Juan Antonio Llorente: differenze tra le versioni
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Nel frattempo ilre restaurato condanna Llorente al bando del Regno e confisca i suoi beni. Llorente si è rifugiato prima a [[Lectoure]] successivamente a [[Bordeaux]] e sul finire dell'Impero nel 1814 a Parigi. Tenta inutilmente di ottenere il perdono di Ferdinando VII.
Il 17 febbraio 1817, l'[[ultrarealisti|ultrarealista]] Clausel de Coussergues dichiara alla Camera che l'Inquisizione in Spagna era «il più moderato dei tribunali, a malapena un tribunale di censura, che nei secoli aveva fatto meno vittime del furore rivoluzionario in Francia durante il Terrore». Si trattava di un episodio marginale condannato all'unanimità dalla Camera ma il clamore che suscita questa dichiarazione sia presso i rifugiati spagnoli che sulla stampa liberale indica a Llorente i vantaggi che può trarne con un'opera su questo argomento. Pubblica infatti la ''Histoire critique de l'inquisition d'Espagne'' in quattro volumi che sarà tradotta in inglese, in tedesco, in olandese e in italiano e che gli procurerà critiche, ostilità e infine la sospensione "a divinis".
=== Espulsione dalla Francia ===
Con l'abolizione della Costituzione spagnola del 1812 e in seguito al colpo di Stato di [[Rafael del Riego]] nel 1820 Llorente si presenta come un sostenitore del nuovo Stato liberale spagnolo e per questo motivo e per la sua attività di patriota carbonaro riceve nel 1823 l'ordine di lasciare la Francia. In Spagna Llorente s'impegna a favore del ritorno al potere dei liberali nel 1822 riuscendo a far espellere il Nunzio apostolico dalla Spagna (1822) e all'approvazione nel 1823 di un testo che fissi definitivamente lo status del clero spagnolo. In quello stesso anno Llorente muore all'età di 67 anni a Parigi.
==Opere==
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