Francesco Bianchini: differenze tra le versioni
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Nel 1703 è presidente delle antichità di Roma. Gli scavi da lui diretti nel [[1705]] sull'[[Aventino]] portano alla scoperta di un planisfero egizio del III secolo; anni dopo, gli scavi sul [[Palatino]] portano alla luce la [[Domus Flavia]] e si scopre il colombario degli schiavi e dei liberti di [[Livia Drusilla]] sulla [[via Appia]]. Studia l'atlante farnesiano, il più antico degli antichi globi celesti conosciuti e ne stabilisce la data al II secolo d.C. Progetta un museo d'antichità sacra (che non sarà però realizzato).
Alla fine del [[1704]] il Muratori lo nomina, senza interpellarlo, presidente della ''[[Repubblica letteraria d'Italia]]''. Il Bianchini reagisce duramente, rifiutando la carica e rompendo definitivamente i rapporti col Muratori. Si è detto che il Bianchini, scienziato cosmopolita, considerasse espressione di grettezza ogni manifestazione puramente nazionale. In realtà il Bianchini era, oltre che un eminente scienziato, anche un funzionario pontificio che guardava con diffidenza a iniziative, come quella dell'abate Muratori, sospette di creare difficoltà allo Stato della Chiesa. Così giudicò negativamente anche il ''[[Giornale de' Letterati (Parma)|Giornale de' Letterati]]'' e, in veste di [[qualificatore (Sant'
Nel [[1705]] è membro dell'[[Accademia delle scienze francese|Accademia delle Scienze di Parigi]]; l'anno dopo, per primo in [[Europa]], rifà gli esperimenti newtoniani di rifrazione prismatica della luce, scrivendo allo stesso [[Isaac Newton|Newton]] la conferma delle sue esperienze.
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