Tempio malatestiano: differenze tra le versioni
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Ovunque, quasi ossessivamente, sono ripetute in bassorilievo la S e la I incrociate, usualmente ritenuta una commemorazione dell'amore tra Sigismondo e [[Isotta degli Atti]], ma forse più prosaicamente come semplice abbreviazione di Sigismondo. Altri simboli sovente ripetuti sono la rosa canina e l'elefante, legati al suo casato, nonchè frondoni di frutta. Una grande quantità di statuette di putti adornava l'interno, molti dei quali oggigiorno asportati e dispersi in innumerevoli collezioni private locali.
Le sculture e i bassorilievi erano probabilmente opera di [[Agostino di Duccio]]. Direttore dei lavori fu [[Matteo De' Pasti]]. Contribuirono all'opera anche [[Roberto Valturio]], [[Basinio di Parma]] e [[Piero della Francesca]], di cui si conserva all'interno dell'edificio un suo affresco raffigurante
La [[struttura]] progettata dal genio genovese non fu completata. Il progetto dell'[[edificio]] comprendeva anche una [[cupola]] (che doveva essere tra le maggiori in Italia), ma non fu realizzata in seguito alla sopraggiungere della triste situazione economica per il Malatesta rese impossibile il completamento dell'opera.
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