Il giovane Sergej, un ex-soldato, torna a [[Mosca (Russia)|Mosca]] dopo due anni di servizio militare. Il film descrive le speranza e le azioni del protagonista, dei suoi amici e di altri moscoviti.
==Stile==
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Anni dopo, Chuciev descriverà così il suo rapporto con Chruščëv:
{{quotecitazione|Ricordo che allora alla conferenza stampa mi hanno fatto una domanda sui miei rapporti con Chruščëv. Si aspettavano che lo attaccassi personalmente, anche perché era stato appena deposto. Ho risposto allora e lo ripeto oggi che Chruščëv, nonostante i suoi errori, ha fatto molto bene al paese. Mio padre stato vittima delle repressioni nel 1937: era un uomo di grande dirittura etica, io avevo undici anni e ricordo i discorsi che mi faceva, la sua lezione morale. Mi ha influenzato enormemente. [...] Era un uomo molto umile, di autentica fede comunista. Perciò ritengo opera colossale di Nikita Sergeevič quella di aver guidato la campagna per la riabilitazione di tanti uomini onesti che soffrirono ingiustamente delle repressioni. Di questo gli sono molto riconoscente. Se mettiamo su un piatto della bilancia tutta l'amarezza che mi ha fatto patire e sull'altro il mio senso di riconoscenza per quello che ha fatto, questo secondo piatto naturalmente è molto più pesante.<ref>Giovanni Buttafava (a cura di), ''Al di là del disgelo. Cinema sovietico degli anni Sessanta'', Ubulibri, Milano, 1987.</ref>}}