Teca Falcone: differenze tra le versioni

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La TECA
La TECA è un manufatto-memoria destinato
è un manufatto-memoria realizzato per la conservazione e l’esposizione
alla conservazione ed all’esposizione dell’autovettura del giudice Giovanni FALCONE,
dell’autovettura del giudice Giovanni FALCONE oggetto dell’attentato di Capaci.
oggetto dell’attentato di Capaci. La Fiat Croma bianca, di proprietà del
Ministero della Giustizia, è stata acquisita dal Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria che ha provveduto all’effettuazione del suo restauro
conservativo.
 
La Fiat
L’idea della TECA nasce tra il 2000 ed il
Croma bianca, di proprietà del Ministero della Giustizia, è stata acquisita dal
2001. Il progetto, redatto dall’arch. Matteo PROTO, dirigente presso l’Ufficio
Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che ha provveduto
tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei
all’effettuazione del suo restauro conservativo.
servizi, è dell’ottobre 2002.
 
L’idea di
La struttura dell’Amministrazione in cui
valorizzazione (intesa come “…..''attività
il manufatto è stato realizzato, la Scuola di formazione e aggiornamento del
destinata ad incrementare l’uso pubblico del bene conforme alla sua natura''.”)
personale intitolata, appunto,  a
del reperto si deve ad Enrico RAGOSA, Capo della Direzione generale delle
“Giovanni Falcone”, è stata scelta tenendo conto delle attività formative e di
risorse materiali, dei beni e dei servizi del Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria, che incaricò l’architetto Matteo PROTO, oggi dirigente presso
l’Ufficio tecnico della stessa Direzione generale, di elaborare il relativo
progetto (2002) e di curare la direzione dei lavori.
 
Problematiche
di varia natura hanno fatto traslare l’inizio dei lavori all’autunno 2011.
 
La
struttura dell’Amministrazione in cui il manufatto è stato realizzato - la
Scuola di formazione e aggiornamento del personale intitolata “Giovanni
Falcone”- è stata scelta in considerazione delle attività formative e di
aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all’impegno ed
all’abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia.
 
La TECA
La TECA è stata dislocata su uno dei lati
è stata dislocata su uno dei lati lunghi della “Piazza d’Armi” della Scuola al fine di poter essere sempre
fine di poter essere sempre visibile e “presente” durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano
si svolgono, dal quotidiano alza/ammaina bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria,
di Polizia penitenziaria, alla Festa del Corpo.
 
E’
E’ stata, così, scartata l’idea iniziale
stata, così, scartata l’idea iniziale di ubicarla sul lato breve, di fondo, 
fondo,  per evitare quell’enfatizzazione – non cercata – che la testata
sull’asse maggiore  dello spazio aperto avrebbe suggerito, preferendo,
avrebbe suggerito, preferendo, invece, una dislocazione più defilata, quasi al centro di uno dei  lati
lunghi del piazzale, in adiacenza di un grande pino marittimo evocante alla
centro di uno dei  lati lunghi del
memoria dei visitatori, l’albero palermitano ribattezzato “Albero Falcone”.
piazzale, adiacente ad un grande pino che richiamerà, invincibilmente, alla
memoria dei visitatori, l’albero palermitano ribattezzato “l’albero di
Falcone”.
 
In seguito, infatti, la Scuola che ospita la TECA ha
A favore della assoluta visibilità del suo
promosso il Premio " Oltre la Giustizia: il ricordo"  rivolto
interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di
agli studenti degli istituti scolastici del territorio, nella giornata
cristallo, collegate da piedritti sempre in cristallo. La struttura portante,
della Commemorazione  delle vittime della strage di Capaci. Circa 200
di minimo impatto visivo, è costituita da pilastri cilindrici in acciaio e da
studenti degli Istituti che hanno aderito all'invito hanno concorso, attraverso
travi dello stesso materiale, quest’ultime occultate da un alto fascione
la presentazione di messaggi, disegni, poesie e pensieri in memoria di  Giovanni Falcone, di Francesca
perimetrale.
Morvillo e degli uomini della scorta
che hanno perso la vita nel brutale attentato mafioso del 23 maggio 1992; gli
elaborati ornano già il pino ubicato prossimo alla TECA, in sintonia con il ficus posto
davanti al portone del palazzo in via Emanuele Notarbartolo 23, a Palermo
dove abitavano i due magistrati.
 
A favore
La TECA è il risultato dell’accostamento
dell’assoluta visibilità del suo interno, il manufatto è stato realizzato con
di tre volumi elementari: due maggiori, costituiti da prismi estrusi da
ampie vetrate modulari di cristallo, collegate da piedritti sempre in
triangoli equilateri specchiati e ruotati, ed uno minore, di collegamento tra i
cristallo.
due, sulla base di un triangolo rettangolo, interposto nell’area che residua
dalla rotazione dei triangoli maggiori che è di circa 30°.
 
La
La scelta della figura geometrica del
struttura portante, di minimo impatto visivo, è costituita da pilastri
triangolo equilatero per la base dei due volumi maggiori è tesa a simboleggiare
cilindrici in acciaio e da travi dello stesso materiale, quest’ultime occultate
per l’uno l’equità e l’imparzialità della Giustizia – di cui il giudice
da un alto fascione perimetrale.
Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti
rappresentanti – e per l’altro, il richiamo a quella terra di Sicilia, teatro
dell’attentato, che, per la sua netta icnografia, fin dai tempi più antichi, è
stata chiamata ''Trinacria''.
 
La TECA
Ed il “triangolo” viene assunto come'' leit-motiv'' dell’intero organismo: dal
è il risultato dell’accostamento di tre volumi elementari: due maggiori,
disegno del controsoffitto interno formato da una serie di triangoli, con
costituiti da prismi estrusi da triangoli equilateri specchiati e ruotati, ed
orientamento omogeneo a quello dello spazio che coprono, in pannelli di lamiera
uno minore, di collegamento tra i due, sulla base di un triangolo rettangolo,
microforata, alle maniglie in acciaio della porta di ingresso, realizzate su
interposto nell’area che residua dalla rotazione dei triangoli maggiori che è
disegno, ciascuna formata da un triangolo rettangolo che, accostata idealmente
di circa 30°.
all’altra, ripropone il triangolo equilatero che comanda l’intera composizione.
 
La
Anche necessari elementi strutturali, come
scelta della figura geometrica del triangolo equilatero per la base dei due
è il caso delle controventature di alcune campate, costituite da tiranti in
volumi maggiori è tesa a simboleggiare per l’uno l’equità e l’imparzialità
acciaio, ridisegnano la figura geometrica di base.
della Giustizia – di cui Falcone, per la sua storia personale, è,
indubbiamente, tra i più alti rappresentanti – e per l’altro, il richiamo a
quella terra di Sicilia, teatro dell’attentato, che, per la sua netta
icnografia, fin dai tempi più antichi, è stata chiamata ''Trinacria''.
 
Ed il
L’autovettura è “poggiata” su di un letto di ciottoli colorati naturali di
“triangolo” viene assunto come ''leit-motiv'' dell’intero organismo: dal disegno del
varia granulometria e tonalità che ricordano il terriccio del luogo della
controsoffitto formato da una serie di triangoli, con orientamento omogeneo a
strage come visibile dopo l’esplosione, sul quale, come impresso nelle foto
quello dello spazio che coprono, in pannelli di lamiera microforata, alle
d’epoca riprodotte nel pannello espositivo all’interno del manufatto, insiste
maniglie in acciaio realizzate su disegno della porta di ingresso, pur’essa in
cristallo, ciascuna formata da un triangolo rettangolo che, accostata
idealmente all’altra, ripropone il triangolo equilatero che comanda l’intera
composizione.
 
Anche
necessari elementi strutturali, come le controventature di alcune campate,
costituite da tiranti in acciaio, ridisegnano la figura geometrica di base.
 
L’autovettura
è “poggiata” su di un letto di ciottoli colorati naturali di varia
granulometria e tonalità che ricordano il terriccio del luogo della strage come
visibile dopo l’esplosione, sul quale, come impresso nelle foto d’epoca
riprodotte nel pannello espositivo all’interno del manufatto, insiste
l’autovettura del magistrato.
 
Il
Il percorso di accesso alla TECA è stato
percorso di accesso alla TECA è stato pensato come un tratto autostradale, delimitato
da  ''guard-rail'' volutamente  ammaccati, è pavimentato con pietra naturale
naturale basaltica sulla quale sono state applicate delle strisce in lamina di acciaio
acciaio inox che simulano le linee individuanti le corsie e la carreggiata.
 
Queste
ultime, in prossimità dell’ingresso alla teca, innalzandosi, flettendosi ed
acquistando spessore, formano i due corrimano.
 
Sul
retro della teca, un grande incavo, a terra, simboleggia il vuoto lasciato
dall’esplosione: sul fondo della depressione sono stati sistemati dei fari a
fascio di luce concentrato che, opportunamente proiettati su uno schermo in
acciaio inox, producono un effetto di luce intensa e diffusa in ricordo del
fuoco conseguente all’esplosione.
 
La TECA
è stata inaugurata il 18 maggio 2012 dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano,
nell’ambito dell’annuale cerimonia celebrativa della Festa del Corpo di Polizia
penitenziaria, quell’anno coincidente con il 195° anniversario della fondazione
dello stesso.
 
Da
Queste ultime, in prossimità dell’ingresso
allora, la direzione della Scuola, congiuntamente al personale di Polizia Penitenziaria
alla teca, innalzandosi, flettendosi ed acquistando spessore, formano i
che opera presso l'istituto di formazione, accoglie le visite di chi ne fa
corrimano.
richiesta, particolarmente di scuole ed associazioni, in un percorso di
educazione alla legalità.
 
La TECA
Sul retro della teca, un grande incavo, a
è stata realizzata dall’Impresa Grossi Costruzioni di Roma.
terra, simboleggia il vuoto lasciato dall’esplosione: sul fondo della depressione
sono stati sistemati dei fari a fascio di luce concentrato che, opportunamente
proiettati su uno schermo in acciaio inox, producono un effetto di luce intensa
e diffusa in ricordo del fuoco conseguente all’esplosione.
 
L’Ufficio
La TECA è stata realizzata dall’Impresa
di direzione lavori è  stato costituito dall’arch. Matteo PROTO e dal
Grossi Costruzioni di Roma.
geom. Emiliano RUSSOLILLO che è stato anche il coordinatore per la sicurezza in
fase di esecuzione.
 
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L’Ufficio di direzione lavori è  stato costituito dall’arch. Matteo PROTO e dal
geom. Emiliano RUSSOLILLO.__INDICE__