Lev Isaakovič Šestov: differenze tra le versioni
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=== I primi scritti ===
La dissertazione che presentò gli impedì di divenire dottore in legge poiché fu rifiutata, in quanto troppo rivoluzionaria. Nel [[1898]] entrò a far parte di un circolo di prominenti intellettuali e artisti russi che includeva [[Nikolaj Berdjaev]], [[Sergej Diaghilev|Sergej Djagilev]], [[Dmitrij Merežkovskij]] e [[Vasilij Rozanov]]. Šestov contribuì con i suoi articoli al giornale pubblicato dal circolo e, durante questo periodo, completò la sua prima opera filosofica maggiore: ''Il bene
Nel [[1903]] pubblicò una delle sue opere maggiori, ''La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche'', seguito nel [[1905]] da ''Tutto è possibile'', dove adottò uno stile aforistico di stampo nietzscheano e accennò ad alcuni temi - [[religione]], [[razionalismo]], [[scienza]] - che avrebbe poi sviluppato pienamente in seguito. Il lavoro di Šestov conobbe inizialmente pochi consensi e critica fu anche la più stretta cerchia dei suoi amici che vedevano, nella sua rinuncia a [[ragione]] e a [[metafisica]], una deriva verso il [[nichilismo]].
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