 20.000.
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Dopo di lui, negli Annali Liguri di Storia Patria, troviamo lavori originali sulle incisioni rupestri del Monte Bego e delle valli limitrofe, Val Fontanalba e altre valli, di Baroncelli, Conti, Louis, Isetti e altri.
 
====== Situazione geografica ======
Monte Bego costituisce il punto centrale montano fra la Valle del Roia, che collega la Riviera ligure di ponente al Piemonte, per mezzo del Colle di Tenda e la Val Gordolasca che serve la zona di Nizza.
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Le incisioni rupestri si trovano ad una altezza da 1.900 a 2.600 metri, oltre che nella Valle delle Meraviglie e nella Val Fontanalba, anche nella Valauretta e Valmasca. Un piccolo gruppo di figure dello stesso tipo ma fuori da quest'area, si trovano al Colle del Sabbione, lungo i sentieri che discendono verso Cuneo, fino al Lac del Vei del Buc, sopra ad Entraque.
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La regione alpestre di severa e pura bellezza ci viene descritta dal Bicknell nel 1913, con le seguenti parole:
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"Dopo aver trascorso pochi giorni a Casterino, la solitudine di quelle altezza e le meraviglie affascinanti delle rupi ci chiamavano a farvi ritorno; e talora abbiamo avuto la sensazione che le voci dei nostri amici preistorici fossero mescolate al fischio delle marmotte e alla musica delle cascate e avevamo quasi l'illusione di poterne sorprendere qualcuno intento ad incidere le figure e i segni e di potergli chi fosse, da dove venisse e che significato avesse il lavoro che stava eseguendo".
 
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====== Morfologia delle figure ======
Le incisioni rupestri appaiono scolpite in "posa" statica, senza ordine e senza proporzioni fra di loro e con la realtà. Le loro dimensioni sono da pochi centimetri a qualche metro, essendo in media circa 20 cm d'altezza e 10 cm. di larghezza.
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Talvolta sono concentrate in gruppi che globalmente assumono un significato monumentale complesso, come se fosse una processione.
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Molti segni appaiono modificati e sovrapposti nelo tempo, altri sono appena percettibili alla luce radente dell'alba.
 
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Esistono 3 grandi gruppi di figure:
# incisioni fatte con punta metallica o punta litica dura, per picchettamento, che ha prodotto sulla roccia una fitta punteggiatura in numero di 37.000. Queste figure rappresentano animali cornuti, aratri, armi e strumenti, figure umane, capanne e poderi, che sembrano planimetrie per delimitare i confini di zone agricole e di pascolo, con sentieri e fonti, recinti d'animali, pelli, paramenti, trappole per animali, segni geometrici, quadrati, cerchi, rettangoli, punti, croci, stelle e altri segni di significato da determinare e loro variazioni, per ipotesi segni di significato astronomico, che ci sfugge per essere variata per ben due volte la posizione relativa della volta stellata nell'arco di 40.000 anni.
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Poche ma molto significative le figure umane come il volto del ''Sourcier'' (rabdomante) o il ''Chief tribù'' raffigurato mentre viene colpito alla testa con un pugnale. Il volto del ''Cristo'', probabile ritratto moderno. Personaggi sciamanici e mitologici.
# incisioni sottili e piccoli segni graffiti per strisciamento di con punte metalliche, in numero di circa 3.000. Sono fasci di linee a forma d'albero, figure antropomorfe, segni a pettine, a meandro, a zig-zag, a reticolo, animali come uccelli, ma anche ricci di mare e meduse, oltre a persone in abbigliamento medioevale e scritte, che si ritrovano sui portali dei paesi, Tenda, Briga in Val di Roia, Triora, Corte e in villaggi vicini alla Valle Argentina, Pigna, Dolceacqua e altri paesi della [[Val Nervia]], da cui provenivano i pastori.
# pitture rupestri in ocra rossa, probabilmente neolitiche, che descrive una caccia con l'arco allo stambecco.
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Sono state eseguite in un arco temporale continuo di 3.000 anni, dal [[3.000 a.C]] al [[14 a.C]], anno della vittoria delle legioni di [[Augusto]], sulle popolazioni liguri montane del ponente, essenzialmente [[Celti|celtiche]] come gli [[Intemeli]].
 
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======Logistica======
In Val Merveilles l'ideale è fare un campo base, dove c'è l'acqua.<br/>Andare al mattino presto e segnare i contorni col gesso tutte le figure da calcare. Quando il Sole è alto e non si vede più nulla, calcare le figure contrassegnate e ritornare per il mezzogiorno.
 
===Svizzera===
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Un modo pratico, veloce e non lesivo per avere una riproduzione diretta a grandezza naturale è portarsi un foglio di carta da disegno, acquistabile dal cartolaio, tenera, sottile, simile a quella dei fazzolettini di carta e un carboncino fra i più teneri. Si stende il foglio di carta e si passa leggermente il carboncino sulla carta tenendo fermo il foglio, ottenendo una riproduzione a matita in grandezza naturale.
===Fotografia===
Le foto pur essendo pratiche non sono facili. Bisognerebbe prenderle sempre tutte dalla stessa distanza, sulla verticale, a luce radente e dispiegando a terra un metro, per avere delle foto con figure proporzionate fra loro e conoscere a vista le dimensioni.<br/>
Dato che anche così sono difficili da riconoscere, si usa prima di fotografarle colorarle in bianco coi gessetti, però si impiega molto tempo e quindi alcuni le cospargono di farina, altri le pitturano con calce spenta che poi si dilavano con la pioggia.
===Calco in gesso===
====Negativo in stucco====
Il metodo classico è il calco in gesso da negativo fatto con lo stucco da finestra, pretrattato aggiungendo olio e borotalco per renderlo più tenero e meno adesivo, in strato sottile di circa 1/2 cm e pressato a mano sulla figura. È necessaria manualità e attrezzatura come telai in ferro nei quali fare la colata e materiali vari come gesso e acqua.
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La plastilina non è trasportabile e quindi bisogna fare subito la riproduzione in gesso. Dal negativo in plastilina, si passa alla riproduzione utilizzando telaietti di ferro, con barrette trasversali di sostegno e di misura opportuna, manufatti precedentemente. Si calcano leggermente nella plastilina e poi si fa una colata in gesso. La plastilina ripulita si recupera ad uso futuro.
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Si capisce che questo metodo pur essendo comodo e semplice, prevede dei carichi notevoli da portare a spalla sui luoghi di alta e media montagna. Per fare un calco ci vuole almeno un chilo di plastilina, preventivamente tirata in strato sottile, di circa da mezzo a un centimetro, col mattarello. Ci vuole un chilo o due di gesso per ogni calco, a seconda delle dimensioni. Il peso dei telai di ferro. Quando manca l'acqua corrente si aggiunge anche il peso di taniche d'acqua da venti chili, che fatica a portare una persona. Più la normale attrezzatura sopravvivenza, materiali e cibo. In tre persone al minimo, si riesce a portare circa sei calchi, in quanto due portano i materiali per tre calchi a testa e al ritorno i calchi e una persona porta le scorte.
====Negativo in resina siliconica====
Altri sistemi usati per fare calchi prevedono l'uso di resine siliconiche, simili allo stucco dette ''putty'', tipo quelle usate in odontoiatria, a costi elevati ma con materiali leggeri, che durano nel tempo e che non sono più riutilizzabili.
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Il putty è come la plastilina ma ha tempi di indurimento molto stretti e quindi bisogna fare presto e bene, prima di usare il putty è meglio fare esperienza con la plastilina, eventualmente in casa, prima di passare sul campo, per capire bene tutte le fasi, i problemi e quello che è necessario fare. Il putty mantiene la forma originale per 48 ore, poi ha una deformazione talmente minima che in questo campo non ha rilevanza. Dunque non è necessario portare né acqua, né gesso, né telai, in compenso ci vuole un ripiano e un mattarello per spianare la pasta siliconica. Si prende l'impronta con putty si inserisce in una scatola piatta di cartone e una persona, con uno zaino grosso, ne può portare dieci. Ogni putty costa da 25 a 50 euro (2005) e per un calco medio ci vuole almeno due tre putty. Si può mettere un po' meno catalizzatore in modo da allungare un pochino i tempi di indurimento e dar tempo alla lavorazione.<br/>
Facendo attenzione a riempire i sottosquadri di stucco sui bordi, in modo da non dovere poi strappare la forma, da un negativo in putty si possono fare più calchi in gesso, sia subito che nel tempo.