Cappella Sansevero: differenze tra le versioni

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La scultura raffigura una donna completamente coperta da un velo semitrasparente, cinto in vita da una ghirlanda di rose, che ne lascia intravvedere le forme ed in particolare i tratti del viso. Essa è considerata il capolavoro del Corradini, già autore in passato di altre figure velate, del quale è elogiata l'abilità nel modellare il velo che aderisce con naturalezza al corpo della donna.
 
La composizione è carica di significati: la lapide spezzata sulla quale la figura appoggia il braccio sinistro, lo sguardo come perso nel vuoto e l'albero della vita che nasce dal marmo ai piedi della statua simboleggiano la morte prematura della principessa Cecilia. Il tema delldella vistavita e della morte è ripreso dal bassorilievo del pilastro su cui poggia la statua, raffigurante l'episodio biblico conosciuto come ''[[Noli me tangere]]'', nel quale Gesù risorto dice alla Maddalena di non cercare di trattenerlo nel mondo dei vivi.<ref name=PV/><ref name=CONRAD/><ref name=napoligrafiapudicizia>{{cita web|editore=Napoligrafia.it|titolo=Pudicizia|url=http://www.napoligrafia.it/monumenti/cappelle/sansevero/pudicizia.htm|accesso=1º gennaio 2014}}</ref><ref>[[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] ({{passo biblico|Giovanni|20:15-17}}).</ref>
 
Con tutta probabilità la statua è anche un'allegoria alla sapienza, con un riferimento alla velata [[Iside]], dea egizia della fertilità e della scienza iniziatica. Questa associazione è fortificata dal fatto che secondo una tradizione nell'antichità nella medesima posizione in cui fu collocata la ''Pudicizia'' si trovava proprio una statua dedicata alla dea Iside. Va inoltre ricordato che il Corradini, oltre ad aver collaborato con Raimondo di Sangro nell'ideazione del significato iconografico della cappella, era a sua volta affiliato alla massoneria e doveva quindi essere bene a conoscenza della simbologia delle opere a cui lavorò.<ref name=PV/><ref name=napoligrafiapudicizia/>