Lazio: differenze tra le versioni

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Il settore agricolo laziale ha perso l'importanza che aveva tradizionalmente avuto fino all'immediato dopoguerra, quando la produzione proveniva essenzialmente da grandi latifondi agricoli.
 
Con riferimento alle coltivazioni legnose, preponderante nel Lazio è quella dell'olivo {{TA|(86 151}} ha coltivati nel 2003<ref>[http://www.agricoltura.regione.lazio.it/binary/agriweb/agriweb_allegati_schede_informative/Statistiche_2003.1190975174.pdf Statistiche 2003 agricoltura nel Lazio]</ref> soprattutto in provincia di Roma e di Viterbo), rispetto alla vite,e al nocciolo,diffuso nel viterbese ed in particolare nella zona dei Monti Cimini. Dopo queste tre colture tradizionali si è molto sviluppata quella del Kiwi, soprattutto nella provincia di Latina, tanto che la superficie coltiva è di {{TA|6 881}} ettari, di poco superiore a quella destinata alla coltura del castagno. Per quanto riguarda le altre coltivazioni tra i cereali si coltiva soprattutto il frumento duro {{TA|(87 015}} ha di cui oltre {{TA|50 000}} ha nel viterbese), il mais ed il frumento tenero. Tra le altre colture si producono l'orzo,le barbabietole da zucchero e l'avena, e [[Oliva Itrana|Oliva di Itri]] conosciuta come oliva di Gaeta.
Nonostante il fenomeno della [[transumanza]] sia molto ridotto rispetto al passato, nel Lazio c'è ancora una forte presenza di allevamenti di ovini {{TA|(817 092}} capi nel [[2003]], quasi il 40% dei quali nel viterbese) che pongono la regione dietro alla [[Sardegna]] e alla [[Sicilia]] nell'allevamento di questo capo di bestiame. A seguire, si contano circa {{TA|380 000}} capi di bovini e oltre {{TA|100 000}} capi di suini. Nel sud della Regione, infine, si sta sviluppando fortemente l'allevamento di bufali, che nel 2003 superavano le {{TA|70 000}} unità.