Ivan Barkov: differenze tra le versioni
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Il fatto di ricevere uno stipendio per la sua attività di traduttore gli garantiva infatti il distacco necessario a volgere in burlesco quanto la letteratura "ufficiale" del tempo poteva offrire<ref>[[Guido Carpi]], Op. cit. p.106</ref>.
L'attività letteraria di Barkov si inserisce perfettamente nel contesto del Settecento russo, dove l'unità di misura della letteratura non era il singolo componimento ma il genere. La parodia barkoviana non nasce dall'esasperazione dei singoli tratti dell'opera originale ma infrangendone metodicamente e invariabilmente le norme secondo una precisa regola. E' proprio la natura "regolare" del processo creativo di Barkov che porta alla nascita di un vero e proprio stile a sé stante<ref>Šapir M. I., Barkov i Deržavin: iz istorii russkogo burleska, 2002, p.417</ref>. Questo genere prenderà appunto il nome di [[parodia Barkoviana]] ([[Barkovshchiny]])
Seguendo l'esempio dell'"Ode à Priape" di [[Alexis Piron]] (1710), Barkov costituisce una sorta di "sosia degradato" dei generi letterari ufficiali. Nelle sue composizioni mantiene un'imitazione dei tratti formali e stilistici dei generi utilizzati il più possibile fedele all'originale, applicandoli però ad un tema sessuale (il più delle volte sfociando nella pornografia vera e propria) e aggiungendovi una buona dose di espressioni oscene.
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