Richard Francis Burton: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 73:
Il suo libro di gran lunga più celebrato è la traduzione de ''Le notti arabe'', pubblicato in sedici volumi dal 1885 al 1888 con il suo titolo di ''[[Mille e una notte|Le mille e una notte]]''<ref>Fabietti, ''Culture in bilico: antropologia del Medio Oriente'', p. 21.</ref>. Si dice sia stato scritto nel borgo carsico di [[Opicina]], alle spalle di Trieste, dove si era trasferito per allontanarsi dall'epidemia di colera che infuriava in città.
 
Monumento ai suoi studi arabi e alla sua enciclopedica conoscenza dell'Oriente, questa traduzione fu il suo più grande traguardo. La sua traduzione è stata criticata, ma essa rivela una profonda conoscenza della lingua e dei costumi dei musulmani, non solo dell'idioma classico ma anche del gergo volgare, non solo la loro filosofia, ma anche delle loro vite sessuali più intime<ref>Irwin, ''La favolosa storia delle «Mille e una notte»'', p. 23</ref>. La sua traduzione de ''[[Il giardino profumato]]'' fu bruciata dalla sua vedova, Isabel Arundel Gordon, perché considerata [[pornografia|pornografica]], e che per tantopertanto avrebbe potuto nuocere alla sua reputazione.
 
La vedova scrisse una biografia del marito che è una testimonianza di una vita di devozione. Tuttavia ne bruciò la collezione quarantennale di diari e giornali, con la moralistica paura che le rivelazioni pubbliche delle bizzarre pratiche sessuali a cui fu interessato per tutta la vita potessero portare a voci malevole circa le sue inclinazioni personali. Come è scritto nell'edizione del [[1997]] dell'[[Enciclopedia Britannica]], «la perdita per la storia e l'antropologia fu monumentale; la perdita per i biografi di Burton, irreparabile».
 
== Burton nella cultura di massa ==