Rivaroxaban: differenze tra le versioni

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L'uso di rivaroxaban è stato associato a un incremento del rischio di emorragie occulte o conclamate in qualsiasi tessuto od organo. Tali emorragie, se di entità rilevante, possono successivamente indurre anemia. Fra le emorragie si segnalano [[Ematoma|ematomi]], emorragie del tratto gastrointestinale (gengivali, rettali, [[ematemesi]]), [[ematuria]], emorragie del tratto genitale e [[menorragia]], [[epistassi]], emorragia congiuntivale. Non è attualmente nota la frequenza con cui possono verificarsi emorragie in un organo critico (ad esempio nel cervello).
 
A settembre 2013 [[Agenzia italiana del farmaco|AIFA]] ha emesso una nota informativa concordata con l'[[European Medicines Agency]] (EMA) in cui si sottolinea che dabigatranrivaroxaban

non necessita di monitoraggio di routine dell'attività anticoagulante, ma che, tuttavia, gli studi clinici e l'esperienza post-marketing hanno dimostrato che gli eventi di sanguinamento maggiore, e fra questi gli stessi eventi fatali, non non sono limitati al solo uso degli antagonisti della [[vitamina K]] od [[eparina|eparine]] a basso peso molecolare (EBPM) ma risultano essere significativamente elevati anche per dabigatran ed i nuovi anticoagulanti orali.<ref>{{Cita web | autore = AIFA | titolo = Comunicazione relativa ai nuovi anticoagulanti orali Eliquis®, Pradaxa®,
Xarelto® Importante informativa sui fattori di rischio di sanguinamento – | url = http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/nii_aifa_implementation_IT.pdf | editore = Agenzia Italiana del farmaco | data = 11-09-2013 | accesso = 30 settembre 2013 }}</ref>