Trabucco (pesca): differenze tra le versioni

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==Storia==
Secondo alcuni storici pugliesi, il trabocco sarebbe un'invenzione importata nella regione dai [[Fenici]]. La più antica data di esistenza documentata risale al [[XVIII secolo]], periodo in cui i pescatori dell'Abruzzo dovettero ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona. I trabocchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare: sfruttando la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa, venivano costruiti nel punto più prominente di punte e promontori, aggettando le reti verso il largo attraverso un sistema di monumentali bracci lignei.
 
Il trabocco è tradizionalmente costruito col legno di [[Pinus halepensis|pino d'Aleppo]], il [[pino]] comune in tutto il medio Adriatico; questo perché è un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, modellabile, resistente alla [[salsedine]] ed elastico (il trabocco deve resistere alle forti raffiche di [[Maestrale]] che battono il basso [[Adriatico]]). Alcuni trabocchi sono stati ricostruiti negli ultimi anni, grazie anche a finanziamenti pubblici come ad esempio la legge regionale abruzzese n.99 del 16/9/1997, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in compenso il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica. Alcuni trabocchi sono stati persino convertiti in ristoranti. Il termine “Trabocco” è di origine dialettale; si pensa derivi dal latino “ Trabs – Trabis”, trave o albero, essendo il trabocco composto quasi esclusivamente da travi.