Triassico italiano: differenze tra le versioni

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[[File:CARNIAN EARTH.jpg|thumb|upright=1.8| Rappresentazione della Terra al passaggio Ladinico-Carnico. Prosegue l'espansione della Neotetide e le micro-placche cimmeriche si avvicinano al margine settentrionale della Paleotetide, ormai molto ridotta. La subduzione di crosta oceanica al margine occidentale della Paleotetide è probabilmente all'origine di un vulcanismo di arco nell'area delle attuali Alpi Meridionali. Nel settore nord-occidentale della Tetide si individuano nuovi piccoli bacini oceanici in fase di espansione. Un sistema di rift attivo interessa l'area corrispondente alla micro-placca Adria almeno dal Triassico Medio. Stampfli e Borel, 2002. Modificato.]]
 
È evidente il raggruppamento della maggior parte delle terre emerse in un unico [[supercontinente]], la [[Pangea]]. L'enorme area oceanica a forma di V in gran parte racchiusa dal Pangea e decorrente approssimativamente lungo la fascia equatoriale del pianeta è la [[Tetide]]. All'inizio del Trias, una parte di questo oceano, la Paleotetide, è in fase di chiusura, delimitata a nord e a est da zone di subduzione, mentre nuova crosta oceanica si crea a sud, determinando l'espansione della Neotetide. L'oceano neo-tetidiano si è originato da un rift che interessò nel Permiano la parte settentrionale del Sud Pangea (attuali blocchi [[ArabiaPenisola araba|arabo]]-[[africa]]no, [[India]], [[Antartide]] e [[Australia]]) determinando la separazione di una serie di micro-placche di crosta continentale. Questi blocchi definiscono complessivamente un'area continentale allungata in senso est-ovest nota dalla letteratura geologica come ''Cimmeria'', comprendente come elementi maggiori [[Turchia]], [[Iran]], [[Afghanistan]], Sud [[Tibet]] e gran parte dell'[[Indocina]] e della [[Malesia]], che separa i due corridoi oceanici. Come si vede, l'area corrispondente all'[[Italia]] odierna si trova in una posizione prossima alla giunzione tra le aree in espansione e in subduzione neo e palo-tetidee, e costituisce di fatto l'elemento più occidentale dei blocchi cimmerici, almeno per quanto concerne la microplacca di Apulia ''sensu stricto'' (Stampfli et al., 2002). Il blocco [[Sardegna|sardo]]-[[Corsica|corso]] era invece ancora solidale con la Laurasia meridionale (attuali [[Spagna]] e [[Midi (Francia)|Francia meridionale]]).
 
[[File:RHAETIC EARTH.jpg|thumb|upright=1.8| Rappresentazione della Terra al passaggio Retico-Hettangiano (Giurassico Inferiore). È avvenuta la collisione tra le micro-placche cimmeriche e il margine meridionale di Laurasia, con le prime fasi dell'[[orogenesi]] cimmerica. Inizia la subduzione della crosta oceanica della Neotetide. Persistono e si espandono ancora nel settore nord-occidentale della Tetide i piccoli bacini oceanici originatisi nel Trias Medio. Si attiva il rift del Nord Atlantico e inizia la separazione tra Laurasia e Gondwana; la micro-placca Adria è attivamente interessata da fasi tettoniche distensive in conseguenza dell'incipiente apertura della Tetide alpina. Stampfli e Borel, 2002. Modificato.]]
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Come è noto, il limite tra [[Permiano (geologia)|Permiano]] e Triassico, coincidente con quello [[Paleozoico]]-[[Mesozoico]] corrisponde ad un evento primario di [[Transizione biotica|estinzione di massa]]. Il Trias Inferiore è quindi anche in Italia, almeno alla sua base, paleontologicamente caratterizzato da fossili relativamente scarsi e faune piuttosto povere, poco diagnostiche dal punto di vista biostratigrafico, sebbene nel corso dello Scitico si assista ad una nuova progressiva differenziazione biologica. Le comunità biologiche di [[piattaforma carbonatica]] (come i [[corallo|coralli]] e le [[alghe]] calcaree) sono ancora assai poco sviluppate e non originano biocostruzioni significative (che invece diventeranno la nota dominante dei depositi triassici successivi).
 
Il Trias Inferiore è rappresentato in Italia da depositi di spessore piuttosto limitato e da [[facies]] relativamente poco variate, conosciute in affioramento nell'area alpina e nella Sardegna settentrionale. Questi sedimenti evidenziano una polarità ben precisa nel ciclo sedimentario. Alla base si trovano depositi di scarso spessore, prevalentemente [[Arenaria (roccia)|arenacei]] e [[conglomeratoRocce sedimentarie clastiche|conglomeratici]] nelle Alpi Occidentali e in Sardegna, rappresentati sedimenti [[litorale|litorali]] trasgressivi sulle facies continentali paleozoiche. Queste unità sono riferite tradizionalmente al Trias Inferiore in “facies germanica”, o Bundsandstein (“Arenarie Varicolori”). Verso Est, nell'area [[Lombardia|lombarda]], queste passano lateralmente a depositi misti marino-marginali spessi fino a un centinaio di metri circa. Questi ultimi passano successivamente, nell'area [[veneto]]-[[Friuli|friulana]], a depositi più francamente marini, con frazione carbonatica e contenuto faunistico sempre più abbondante, con spessori da 300 m fino a oltre 500 m. In quasi tutta l'area alpina centro-orientale (Lombardia centro-orientale, Veneto e gran parte del Friuli), i depositi scitici sono suddivisibili verticalmente in tre unità principali:
 
*una unità [[Marna (roccia)|marnoso]]-[[dolomia|dolomitica]] basale, di ambiente da intertidale a subtidale;
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Questa unità è definita tradizionalmente dagli Autori italiani [[Servino]] in Lombardia e [[Formazione di Werfen]] nell'area veneto-friulana. La separazione tra le due denominazioni formazionali è posta tradizionalmente nell'area delle [[Valli Giudicarie]].
 
In Lombardia orientale, la successione scitica è chiusa verso l'alto da sedimenti dolomitici con lenti di [[gesso (roccia)|gesso]], di ambiente intertidale e sopratidale, riferiti alla [[Carniola di Bovegno]] e, nei termini più francamente dolomitici, alla [[Dolomia di Elto]]. Questa unità non è presente nell'area più orientale ([[Dolomiti]]), a causa di una fase [[orogenesi|orogenetica]] successiva (medio-triassica) che portò all'emersione e quindi parziale erosione della successione scitica.
 
Lo scenario [[litostratigrafia|litostratigrafico]] descritto è interpretabile come il risultato di un evento generalizzato di trasgressione marina che si è realizzata gradualmente nel corso dello Scitico, con avanzamento progressivo del mare da Est ad Ovest. Verso la fine dello Scitico si ha una tendenza regressiva causata da una diminuzione della [[subsidenza]] e da un aumento dell'attività [[tettonica]].
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Il Norico è caratterizzato in tutta l'area lombarda dai sedimenti dolomitici di piattaforma carbonatica della [[Dolomia Principale]] molto potenti, che possono raggiungere oltre un migliaio di metri di spessore. Si tratta di dolomie cristalline in grossi banchi, cui si alternano dolomie micritiche (a grana finissima) e dolomie [[stromatoliti]]che. Questa formazione, apparentemente monotona, costituisce in realtà un complesso sedimentario piuttosto articolato, con intercalazione locale di sedimenti di bacino interno a sedimentazione torbiditica (Val Menaggio), e piccoli bacini chiusi a circolazione ristretta, con sedimenti dolomitici bituminosi (zona di [[Tremezzo]], Val Brembana, Val Trompia e Giudicarie), questi ultimi soprattutto nella parte superiore dell'unità.
 
Nella parte finale della sedimentazione della Dolomia Principale, la piattaforma carbonatica inizia a differenziarsi, con l'individuazione di aree a subsidenza maggiore con vocazione bacinale, talora bordate da faglie sin-sedimentarie (attive cioè contemporaneamente alla sedimentazione). Queste aree definiscono tre bacini principali (area [[Tremezzina (territorio)|Tremezzina]], Bergamasca e area camuna), definiscono i bacini di sedimentazione del [[Calcare di Zorzino]], che raggiunge un migliaio di metri di spessore in corrispondenza del Lago d'Iseo. Si tratta di calcari neri, con caratteristico odore di uova marce per la presenza di [[idrogeno solforato]], alternati a marne. Localmente ([[Endenna]], [[Cene]]) sono state rinvenute ricche faune a vertebrati (pesci e rettili), tra cui il più antico [[Pterosauria|rettile volante]] conosciuto ([[Eudimorphodon|Eudimorphodon ranzii]]).
 
Nel Retico, entro le aree bacinali divengono prevalenti ad eccezione del Varesotto, nel quale si sedimenta un'unità carbonatica di piattaforma ([[Dolomia di Campo dei Fiori]]). In tutta la Lombardia centro-orientale, si depongono sedimenti prevalentemente argillosi neri ([[Argillite di Riva di Solto]]), che raggiungono il massimo spessore nell'area sebina. Anche questi sedimenti possono essere riccamente fossiliferi a molluschi e, meno frequentemente, a vertebrati (pesci).