Giovanni Niccolò Servandoni: differenze tra le versioni

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La prima messa in scena fu "Orione" di [[Louis de Lacoste]] a cui seguirono oltre 60 produzioni con grande successo di pubblico e di critica. Nei suoi allestimenti teatrali, Servandoni utilizzava particolari effetti prospettici, con punti di fuga molto scorciati, una tecnica già utilizzata dalla famosa famiglia dei [[Galli da Bibbiena]].
Nel [[1731]] fu ammesso all'[[Académie royale de peinture et de sculpture]] come pittore di rovine antiche.
Manifestò anche un grande talento per gli allestimenti effimeri, progettando gli apparati per la celebrazione della nascita del [[Delfino di Francia|Delfino]] ([[1729]]) insieme al suo vecchio maestro PaniniPannini giunto da Roma. Nel [[1736]] realizzò il baldacchino nella [[crociera (architettura)|crociera]] del [[transetto]] e l'[[altare]] della [[chiesa di San Bruno delle Certose di Lione]].
 
Lasciò Parigi nel 1745 perseguitato dai debiti.
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==Saint-Sulpice==
[[File:Servandoni - Façade de Saint-Sulpice.jpg|thumb|right|Progetto della facciata di Saint-Sulpice, 1732]]
La sua opera architettonica più conosciuta è la facciata della chiesa di [[Chiesa di Saint Sulpice|chiesa Saint-Sulpice]] ([[1732]]-[[1754|54]]) a [[Parigi]], per la quale vinse un concorso. Per la chiesa, anni prima aveva curato la ricostruzione della ''chapelle de la Vierge''.
La facciata viene considerata, in anticipo sui tempi, una delle prime realizzazioni del [[Architettura neoclassica|neoclassicismo]] nonostante la presenza delladelle due torri laterali che assecondano un modello gotico. La realizzazione risente forse dell'influenza dell'opera di [[Christopher Wren]] che Servandoni ebbe modo di conoscere durante il soggiorno a Londra, modificando il progetto originale del 1732.
Nel [[1752]] progetta una piazza semicircolare di fronte alla chiesa, ma venne realizzato solo uno degli edifici che la dovevano comporre.