Urbano Cioccetti: differenze tra le versioni

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L’elezione a sindaco e la rinuncia a commemorare la Liberazione di Roma: le dimissioni diTupini: in virtù della normativa dell'epoca, un sindaco che si volesse candidare al parlamento era tenuto a dimettersi entro 6 mesi dalle elezioni.
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=== L’elezione a sindaco e la rinuncia a commemorare la Liberazione di Roma ===
Il 27 dicembre [[1957]], il sindaco di Roma, [[Umberto Tupini]], si dimise dalla carica, avendo optatodeciso perdi ilpresentarsi mantenimentoalle delelezioni suoper seggioil alrinnovo del [[Senato]], giacchéindette lenella dueprimavera carichedel sono incumulabili[[1958]]. Urbano Cioccetti, consigliere comunale dal [[1946]] e assessore delegato (ossia vice-Sindaco) dal giugno [[1956]], fu proposto dalla [[Democrazia Cristiana]] quale successore del sindaco dimissionario. Cioccetti fu eletto l’8 gennaio [[1958]] con i voti della DC, del [[Partito Liberale Italiano|PLI]], del [[PSDI]] (tranne [[Saragat]], assente), e con quelli determinanti dei monarchici e del [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]]. I socialdemocratici preferirono non far parte della giunta, menre i repubblicani votarono con sinistre il consigliere radicale [[Leone Cattani]]<ref>Gianfranco Berardi, ''cit.''</ref>. La commistione dei voti socialdemocratici con quelli monarchici e missini ebbe l'effetto di provocare le proteste di alcuni autorevoli esponenti del [[PSDI]]<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1958_01/19580111_0004.pdf&query=Giuseppe%20Rizzo%20Roma ''« L'Elezione di Urbano Cioccetti aggrava la clericalizzazione della vita cittadina »'', L'Unità, 11 gennaio 1958]</ref>.
 
L’appoggio esterno dei partiti di destra alla Giunta Cioccetti era stato contrattato politicamente, come affermò il 15 gennaio successivo il capogruppo del MSI Aureli<ref>Gianfranco Berardi, ''cit.''</ref> e comprendeva la rinuncia a commemorare il quindicesimo anniversario della [[Liberazione di Roma]] dai nazi-fascisti, il 4 giugno [[1959]]. Fu lo stesso Cioccetti a dare l’annuncio ufficiale di tale scelta, in risposta ad una interrogazione consiliare, alcuni giorni precedenti la ricorrenza<ref>Gianfranco Berardi, ''cit.''</ref>. Tale scelta, tuttavia, isolò politicamente Cioccetti anche all’interno del suo partito; e ciò si evinse dalle dichiarazioni dei suoi colleghi della [[Camera dei deputati|Camera]] e del Senato, quando i due rami del [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]], contrariamente al Comune di Roma, commemorarono solennemente l’evento. Inoltre, Cioccetti dovette resistere all’iniziativa dell’opposizione di sinistra, che prwsentò in Consiglio comunale una mozione di sfiducia; tale richiesta fu respinta il 23 giugno [[1959]]<ref>Gianfranco Berardi, ''cit.''</ref>.