Purgatorio - Canto diciassettesimo: differenze tra le versioni

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Il '''canto diciassettesimo''' del ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'' di [[Dante Alighieri]] si svolge sulla [[cornici del Purgatorio|terza cornice]], ove espiano le anime degli [[Ira (psicologia)|iracondi]]; siamo alla sera dell'11 aprile [[1300]] ([[Lunedì dell'Angelo]]), o secondo altri commentatori del 28 marzo [[1300]].
[[File:Dante Disputa.jpg|thumb|right|240px|Dante ritratto da [[Raffaello Sanzio]]]]
 
Il canto si può suddividere in due parti principali, entrambi di circa settanta versi: la prima è essenzialmente narrativa, la seconda [[poesia didascalica|didascalica]].
 
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===Visioni di ira punita - versi 1-39===
[[File:Virgil Solis - Tereus Procne Furies.jpg|thumb|right|250px|Le Eumenidi intorno al letto di Tereo e Progne, come illustrate da Virgil Solis.]]
 
[[Dante]] inizia descrivendo, come al solito in modo molto attento e curato con tanto di [[similitudine (figura retorica)|similitudini]] [[realismo (letteratura)|realistiche]] con la vita quotidiana, il [[sole]] che tramonta sulla montagna del [[Purgatorio]], visto all'uscita della densa nube di fumo nella quale era immersa la terza cornice (cfr. canti [[Purgatorio - Canto quindicesimo|XV]] e [[Purgatorio - Canto sedicesimo|XVI]]). Gli compaiono quindi gli esempi di [[ira (psicologia)|ira]] punita, conformemente alla consuetudine secondo cui all'uscita di una cornice vede esempi del [[peccato]] che vi si espiava (e all'inizio invece della [[virtù]] complementare), che egli vede in visione [[estasi|estatica]] come gli esempi di [[mansuetudine]].
*Il primo esempio è quello di [[Progne]], trasformata in [[usignolo]] (secondo il mito in [[rondine]]) per essersi vendicata del marito [[Tereo]] - che aveva violentato la sorella di lei [[Filomela]] - facendogli mangiare le carni del figlio [[Itis]], episodio tratto dalle ''[[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'' di [[Ovidio]].