Spedizione dei Mille: differenze tra le versioni
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Vittorio Emanuele II decise allora di intervenire con il proprio esercito per annettere [[Legazione delle Marche|Marche]] ed [[Legazione dell'Umbria|Umbria]], ancora nelle mani del papa, ed unire così il nord e il sud d'Italia. Al papa, secondo i piani del re, sarebbe stato lasciato il solo [[Lazio]], come estremo baluardo del dominio temporale. Il 18 settembre 1860 con la [[Battaglia di Castelfidardo]] l'esercito sardo si scontrò con quello pontificio, composto da circa 10.000 volontari che, rispondendo all'appello del papa, provenivano da tutti i paesi cattolici d'Europa. Ebbero la meglio i piemontesi che inseguirono i superstiti papalini fino alla piazzaforte di [[Ancona]], dove avvenne [[Battaglia di Castelfidardo#Epilogo: la presa di Ancona|l'ultimo scontro]], che vide ancora una volta le truppe regie vittoriose. Il 9 ottobre nella città marchigiana Vittorio Emanuele II si pose a capo dell'esercito e il 15 ottobre attraversò il confine del Regno delle due Sicilie muovendo verso Gaeta e andando incontro alle truppe garibaldine. Il 20 ottobre il generale Cialdini sconfisse le truppe borboniche nella [[battaglia del Macerone]], il giorno seguente nei comuni dell'ormai ex regno delle Due Sicilie si svolsero [[Plebisciti_del_Regno_d%27Italia#1860|i plebisciti]] con il quesito ''Il popolo vuole l’Italia Una e Indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale e i suoi legittimi discendenti?''.
Il 26 ottobre Vittorio Emanuele II incontrò Giuseppe Garibaldi
=== Ultime tappe verso la proclamazione del Regno d'Italia ===
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