Storia di Acri: differenze tra le versioni
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Tra i rinvenimenti si segnalano [[Forno|forni]] per la lavorazione della [[ceramica]], che producevano vasellame di tipo bruzio, e i resti di una [[villa romana]] datati al [[II secolo]] d.C. Altri rinvenimenti nel territorio si riferiscono a punte di [[freccia]] di [[ossidiana]] e di [[selce]], frammenti di ceramica locale (osca o bruzia) e infine alcune monete, ora in possesso del [[Museo Archeologico della Sibaritide]].
E indubbio che nel territorio di Acri vi fu un insediamento umano ,molto consistente, nel periodo che va dal periodo eneolitico ,al bronzo finale, e chiaro che si debbano identificare come la prima popolaziane giunta sulle nostre terre gli Enotri, soppiantati poi dagli Osco-Umbri,e dal cui ceppo derivano i Sanniti e da questi i Lucani e i Bruzii,infatti nell'elenco delle località bruzie esistenti già l'anno 1240 av.C.nell'opera Storia dei Cosentini lo storico Andreotti cita"Acrae,Albistria,Blanda,Besidie,Cerre,Lao,Nucria, Napezia,Tyllesion".Luigi Caruso in"Storia di Cosenza" fra gli antichi nomi di alcuni comuni della Calabria scrive: "Ocriculum-Axia-Acrium-Acresium-Acrae-Acra" tralasciando evidentemente altri con i quali si ricordava in altri tempi,lo storico Cantù scrive"Ne L'interno acheruntia e Pantosia ne l'Acheronte";Davide Andreotti Loria scrive sulle origini di Acri e l'antica Aciris,che declinava come metabo vale a dire:"Aciris,Aceruntis,Acherontis"precisa che il nome,non è di origine greca ,ma nazionale,chi la fà di origine greca fu ingannato dal suo nome a radice greca,e chi lo ritiene di origine asiatica si appoggiò ai nomi di alcuni suoi monti e valli che sono simili ad alcune voci ebraiche,gli fece cedere,che ebraiche fossero le sue origini".L.Caruso nella sua opera scrive,il rinvenimento di tracce del neolitico superiore e della pietra levigata rinvenute ad Acri,i primi abitatori risalirebbero perciò,ad un periodo compreso tra il 6000 ed il 2800 av.C.,caratterizzato dalla cultura megalitica(mega=grande,e lithos=pietra),ne fa fede anche il graffito raffigurante un gigante,inciso su di una rupe nella parte alta del Mucone come scrive nella sua opera il Capalbo.
L'evoluzione demografica della città di Acri è in parte documentata dai registri delle imposte regie del 1561 vengono iscritti 1175 fuochi (famiglie) e nel 1595 arriva a 1453 (famiglie)(università degli studi della Calabria),nel 1615 dal cartografo (Mario Cartaro) si a una descrizione assai più completa del terrritorio della città di Acri e delle sue frazioni Acri 1910 fuochi,,San Demetrio 266 fuochi,Santa Sofia 187,San Giorgio 40 fuochi,Baccarizzo di Acri 133 fuochi,Macchia d'Orto 52 fuochi,San Cosmo 46 fuochi,e nello stesso periodo Cosenza il capoluogo aveva 2503 fuochi,e Bisignano 1239 fuochi.
==Rinvenimenti numismatici==
La quantità di materiale monetale rispetto agli altri reperti provenienti dagli scavi è esigua (in totale una ventina di esemplari, abbraccianti tuttavia un ampio lasso di tempo.
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*Pier Giovanni Guzzo,"Le città scomparse della magna Grecia" Roma 1990.
* Strabone," Geografia, L'Italia libro V-VI" Milano 1996.
* Raul Marzario;A.Giuffrè,"Signori e Contadini della Calabria,dal XV al XIX sec." 1975 Università degli studi della Calabria.
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