Polo petrolchimico siracusano: differenze tra le versioni
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I primi impianti, sorti a sud della città di Augusta, si estesero su aree poco coltivate o a pascolo, fino a raggiungere l'agglomerato di Priolo Gargallo al tempo solo frazione. Le strutture vennero disposte a partire dal termine dell'area portuale di Augusta inglobando al proprio interno il binario delle [[Ferrovie dello Stato]] fino alla [[stazione di Megara-Giannalena]]. A supporto del trasporto di pendolari venne creata anche la [[stazione di Marcellino|fermata di Marcellino]], proprio all'interno del complesso RASIOM, posta in corrispondenza del fiume omonimo.
Una prima modifica ambientale (foriera di conseguenze future) fu quella dell'imbrigliamento delle falde acquifere<ref>[http://www.issm.cnr.it/demetrapdf/boll_15_2007/Pagine%20da%20demetra_imp%2015_adorno.pdf Salvatore Adorno, ''Industria e ambiente'', p. 44]</ref> dei fiumi e torrenti incorporati per utilizzo industriale mentre gli stessi alvei vennero usati a scopo di scarico di acque reflue spesso molto calde. All'interno della SINCAT erano già previsti tra 20 e 25 pozzi di estrazione dell'acqua, di cui la zona era ricca<ref name="RENDA">{{cita|Renda|p. 167|Renda}}</ref>
Dalle stazioni ferroviarie di Megara, Priolo e successivamente di Targia furono stesi svariati chilometri di raccordi ferroviari (gestiti direttamente in proprio dalle aziende petrolifere) che adducevano i vagoni da movimentare alle dette stazioni; la sola SINCAT aveva steso 30 km di binari al proprio interno oltre a 24 km di strade asfaltate<ref name="RENDA" />.
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