Impero coloniale: differenze tra le versioni
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==Gli imperi coloniali dell'antichità==
Nell'[[antichità]] non era ancora contemplato il concetto di impero coloniale esso era chiamato dertyoma, quanto più quello di [[colonialismo]] e [[colonizzazione]]. Questi fenomeni furono utilizzati nell'[[antica Grecia]], quando le varie ''polis'' riuscirono ad espandersi in [[Tracia]], [[Anatolia]], [[Nord Africa]] e perfino in Italia ([[Magna Grecia]]) e [[Provenza]].
L'Impero romano non è invece definibile coloniale a pieno titolo principalmente per due motivi: innanzitutto, poiché i suoi territori erano ovunque facilmente raggiungibili dalla capitale, Roma; poi, perché le terre conquistate erano abitate da popolazioni nomadi che non avevano maturato ancora culture "adulte" da contrapporre efficacemente alla romanizzazione.
==Il 1492: il
Nel 1492 un navigatore genovese, [[Cristoforo Colombo]], mise per primo piede sul continente americano, sull'isola di [[Hispaniola]]. La sua scoperta geografica apriva questo immenso continente, popolato da genti senza Stati abbastanza evoluti da potersi scontrare vantaggiosamente con l'[[Europa]], all'espansione coloniale europea.
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Finita l'ondata di conquista e la spartizione delle terre, iniziò un duro regime di oppressione che portò a cancellare tutta l'identità culturale del continente.
==Fra
Fino all'Ottocento, l'espansione coloniale europea si era dopotutto mantenuta limitata alle coste ed alle regioni più importanti: l'Inghilterra aveva poche colonie provvisorie in Nord America, la Francia alcune colonie commerciali in Canada, il Portogallo le coste del sud del Brasile, la Spagna Cile, Colombia, Argentina ed America centrale. Vi erano inoltre colonie europee in Oceania (Indonesia) ed in alcune coste dell'Africa.
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Questo fu un processo relativamente veloce (dal 1830, con la presa francese dell'[[Algeria]], al 1936, con la conquista italiana dell'[[Etiopia]]), ma che cambiò il mondo per sempre. Si può dire che l'acme di tale periodo fu a cavallo fra i due secoli, quando gli stati europei (di gran lunga predominanti [[Inghilterra]] e [[Francia]], ma anche [[Belgio]], [[Italia]], [[Spagna]] e [[Germania]]) instaurarono vasti domini coloniali che distrussero ogni sorta di indipendenza del continente. Fu un periodo che per la sua durezza fu ampiamente contestato da molti intellettuali.
==1941-1962: la
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], nel giro di un ventennio, un'insormontabile ondata di voglia d'indipendenza in Africa portò alla completa decolonizzazione del continente. In alcune zone la liberazione fu pacifica, in altre, come in Algeria ([[guerra d'Algeria]], 1954-1962) fu decisamente cruenta.
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==Conclusione==
===Il retaggio culturale===
La formazione degli imperi coloniali è una manifestazione del principio del più forte. Questo si intende anche in ambito culturale, poiché la quasi totalità dei popoli sottomessi fra il XVI ed il XX secolo ha perso la propria peculiarità nazionale. Un esempio è il fatto che in tutto il Sudamerica le lingue di gran lunga prevalenti sono lo [[Lingua spagnola|spagnolo]] ed il [[lingua portoghese|portoghese]], mentre le lingue che una volta erano le più diffuse, come il [[Lingua guaraní|guaraní]], sono ristrette a poche morenti oasi linguistiche.
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===Posizioni pro e contro gli imperi coloniali===
====Pro====
Alcune persone sostengono che il colonialismo abbia portato sviluppo, civiltà e progresso in tutti i popoli sottomessi. Questo è in parte vero, poiché, se prendiamo in esame le terre maghrebine del morente [[Impero Ottomano]], solo nel cinquantennio seguente alle occupazioni anglo-francesi nella zona, l'alfabetizzazione vi raddoppiò, come anche la popolazione urbana e la ricchezza media. Anche se rimane comunque sviluppo confinato nell'alveo di quello non sostenibile. <ref>Albert Hourani, ''Storia dei popoli arabi'', Mondadori 1992</ref>
====Contro====
Una maggiore fetta dell'opinione pubblica sostiene però che il colonialismo sia stato ''in primis'' un fenomeno oscuro, malvagio e prevalentemente da dimenticare, sostenendo l'inutilità delle durezze coloniali e la dannosa abolizione delle identità culturali locali. Nonostante tutto, il dibattito è ancora aperto.▼
▲Una maggiore fetta dell'opinione pubblica sostiene però che il colonialismo sia stato ''in primis'' un fenomeno oscuro, malvagio e prevalentemente da dimenticare, sostenendo l'inutilità delle durezze coloniali e la dannosa abolizione delle identità culturali locali.
==Note==
<references/>▼
== Voci correlate ==
▲<references/>
* [[Colonialismo]]
* [[Decolonizzazione]]
* [[Imperialismo]]
{{Imperi coloniali}}
{{portale|guerra|politica|storia}}
[[Categoria:imperi coloniali| *]]
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