Diocesi di Nardò-Gallipoli: differenze tra le versioni

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Primo vescovo attestato storicamente è Domenico, che sottoscrisse un decreto di [[papa Vigilio]] del [[551]] contro Teodoro, arcivescovo [[Monofisismo|monofisita]] di [[Arcidiocesi di Cesarea di Cappadocia|Cesarea]].
[[File:G ARMELLINI FRANCESCO.jpg|upright=0.7|thumb|[[Francesco Armellini Pantalassi de' Medici]], [[amministratore apostolico]] di Gallipoli ([[1513]] - [[1518]])]]
L'accademico e storico [[Giorgio Otranto]], nella sua opera "Italia meridionale e Puglia paleocristiane: saggi storici", sostiene che la diocesi risalirebbe addirittura all'inizio del V secolo o alla fine del IV; certo è che Gallipoli, verso la fine del [[VI secolo]], fosse una sede vescovile latina.<ref>{{cita web|url= http://www.archivi.beniculturali.it/DGA-free/Strumenti/Strumenti_CXLVI.pdf |titolo= Guida degli Archivi capitolari d’Italia I - Gallipoli, pp.174 -178|accesso=13 gennaio 2013}}</ref>.
Fino all'VIII secolo era una [[diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede]] <ref> Memorie istoriche della Città di Gallipoli, pg.430 </ref>.
Successivamente<ref name="Gallipoli pp.174 -178">{{Cita |Guida degli Archivi capitolari d’Italia I - Gallipoli, pp.174 -178}}</ref>
dal [[VIII secolo|VIII]] all'[[XI secolo]] le diocesi [[Salento|salentine]] gravitarono nell'orbita del [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarcato di Costantinopoli]], fino alla conquista [[Normanni|normanna]] della regione. In epoca bizantina, Gallipoli era [[Diocesi suffraganea|suffraganea]] dell'[[Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina|arcidiocesi di Santa Severina]], come attestato dalla ''[[Notitia Episcopatuum]]'' attribuita all'[[Imperatori bizantini|imperatore bizantino]] [[Leone VI il Saggio|Leone VI]] ([[886]]-[[912]]) e databile all'inizio del [[X secolo]].
 
Un tempo comprendeva numerosi territori come Nardò, Copertino, Galatone, Seclì, Noha, Neviano, Tuglie, Parabita, Alliste, Felline, Taviano e Casarano <ref> Memorie istoriche della Città di Gallipoli, pg.431 </ref>. A confermare l'ipotesi che Nardò abbia fatto sua parte, vi è un breve documento spedito da [[Clemente VI]] ad [[Avignone]] nel [[1348]] <ref> Memorie istoriche della Città di Gallipoli, pg.431 </ref>.
 
In seguito ai cambiamenti politici nel Salento, subito dopo il [[sinodo di Melfi]] del [[1067]], Gallipoli divenne suffraganea dell'[[arcidiocesi di Otranto]]. Il [[rito latino]] si impose nella diocesi solo gradualmente: ancora nel [[XVI secolo]] la cattedrale era officiata da sacerdoti di [[rito bizantino]].
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A ricordo di questa antica tradizione del rito greco osservato nella diocesi, durante i solenni pontificali di Sant'Agata presieduti dal vescovo, il [[Vangelo]] viene proclamato in greco dal canonico del capitolo della cattedrale<ref>{{cita web|url=http://www.cattedralegallipoli.it/le_festivit%C3%A0.htm|titolo=La festività di Sant'Agata|accesso=04-03-2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.anxa.it/pages/archivio/25--genfeb-2007/gallipoli-bizantina-e-grecitE0-della-sua-massa.php|titolo=Gallipoli bizantina e grecità della sua massa|accesso=04-03-2014}}</ref>.
 
La diocesi di Gallipoli, con l'avvento dei [[Normanni]], come attestato da un documento del [[1172]], dovette cedere la gran parte del suo territorio alla vicina abbazia di ''Sancta Maria de Nerito''.<ref name="Gallipoli pp.174 -178"/>.
[[File:Scuola romana, medaglia di andrea della valle, cardinale.JPG|upright=0.7|thumb|Il [[cardinale]] [[Andrea della Valle (cardinale)|Andrea della Valle]], amministratore apostolico di Gallipoli ([[1518]] - [[1524]])]]
È certo che la diocesi gallipolitana generò importanti e conosciute personalità religiose: alcuni vescovi saranno elevati alla dignità [[Cardinale|cardinalizia]] come Corrado di Sabina, il [[cardinale]] [[camerlengo]] [[Francesco Armellini Pantalassi de' Medici]] ed [[Andrea della Valle (cardinale)|Andrea della Valle]]; il vescovo Alessio Zelodano fu chiamato da [[papa Giulio II]] come segretario ufficiale, essendo riconosciuta la sua ottima preparazione in ambito teologico e filosofico; il cardinale Vincenzo Orsini arcivescovo di Benevento e poi eletto papa col nome di [[Benedetto XIII]] fu un commendatario dell'[[abbazia]] di San Mauro. Secondo Antonio Barbino, questi vescovi hanno contribuito a rendere l'«antica diocesi gallipolina una della più importanti d'Italia», oltre ad essere una delle più antiche<ref>{{cita web|url=http://www.cattedralegallipoli.it/i_vescovi_della_sede_episcopale_.htm ultimi righi|titolo= Vescovi della diocesi di Gallipoli|accesso=17 novembre 2013}}</ref>.
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===Diocesi di Nardò===
È probabile che Nardò fosse già una diocesi nei primi secoli dell'era cristiana. Infatti esiste una [[lettera apostolica]], dubbia, di [[papa Paolo I]], del [[761]] o del [[762]], indirizzata alla diocesi, per porre fine all'elezione dell'[[Vescovo|ordinario]];<ref>Annuario della Chiesa Neretina, [[1986]], pp. 9 e 10.</ref>; con tale documento si disponeva, altresì, l'insediamento di una comunità di [[Archimandrita|archimandriti]] basiliani, i quali erano stati vittima della persecuzione di [[Costantino V]]. Di tale tradizione il vescovo Girolamo De Franchis fece riferimento nella documentazione riguardante la [[visita pastorale]] del [[1612]], allorché menzionava alcune [[Lettera apostolica|lettere apostoliche]] del [[V secolo|V]] e [[VI secolo|VI]] custodite presso l'[[Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni|arcidiocesi di Brindisi]]. Tracce della grecità della diocesi neretina sono riportate, riguardo l'arredo sacro, nelle [[visita pastorale|visite pastorali]] del [[XV secolo]].
 
Documentata invece è l'erezione di Nardò, a partire dal [[1090]], a sede di [[abbazia territoriale]] [[Ordine di San Benedetto|benedettina]]. Donazioni, lasciti, privilegi e concessioni<ref name="Gallipoli pp.174 -178"/>
a favore degli [[Abate|Abati]], contribuirono alla fisionomia territoriale della diocesi di Nardò. Storicamente incerta appare, però, l'esistenza di una diocesi, prima della supplica per la sua erezione, da parte di Giovanni De Epifanis all'[[antipapa Giovanni XXIII]]. Proprio il De Epifanis divenne il 12 gennaio [[1413]] primo vescovo di Nardò. Tuttavia già durante lo [[Scisma d'Occidente|scisma avignonese]] Nardò ebbe un vescovo, l'abate Matteo, nominato dall'[[antipapa Clemente VII]] il 28 giugno [[1387]].
 
Il 27 febbraio [[1674]] fu eretto dal vescovo Tommaso Brancaccio il [[seminario]]<ref>{{cita web|url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Seminario_vocazioni/index.htm|titolo= Dal Sito Ufficiale della diocesi di Nardò-Gallipoli: Seminario diocesano|accesso=30 settembre 2012}}</ref> diocesano di Nardò, dedicato a san [[Filippo Neri]], ubicato, sino al [[1964]], accanto all'[[episcopio]].<ref>{{cita web|url=http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Palazzo_Seminario_Nard%C3%B2.jpg?uselang=it|titolo= Foto vecchia sede del seminario diocesano|accesso=24 dicembre 2012}}</ref>. A tale istituto concorsero a dare vitalità e splendore i vescovi Orazio Fortunato, Antonio Sanfelice, Carmine Fimiani, Luigi Vetta, Michele Mautone<ref>{{Cita |Anche in Annuario della Chiesa Neretina, p. 29 - 1986}}</ref> e [[Francesco Minerva]].<ref>{{cita web|url=http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Nard%C3%B2/Lapide_a_Mons._Francesco_Minerva|titolo= Da Comuni Italiani.it: Lapide a Mons. Francesco Minerva |accesso=29 settembre 2012}}</ref>. Mentre la posa della prima pietra dell'attuale sede, sita in via dell'Incoronata, avvenne il 31 maggio [[1960]], sotto l'episcopato di [[Corrado Ursi]]. Tale complesso fu inaugurato il 7 maggio [[1964]] dal successore [[Antonio Rosario Mennonna]]. L'edificio, per volere del vescovo [[Aldo Garzia]], fu ristrutturato e riaperto l'8 dicembre [[1993]]. Il seminario ospita anche l'Istituto di Scienze Religiose. Nel medesimo edificio, con decisione del Consiglio presbiterale del 25 ottobre [[2011]], sarà realizzata la Casa diocesana del Clero, attrezzata all'accoglienza dei sacerdoti anziani o infermi.
 
Fabio Chigi, già vescovo di Nardò, fu eletto, il 7 aprile [[1655]], al soglio pontificio con il nome di [[papa Alessandro VII]].