Iosif Stalin: differenze tra le versioni

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|Soprannome = Stalin
|Data_di_nascita = 18 dicembre [[1878]]
|Nato_a = [[Gori (Georgia)|Gori]]
|Data_di_morte = 5 marzo [[1953]]
|Morto_a = [[Mosca]]
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|Reparto =
|Anni_di_servizio = [[1918]]-[[1953]]
|Grado = [[Generalissimo (grado)|Generalissimo]] dell'Unione Sovietica
|Ferite =
|Comandanti =
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Considerato da Lenin e anche da Trockij il dirigente bolscevico più duro e efficiente<ref>R.Conquest, ''Stalin'', p. 99.</ref>, Stalin venne inviato successivamente negli [[Urali]] dove contribuì alla nomina del generale [[Sergeij Kamenev]] al comando supremo<ref>W.Bruce Lincoln, ''I Bianchi e i Rossi'', pp. 193-194.</ref>, quindi nel maggio 1919 si recò a [[Pietrogrado]], dove denunciò e represse una presunta cospirazione antibolscevica e organizzò la riconquista di alcune piazzeforti. Infine partì il 3 ottobre 1919 per il fronte sud, come commissario politico del Fronte meridionale, dove riallacciò i rapporti con i suoi fedeli amici della [[Prima armata di cavalleria russa|Prima armata a cavallo]]: [[Kliment Efremovič Vorošilov|Kliment Vorošilov]], [[Grigorij Konstantinovič Ordžonikidze|Grigorij Ordžonikidze]], [[Semën Michajlovič Budënnyj|Semën Budënnyj]]<ref>R.Conquest, ''Stalin'', pp. 98 e 101.</ref>.
 
Durante la [[guerra sovietico-polacca]] Stalin, commissario politico del Fronte Sud-occidentale del generale Egorov, inizialmente condivise con Trockij le forti riserve sui progetti di offensiva verso il cuore dell'[[Europa]] promossi da Lenin; dubbioso sulla possibilità di una insurrezione socialista in [[Polonia]] o in [[Germania]], egli evidenziò invece come fosse prudente occuparsi soprattutto della situazione in [[Penisola di Crimea|Crimea]] e nel [[Kuban]] dove le forze bianche avevano ripreso la loro attività e minacciavano la sicurezza delle retrovie del suo fronte. Alla fine però si imposero i progetti strategici di Lenin e del generale [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij|Michail Tuchačevskij]] e Stalin finì per votare disciplinatamente nel Politburo a favore dell'offensiva su [[Varsavia]]<ref name="A.Bullock, pp. 143-144">A.Bullock, ''Hitler e Stalin, vite parallele'', pp. 143-144.</ref>. Durante la battaglia, che terminò con la sconfitta dell'Armata Rossa, sorse un nuovo violento contrasto con Trockij, quando Stalin si rifiutò, in ragione degli inevitabili pericoli che l'operazione avrebbe comportato ma anche per rivalità personale, di distaccare una parte delle sue forze in appoggio al generale Tuchačevskij e decise di concentrarle invece nella inutile conquista di [[Leopoli|L'vov]]<ref>W.Bruce Lincoln, ''I Bianchi e i Rossi'', pp. 370-371.</ref>. Nel X Congresso del partito del 1921 la condotta e le decisioni di Stalin vennero criticate in una sessione a porte chiuse, nonostante le spiegazioni che egli fornì del suo operato<ref>R.Conquest, ''Stalin'', pp. 102-103.</ref>. Le controversie sulle responsabilità nella [[battaglia di Varsavia (1920)|sconfitta di Varsavia]] sarebbero continuate fino agli anni trenta e concorsero a rovinare i rapporti tra Stalin e il generale Tuchačevskij<ref name="A.Bullock, pp. 143-144"/>.
 
Lenin espresse anche esplicite riserve nei suoi confronti, manifestate nel testamento politico in cui accusava Stalin di anteporre le proprie ambizioni personali all'interesse generale del movimento. Lenin era preoccupato che il governo perdesse sempre più la sua matrice proletaria, e diventasse esclusivamente un'ala dei burocrati di partito, sempre più lontani dalla generazione vissuta tanto tempo in clandestinità prima delle rivolte del 1917. Oltretutto intravvedeva un futuro dominio incontrastato del Comitato Centrale, ed è per questo che propose nei suoi ultimi scritti una riorganizzazione dei sistemi di controllo, auspicandone una formazione prevalentemente operaia che potesse tenere a bada la vasta e nascente nomenclatura di funzionari di partito<ref>[[Isaac Deutscher]], Il profeta armato, Longanesi, 1956.</ref>.
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In occasione della [[Guerra di Corea]] Stalin offrì all'alleato [[Kim Il Sung]] l'appoggio di 26.000 soldati sovietici (un apporto molto moderato, se confrontato con quello concesso invece da Mao pari a 780.000 militi) e regalò delle forniture alimentari e di mezzi corazzati ai nordcoreani, ma fu sempre restio a intervenire direttamente nel conflitto. Durante la [[guerra civile greca]] rispettò i patti firmati con le potenze alleate e non supportò i comunisti ellenici, lasciando che Gran Bretagna e Stati Uniti, sempre nel rispetto dei patti che dividevano l'Europa in aree d'influenza, a rotazione dessero aiuti determinanti al governo di Atene nella repressione dell'insurrezione comunista. In sostanza Stalin lasciava mano libera agli occidentali in Grecia ed in Italia, ma pretendeva i medesimi diritti su tutta l'Europa orientale.
 
Stalin, ormai in età avanzata, subì un [[colpo apoplettico]] nella sua villa suburbana di Kuntsevo la notte tra il 28 febbraio e il 1º marzo [[1953]], ma le guardie di ronda davanti alla sua camera da letto non osarono forzarne la porta blindata fino alla sera del 1º marzo, quando Stalin era già in condizioni disperate: metà del corpo era paralizzata e aveva perso l'uso della parola. Il comandante delle guardie avvertì telefonicamente [[Malenkov]] e [[Berija]], ma i medici, scelti personalmente dal ministro della sanità Tret'jakov, arrivarono solo la mattina del 2 marzo e le fonti ufficiali riportarono che il malore era avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 marzo<ref name=Medvedev>Roy A. Medvedev, Zhores A. Medvedev, ''Stalin sconosciuto'', Feltrinelli</ref>. Stalin morì all'alba del 5 marzo, dopo aver dato per diverse volte segnali di miglioramento. {{cn|Drammatico è il racconto dell'ultimo istante di vita del dittatore fatto dalla figlia [[Svetlana Josifovna Allilueva|Svetlana]]: convinto di essere vittima di una congiura, Stalin maledisse i leaders comunisti riuniti attorno al divano sul quale giaceva}}. Alcuni storici hanno accettato l'ipotesi dell'assassinio per avvelenamento, ipotesi categoricamente smentita dal grande storico [[Roy Medvedev]], secondo cui non sono emerse dagli archivi sovietici prove a sostegno di questa tesi<ref name="Medvedev>Roy" A. Medvedev, Zhores A. Medvedev, ''Stalin sconosciuto'', Feltrinelli</ref>.
 
Il suo funerale fu imponente, con una partecipazione stimata in un milione di persone<ref name="Funerale di Stalin">[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref>: il corpo, dopo essere stato [[imbalsamazione|imbalsamato]] e vestito in uniforme, fu solennemente esposto al pubblico nella Sala delle Colonne del [[Cremlino]] (dove era già stato esposto [[Lenin]]). Almeno 500 persone morirono schiacciate nel tentativo di rendergli omaggio<ref name="Funerale di Stalin"/>. Fu sepolto accanto a Lenin nel [[Mausoleo di Lenin|mausoleo]] sulla Piazza Rossa.