Gaio Avidio Nigrino: differenze tra le versioni
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Avidio Nigrino fu amico di lunga data dell'[[imperatore romano]], [[Traiano]], e della sua famiglia (''[[gens Ulpia]]''). Servi l'imperatore come [[tribuno della plebe]] nel [[105]], poi come suo ''legatus'' in Acaia, dove probabilmente partecipò alla riorganizzazione dell'amministrazione della provincia in difficoltà finanziaria. Sembra, inoltre, che sia stato promosso, subito dopo, [[proconsole]] della stessa provincia ([[governatore provinciale romano]]).<ref>Jean Colin, ''Revue belge de philologie et d'histoire'', 1966, [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/rbph_0035-0818_1966_num_44_1_2616 Un caso di disturbo notturno davanti all'imperatore Augusto, pp.21-23].</ref>
Ottenne quindi il [[console romano|consolato]], come suffetto, nel [[110]].<ref name="Consolato"/> E prima della fine dell'anno, venne inviato a [[Delfi]] per una missione speciale,<ref>{{CIL|3|567}}.</ref> come membro di un comitato consultivo per aiutare il politico e storico [[Arriano]] nella risoluzione delle dispute di confine fra il territorio sacro di Delfi e le città limitrofe.<ref>{{CIL|3|7303}} e {{AE|2002|1332}}.</ref> Essa doveva prendere una decisione sulla base delle sentenze precedenti, dopo aver visitato il sito e ascoltato le parti in causa. Questo evento fu registrato a Delfi, dove ci sono iscrizioni onorifiche, dedicate a Nigrino in lingua greca e latina.<ref>Gaston Colin, ''Bulletin de correspondance hellénique'', 1903, [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/bch_0007-4217_1903_num_27_1_3343 Iscrizioni a Delfi. Atti relativi alle attività del tempio di Apollo e dei limiti del territorio sacro, p. 104].</ref><ref>Pierre Roussel, ''Bulletin de correspondance hellénique'', 1932, [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/bch_0007-4217_1932_num_56_1_2832 Delphi e Anfizionia dopo la guerra d'Etolia, p. 11].</ref><ref>Jean Pouilloux, ''Collection de la Maison de l'Orient méditerranéen. Série épigraphique'', 1986, [http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/mom_0985-6471_1986_ant_16_1_1470 Delfi e i Romani, p. 290].</ref><ref>Sophia Zoumbaki et Panagiotis Doukellis, ''Dialogues d'histoire ancienne'', 1995, [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/dha_0755-7256_1995_num_21_2_2654 Da Flaminio agli Antonini. Conquista e struttura dello spazio extra-urbano in Acaia e Macedonia, p.223].</ref>.
In seguito ottenne il governo della [[Acaia (provincia romana)|provincia d'Acaia]] (come [[proconsole]], nel 112) e poi della [[Dacia (provincia romana)|Dacia]] (come ''[[legatus Augusti pro praetore]]''),<ref>{{CIL|3|7904}}.</ref> a partire dal 113/114 fino alla morte di [[Traiano]] nel [[117]].<ref>Ioan Piso, ''Fasti provinciae Daciae I, Die senatorischen Amtsträger'' (Antiquitas I, 43) Bonn, 1993, pp. 19-23.</ref> La provincia rimase sotto scacco delle continue incursioni da parte della genti [[sarmati]] di [[Iazigi]] (ad occidente) e [[Roxolani]] (ad oriente) nonché dei [[Daci|Daci liberi]],<ref>Paul Petit, ''Histoire générale de l'Empire romain, tome 1 - Le Haut-Empire'', éd. Seuil, 1978, p. 222.</ref> tanto che [[Gaio Giulio Quadrato Basso]] fu inviato nell'estate del 117 in suo soccorso,<ref name=MS>Maurice Sartre, ''Le Haut-Empire romain, les provinces de Méditerranée orientale d'Auguste aux Sévères'', Seuil, 1997, p. 49.</ref> con l'aggiunta della ''[[legio XIV Gemina]]''.<ref>Ioan Piso, ''An der Nordgrenze des Römischen Reiches : ausgewählte Studien (1972-2003)'', Stuttgart, Franz Steiner Verlag, 2005, p. 205 et p. 219; Ioan Piso, ''Fasti provinciae Daciae I, Die senatorischen Amtsträger'' (Antiquitas I, 43) Bonn, 1993, pp. 23-29.</ref>
Era considerato uno dei migliori membri del sentato, e quindi un degno avversario nella corsa alla porpora imperiale alla successione di Traiano, e che fu poi di Adriano.<ref>M.-A. Michel, « Juvénal et Héliodore », in ''Revue des Études Grecques'', 1963, [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/reg_0035-2039_1963_num_76_361_4727 Actes de l'Association, p. 18].</ref> Per ordine del Senato, Avidio Nigrino e altri presunti cospiratori furono giustiziati, tra questi [[Lucio Publilio Celso]] (console nel 113), [[Aulo Cornelio Palma Frontoniano]] (console nel 99 e nel 109) e [[Lusio Quieto]] (il braccio destro di Traiano durante la [[conquista della Dacia]] e poi governatore della [[Giudea (provincia romana)|Giudea]]),<ref>Anthony Birley, ''Hadrian'', Londinii 1997, pp. 87-88.</ref><ref name=DC2>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', [http://www.mediterranees.net/histoire_romaine/dion/Hadrien.html LXX, 2].</ref><ref name=PP169>Paul Petit, ''Histoire générale de l'Empire romain'', volume 1 - ''Le Haut-Empire'', Ed. Seuil, 1978, p. 169.</ref> perché sospettati di aver attentato la vita del nuovo imperatore<ref name=DC2/> o per aver aspirato al trono.<ref name=Had4>''[[Historia Augusta]]'', [[s:Vie_d’Hadrien#IV.|Vita di Adriano, 4]].</ref> Adriano, che si trovava ancora in [[Siria (provincia romana)|Siria]] negò di aver ordinato le esecuzioni<ref name=Had4/><ref name=PP169/> di questi quattro influenti senatori.<ref name=DC2/><ref name=PP169/> Dietro a questo progetto sembra vi fosse il [[prefetto del Pretorio]], [[Publio Acilio Attiano]]. Questi omicidi crearono un notevole danno d'immagine alla popolarità di Adriano, tanto che Attiano fu costretto a dimettersi dalla carica di prefetto (da sempre riservato all'[[ordine equestre]], ed ora affidato ad un [[ordine senatorio|senatore]], [[Tito Flavio Longino Marzio Turbone]]).<ref name=BP611>Françoise Des Boscs-Plateaux, ''Un parti hispanique à Rome?'', Casa de Velazquez, 2006, p. 611.</ref> Avidio Nigrino venne giustiziato nella città natale di [[Faenza]], nel [[118]].<ref name=BP611/><ref name=Had7>''[[Historia Augusta]]'', [[s:Vie_d’Hadrien#IV.|Vita di Adriano, 7]].</ref> Questo non impedì ad Adriano di adottare suo figlio nel [[136]], per diventarne il suo successore.
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