Il [[filosofia moderna|pensiero moderno]] ha assunto una visione razionalista con [[Cartesio]] che definiscedefiniva la libertà non come un puro e semplice «libero arbitrio d'indifferenza»<ref>Così nella [[Scolastica (filosofia)|Tarda Scolastica]]</ref> ma come impegnativa scelta concreta di cercare la verità tramite il [[dubbio]].<ref>Cartesio, ''Principia'', I, 41</ref>
DellaMentre questioneperò èCartesio tornatosi aarenò occuparsinella duplice accezione di ''[[Spinozares cogitans]]'' e ''[[res extensa]]'', cheattribuendo assoluta [[libertà]] alla prima e passività [[meccanicismo|meccanica]] alla seconda, [[Spinoza]] cercò di conciliarli ripreseriprendendo il tema [[stoicismo|stoico]] di un Dio [[immanente]] alla Natura, dove tutto avviene secondo necessità. La libera volontà dell'uomo dunque non è altro che la capacità di accettare la legge universale ineluttabile che domina l'universo. La libertà non sta nell'arbitrio, ma nell'assenza di costrizioni che consente ad esempio a una pianta di svilupparsi secondo le sue leggi: «Tale è questa libertà umana, che tutti si vantano di possedere, che in effetti consiste soltanto in questo: che gli uomini sono coscienti delle loro passioni e appetiti e invece non conoscono le cause che li determinano».<ref>Spinoza, ''Ethica'', V, 3.</ref>
[[File:Gottfried Wilhelm von Leibniz.jpg|thumb|upright=0.5|Leibniz]]