Joseph Wirth: differenze tra le versioni
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Il Presidente del Reich, [[Friedrich Ebert (padre)|Friedrich Ebert]] chiese comunque la disponibilità a Wirth per la formazione di un nuovo esecutivo ed il 26 ottobre [[1921]], il Gabinetto Wirth II era nuovamente al lavoro. Il cambiamento più importante all'interno dell'organico si registrò nel campo della politica estera: il ministro degli Esteri [[Friedrich Rosen]] venne - dopo un breve periodo gestito ''ad interim'' dallo stesso Wirth - sostituito da [[Walther Rathenau]]. Nel mese di aprile del [[1922]], una delegazione tedesca, guidata da Wirth e Rathenau presenziò per la prima volta alla [[Conferenza Internazionale Economica]] di [[Genova]]. Il 16 di aprile, a margine della Conferenza Internazionale la stessa delegazione stipulò inoltre il cosiddetto [[Trattato di Rapallo (1922)|Trattato di Rapallo]]. Il trattato aveva come scopo la ripresa delle relazioni diplomatiche ed economiche tra i due stati, così come il definitivo regolamento delle questioni lasciate aperte dal conflitto mondiale da poco concluso. Tale accordo con l'[[Unione Sovietica]] scatenò l'ira dell'estrema destra tedesca: il 24 giugno 1922 Walther Rathenau fu vittima di un assassinio politico. In reazione a ciò, Wirth si recò al Reichstag e disse, al termine di un appassionato discorso, le ancor oggi note parole:
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Quando alcune settimane dopo l'11 luglio, fu tenuto un discorso per l'adozione da parte della Repubblica del diritto di tutela dei partiti del Reichstag, Wirth intervenne accaloratamente riguardo al discorso tenuto al parlamento nazionale dal nazionalsocialista [[Wilhelm Henning]], che si era dichiarato compiaciuto per quanto accaduto a Rathenau, in quanto l'onore tedesco era stato perso nel momento in cui la nazione era caduta nelle mani di un ebreo. Wirth definì scandaloso che tale calunnia avesse potuto essere espressa, manifestando inoltre il proprio rammarico che il suo partito di provenienza non aveesse avuto il coraggio di isolare membri del genere.
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=== Bundesrepublik ===
Joseph Wirth ritornò in patria solo nel [[1949]], allorquando le autorità di occupazione francesi lo permisero. Si dichiarò contrario alla politica di [[Konrad Adenauer]], in quanto perpetuava la divisione della Germania. Perciò, Wirth, insieme a [[Wilhelm Elfes]] fondò con i neutralisti, guidati dal [[Partito Socialista Unificato di Germania|SED]], il [[Bund der Deutschen, Partei für Einheit, Frieden und Freiheit]]<ref>''governo federale tedesco per l'unità, la pace e la libertà''</ref> (BDD) ed il '' Deutsche Volkszeitung''. L'ex cancelliere si opponeva a una pura integrazione con l'Occidente, e credeva, in continuazione della politica stabilita a Rapallo, in un accordo con l'[[Unione Sovietica]], pur non approvandone in pieno la politica. Soggiornò per la prima volta a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel [[1951]] per colloqui politici, mentre nella CDU iniziò ad essere visto come eccessivamente tendente a sinistra.
La Repubblica Federale Tedesca gli rifiutò, a causa della sua cooperazione con i comunisti e le discussioni intavolate con i rappresentanti della [[DDR]], il riconoscimento di una pensione, come era accaduto per Heinrich Bruning e Hans Luther. All'interno degli atti della [[CIA]] Joseph Wirth viene anche sospettato di essere in realtà un agente sovietico.
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|collegamento_onorificenza=Premio_Lenin_per_la_pace
|motivazione=
|luogo= [[Mosca (Russia)|Mosca]], [[1955]]
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