Reale tenuta di Carditello: differenze tra le versioni
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Questi siti non erano solo semplici luoghi per lo svago (soprattutto per la caccia) della famiglia reale borbonica e della sua corte, poiché, è importante sottolineare, che in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione di imprenditoria ispirata dalle idee illuministiche in voga in quei tempi. Si citano per esempio gli allevamenti della [[Fagianeria di Caiazzo]], la produzione della [[seta]] a San Leucio, la pesca al Fusaro, gli allevamenti della Tenuta di Persano e del Demanio di Calvi.
== Storia ==
In particolare la Reale tenuta di Carditello era una vasta porzione, in parte acquitrinosa, della pianura delimitata a settentrione dal fiume [[Volturno]], ad oriente dal [[monte Tifata]] e dai suoi colli, a meridione dall'antico fiume Clanio, oggi [[Regi Lagni]], e ad occidente dal [[mar Tirreno]]. Essa ospitava una dinamica azienda agricola, ben progettata nelle infrastrutture edili e ben organizzata negli allevamenti di pregiate razze equine, nella produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli e caseari.
La Reggia di Carditello, situata a circa 4 km ad ovest dell'abitato di [[San Tammaro]], a metà strada tra [[Napoli]] e [[Caserta]], in via Foresta a Carditello, è un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico, destinato da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] (1716-1788) a luogo per la caccia e l'allevamento di cavalli e poi trasformato per volontà di [[Ferdinando IV di Borbone]] (1751-1825) in una fattoria modello per la coltivazione del grano e l'allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini. Era immerso in una vasta tenuta ricca di boschi, pascoli e terreni seminativi, e si estendeva su di una superficie di 6.305 moggia capuane, corrispondenti a circa 2.100 ettari. Era animato da un discreto numero di persone dedite alla conduzione dell'azienda. Carditello era uno dei siti reali che si fregiava del titolo di "Reale Delizia" perché, nonostante la sua funzione di azienda, offriva una piacevole permanenza al re e alla sua corte per le particolari battute di caccia che i numerosi boschi ricchi di selvaggina permettevano.
Il fabbricato è stato costruito dall'architetto [[Francesco Collecini]], allievo e collaboratore di [[Luigi Vanvitelli]]. L'area antistante, formata da una pista in terra battuta che richiama la forma dei circhi romani, abbellita con fontane, obelischi ed un tempietto circolare dalle forme classicheggianti, era destinata a pista per cavalli.
== Situazione attuale ==
Nel 1920 gli immobili e l'arredamento passarono dal [[demanio]] all'[[Opera Nazionale Combattenti]] e i 2.070 ettari della tenuta furono lottizzati e venduti. Rimasero esclusi il fabbricato centrale e i 15 ettari circostanti, disposti a ventaglio sui lati ovest, nord ed est del medesimo complesso, che nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del patrimonio del [[Consorzio generale di bonifica del bacino inferiore del Volturno]].
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''Carduetum, cardueti'' = cardito, carditello, ovvero luogo piantato a [[cardo|cardi]]: nei tempi passati il territorio in oggetto assunse il nome di Carditello perché si presentava infestato della pianta di cardo, tanto da formare una barriera per chi voleva inoltrarsi a piedi o a cavallo.
== Galleria fotografica ==
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Immagine:Parco1.jpg|Parco
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<references/>
== Bibliografia ==
Nadia Verdile, La Reggia di Carditello. Tre secoli di fasti e feste, furti e aste, angeli e resurrezioni, Napoli, Ventrella Edizioni, 2014 ISBN
== Voci correlate ==
* [[Regno di Napoli]]
* [[Regno delle Due Sicilie]]
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