Isn't It a Pity: differenze tra le versioni

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'''''Isn't It a Pity''''' è un brano musicale di [[George Harrison]], apparso sul suo triplo album ''[[All Things Must Pass]]'' ([[1970]]), dove è spezzettata in due tronconi: '''''Isn't It a Pity (Version One)''''' e '''''Isn't It a Pity (Version Two)'''''<ref name="BB">{{cita web|lingua=en|url=http://www.beatlesbible.com/people/george-harrison/songs/isnt-it-a-pity/|titolo=George Harrison: Isn't It a Pity|editore=''The Beatles Bible''|accesso=066 agosto 2014}}</ref>.
 
== Il brano ==
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=== Composizione e analisi del testo e della musica ===
 
''Isn't It a Pity'' rappresenta una delle composizioni più vecchie del triplo LP: risale infatti al [[1966]]<ref group=N>[[AllMusic]] riporta ''rumors'' secondo i quali ''Isn't It a Pity'' venne composta due anni dopo.</ref>, ma [[John Lennon]] mise il suo veto per la pubblicazione a nome dei [[Beatles]]<ref name="BB"/>. Molte tracce di ''[[All Things Must Pass]]'' vennero scritte quando il chitarrista era ancora un membro dei ''Fab Four'', ma nel periodo tra il [[1968]] ed il [[1969]]<ref name="HB103">{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 103}}</ref>; inoltre, tra la fine degli [[Anni Settanta]] e l'inizio degli [[Anni '80]] [[George Harrison]] fece riemergere altri due pezzi scartati dalla ''band'' per la pubblicazione sul ''[[White Album]]'': ''[[Not Guilty (brano musicale)|Not Guilty]]'' su ''[[George Harrison (album)|George Harrison]]'' ([[1979]])<ref>{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 130}}</ref> e ''[[Circles (George Harrison)|Circles]]'' su ''[[Gone Troppo]]'' ([[1982]])<ref>{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 137}}</ref>. Anche altri due brani, ''Woman Don't You Cry for Me'' e ''Beautiful Girl'', apparsi su ''[[Thirty-Three & 1/3]]'' ([[1976]]), risalgono alle ultimissime settimane di vita del complesso, ma non si hanno notizie che George le abbia "presentate" agli altri tre<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/k56319.html|titolo=Thirty Three and 1/3|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>.
 
Il testo di ''Isn't It a Pity'' è diviso in due metà. La prima, con alcuni passaggi che ricordano ''[[The End (The Beatles)|The End]]'' di [[Paul McCartney]], mostra il chitarrista rammaricarsi per il dolore che le persone si causano l'un l'altra. L'altra metà presenta un concetto simile a ''[[Within You Without You]]'', pubblicata su ''[[Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band]]'' ([[1967]]), ovvero delle persone che non capiscono la diversità umana. Le parti vocali, rassegnate ma distaccate, rendono Harrison neutrale da un giudizio; lo stesso avviene su ''Within You Without You''. Le emozioni, soprattutto nella ''Version One'', sono però riprodotte dalla musica, con il lungo assolo di [[chitarra slide|chitarra ''slide'']] e le parti orchestrali. In seguito, George disse che la canzone è un'osservazione di quello che è la società ed anche lui stesso, ovvero che si prende qualcosa che poi non si restituisce; ha inoltre affermato che sembravano storie di amore adolescenziali, ed ha ricordato di quando aveva un contratto con la [[Warner Bros. Records]], scrisse ''Blood from a Clone'' riguardo le indagini degli elementi di un disco di successo, le quali avevano fatto venire fuori che bisognava parlare di storie amore adolescenziali. Ridacchiando, disse che aveva scritto ''Isn't It a Pity'' volendo puntare su quell'argomento. La prima versione, con la sua durata di 7 minuti ed una lunga coda, fa comparare questa traccia con ''[[Hey Jude]]''<ref group=N>Questo paragone è stato compiuto anche da [[George Harrison|Harrison]] stesso.</ref>; tra i due brani c'è comunque una grandissima differenza, poiché il primo presenta il ''[[Wall of Sound]]'' di [[Phil Spector]], ed il secondo una produzione cristallina firmata [[George Martin]]. La ''Version Two'', più breve di circa due minuti, non ricorda molto le abituali produzioni spectoriane, ed è musicalmente molto meno emotiva<ref name="BB"/>.
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=== Prime registrazioni ===
 
Il ''demo'' di ''Isn't It a Pity'' ebbe una strana pubblicazione: assente dalla ristampa, comprendente molte ''bonus tracks'' e altri piccoli cambiamenti, di ''All Things Must Pass''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/stch639b.html|titolo=All Things Must Pass|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>, non è apparso nemmeno su ''bootlegs'' come ''Songs for Patti'' ([[1993]])<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/ge648137.html|titolo=Songs for Patti|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>, ''Beware of ABKO!'' ([[1998]])<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/str001.html|titolo=George Harrison - Beware of ABKO!|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref> o ''A True Legend'' ([[1999]])<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/str007.html|titolo=George Harrison - A True Legend|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref> e sul ''demo album'' ''[[Early Takes: Volume 1]]'' ([[2012]])<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.allmusic.com/album/early-takes-vol-1-mw0002332516|titolo=Early Takes, Vol. 1|editore=''[[AllMusic]]''|accesso=066 agosto 2014|autore=[[Stephen Thomas Erlewine]]}}</ref>. Non incluso sulla versione su cd della raccolta ''[[Let It Roll: Songs by George Harrison|Let It Roll]]''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/p9650192.html|titolo=Let It Roll|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>, ma come ''bonus track'' della versione iTunes<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://itunes.apple.com/it/album/let-it-roll-songs-george-harrison/id721271514|titolo=Let It Roll - Songs of George Harrison (Remastered)|editore=''[[iTunes]]''|accesso=066 agosto 2014}}</ref>.
 
Alcuni membri dei [[Beatles]], ugualmente, durante le caotiche ''[[Let It Be (album The Beatles)#Storia#Le sessioni di registrazione|Get Back sessions]]'' del gennaio [[1969]], interpretarono ''Isn't It a Pity''<ref>{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 88 - 90}}</ref> in due occasioni: il 25 ed il 26<ref name="BB"/>. Nella prima data, in cui non era presente [[Billy Preston]], vennero soprattutto provate tre canzoni non destinate al ''[[Rooftop Concert]]'', ovvero ''[[Two of Us]]'', ''[[Let It Be (album The Beatles)|Let It Be]]'' e ''[[For You Blue]]''; quest'ultima forma un trittico di composizioni harrisoniane assieme a ''Isn't It a Pity'' e l'inedito ''Window, Window''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.beatlesbible.com/1969/01/25/get-back-let-it-be-sessions-day-14/|titolo=25 January 1969: Get Back/Let It Be sessions: day 14|editore=''The Beatles Bible''|accesso=066 agosto 2014}}</ref>, che venne registrata ma scartata anche per ''All Things Must Pass''<ref name="JPGR1">{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/stch639.html|titolo=All Things Must Pass|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>. L'indomani, Harrison e [[Ringo Starr]] furono i primi ad arrivare, e, in attesa di Preston, Lennon e sua moglie [[Yoko Ono]], e [[Paul McCartney]], il quale venne accompagnato dalla allora compagna [[Linda Eastman]] e dalla sua figlia adottiva Heather<ref group=N>Mentre la coppia John & Yoko veniva sempre assieme negli studi di registrazione, la comparsa della famiglia McCartney non era solita.</ref>, il primo fece ascoltare all'amico ''Isn't It a Pity'', ''Window, Window'' e ''[[Let It Down]]''<ref name="BB2">{{cita web|lingua=en|url=http://www.beatlesbible.com/1969/01/26/get-back-let-it-be-sessions-day-15/|titolo=26 January 1969: Get Back/Let It Be sessions: day 15|editore=''Pepperland''|accesso=066 agosto 2014}}</ref>, anch'essa apparsa su ''All Things Must Pass''<ref name="JPGR1"/>, e lo aiutò a progredire con la sua composizione di ''[[Octopus's Garden]]''<ref name="BB2"/><ref group=N>Sebbene la collaborazione Harrison-Starkey sul brano sia anche documentata in una scena del film ''[[Let It Be - Un giorno con i Beatles|Let It Be]]'' ([[1970]]), nella pubblicazione della traccia su ''[[Abbey Road (album)|Abbey Road]]'' ([[1969]]) è accreditata al solo batterista; lo stesso destino ebbero originariamente due ''hit'' di Ringo, ''[[It Don't Come Easy]]'' e ''[[Back Off Boogaloo]]'', ma, a partire dagli [[Anni '90]] i crediti vennero modificati. L'unico pezzo accreditato ai due sin dall'inizio è ''[[Photograph (Ringo Starr)|Photograph]]'', apparso sull'album ''[[Ringo (album)|Ringo]]'' ([[1973]])</ref>; arrivati gli altri tre musicisti, la ''band'' si focalizzò su ''[[The Long and Winding Road]]'' e nuovamente ''Let It Be'', senza rinunciare ad abbandonarsi a ''jam-sessions'', a ''cover'' di vecchi pezzi ''[[rock 'n' roll]]'' degli [[Anni '50]], come ''[[Great Balls of Fire]]'' di [[Jerry Lee Lewis]], e a qualche composizione inedita<ref name="BB2"/>. In queste ''sessions'', Harrison dichiarò che volveva offrire questa canzone a [[Frank Sinatra]]<ref name="BB"/>.
 
=== Registrazione ===
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|traccia successiva = [[While My Guitar Gently Weeps]]
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L'importanza dei [[Beatles]] per la [[Apple Records]] è chiara anche perché venne concesso a [[George Harrison]] di pubblicare la stessa canzone in due versioni su uno stesso album, e di poter aggiungere a questo un disco, noto come ''[[Apple Jam]]'', contenente solo ''jam-sessions'', due concessioni non affatto comuni. Le due ''Isn't It a Pity'' vennero pubblicate il 27 novembre [[1970]] negli [[USA]] e tre giorni dopo in [[Gran Bretagna]]<ref name="BB"/> su ''[[All Things Must Pass]]'', di enorme successo commerciale. La prima, con una durata di 7:08, chiude il lato A dell'album, ed è preceduta da ''[[Wah-Wah (brano musicale)|Wah-Wah]]'', scritta quando, durante le ''[[Let It Be (album The Beatles)#Storia#Le sessioni di registrazione|Get Back sessions]]'', George abbandonò il resto del gruppo<ref group=N>Questo avvenne il 10 gennaio, con [[George Harrison]] stufo dei continui litigi con [[Paul McCartney]]. Questa situazione, documentata dalle macchine da presa per il film ''[[Let It Be - Un giorno con i Beatles|Let It Be]]'', durò fino al 15, quandào il chitarrista solista rientrò nei [[Beatles]], con la promessa che avrebbero cambiato ''___location'' e che si sarebbero impegnati a registrare un album con le nuove canzoni, e non a organizzare un concerto.</ref>; ad aprire la seconda facciata del triplo 33 giri è ''[[What Is Life]]'', composizione originariamente ipotizzata per [[Billy Preston]]. ''Isn't It a Pity (Version Two)'' è invece la penultima traccia del lato D, posta tra ''[[The Art of Dying (brano musicale)|The Art of Dying]]'', che tratta di [[reincarnazione]], e la preghiera ''[[Hear Me Lord]]'', brano conclusivo dell'album senza contare le cinque ''jams'' del terzo LP<ref name="JPGR1"/>. La ''Version One'' apparve sulla raccolta ''[[Let It Roll: Songs by George Harrison]]'' ([[2009]])<ref name="AM">{{cita web|lingua=en|url=http://www.allmusic.com/song/isnt-it-a-pity-mt0010138617|titolo=Isn't It a Pity - George Harrison|editore=''[[AllMusic]]''|accesso=066 agosto 2014|autore=Matthew Greenwald}}</ref>. Inoltre, venne eseguita dal vivo nel ''tour'' giapponese con [[Eric Clapton]] del [[1991]], che avvenne dal primo al diciassette dicembre; ''Isn't It a Pity'' venne inclusa nel doppio album dal vivo ''[[Live in Japan (George Harrison)|Live in Japan]]'' ([[1992]]), posta come settima traccia del secondo CD tra ''Devil's Radio'' e ''[[While My Guitar Gently Weeps]]''<ref name="JPGR2">{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/k9269642.html|titolo=Live in Japan|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>.
 
In molti stati, ''[[What Is Life]]'' apparve come lato B di ''[[My Sweet Lord]]'' <ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.jpgr.co.uk/r5884.html|titolo=George Harrison - My Sweet Lord|editore=''JPGR''|accesso=066 agosto 2014|autore=Graham Calkin}}</ref>, ma negli [[States]] l'SP divenne a doppio lato A, e l'altra ''a-side'' era la prima versione di ''Isn't It a Pity''<ref name="BB"/>; i due pezzi arrivarono quindi assieme alla prima posizione di ''[[The Billboard Hot 100]]''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.allmusic.com/artist/george-harrison-mn0000209142/awards|titolo=George Harrison - Awards|editore=''[[AllMusic]]''|accesso=066 agosto 2014|autore=Bruce Eder}}</ref>. In [[Canada]] questa canzone era l'unico lato A, ed, anche in queste caso, giunse al vertice delle classifiche<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.collectionscanada.gc.ca/rpm/028020-119.01-e.php?brws_s=1&file_num=nlc008388.3733&type=1&interval=24&PHPSESSID=5ppv5gl1nvtb61pjd64e29bap6|titolo=Top Singles - Volume 14, No. 19, December 26 1970|editore=''Library and Archives Canada''|accesso=066 agosto 2014}}</ref>.
 
Il critico musicale Matthew Greenwald di [[AllMusic]] ha affermato che questa canzone ricorda le ballate di [[Bob Dylan]]<ref group=N>[[George Harrison]] era un grande ''fan'' di [[Bob Dylan]]; i due composero insieme ''[[I'd Have You Anytime]]'', anch'essa di ''[[All Things Must Pass]]'', album che conteneva inoltre una ''cover'' di un contemporaneo brano del chitarrista statunitense, ''[[If Not for You]]''. </ref> e la melodia di ''[[Ballat of Sir Frank Crisp (Let It Roll)|Ballat of Sir Frank Crisp]]''. Ugualmente, ha giudicato ''Isn't It a Pity'' come una composizione che lega bene con le tematiche del triplo LP, e che è, nel contempo, commuovente e potente<ref name="AM"/>. Descritta da Hervé Bourhis come delicata<ref name="HB103"/>, il sito [[Sputnikmusic]] ha giudicato la prima versione della traccia come una delle più belle canzoni del chitarrista, lodandone il testo e le parti vocali, e dandole il massimo dei vot; all'altra ha dato due su cinque, affermando che è migliore la prima<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.sputnikmusic.com/review/3402/George-Harrison-All-Things-Must-Pass/|titolo=George Harrison - All Things Must Pass|editore=''[[Sputnikmusic]]''|accesso=077 agosto 2014|autore=robo2448}}</ref>. Gli ascoltatori della AOL Radio, con un sondaggio, hanno considerato ''Isn't It a Pity'' come la loro settima canzone di Harrison preferita, ponendola fra ''[[Dream Away]]'' (da ''[[Gone Troppo]]'', [[1982]]) ed ''[[All Those Years Ago]]'' (da ''[[Somewhere in England]]'', [[1981]]); da ''All Things Must Pass'' figuravano anche ''What Is Life'' alla terza posizione e ''My Sweet Lord'' alla prima<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.aolradioblog.com/2010/04/03/best-george-harrison-songs/|titolo=10 Best George Harrison Songs|editore=''AOL Radio Blog''|accesso=088 agosto 2014|autore=Boonsri Dickinson}}</ref>.
 
== Formazione ==
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=== ''The Concert for George'' ===
 
Nel corso del ''[[Concert for George]]'', un'iniziativa in memoria di [[George Harrison]] datata 29 novembre [[2002]]<ref name="HB158">{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 158}}</ref>, esattamente un anno dopo la sua morte del musicista<ref>{{Cita|Hervé Bourhis|pag. 157}}</ref>, alcuni suoi amici, come [[Paul McCartney]], [[Ringo Starr]], [[Eric Clapton]], [[Billy Preston]] e [[Ravi Shankar]], assieme al figlio [[Dhani Harrison]], si riunirono alla [[Royal Albert Hall]], dove suonarono le canzoni dell'ex-''[[Beatles|beatle]]''<ref name="HB158"/>. ''Isn't It a Pity'' venne interpretata da Preston, e, nell'[[Concert for George (album)|omonimo CD]], la sua ''cover'' è stata posta tra ''[[Handle with Care]]'', interpretata da [[Tom Petty]], Danhi Harrison e [[Jeff Lynne]], e ''[[Photograph (Ringo Starr)|Photograph]]'' di Starr, il quale la co-scrisse con l'amico scomparso<ref name="AM2">{{cita web|lingua=en|url=http://www.allmusic.com/album/concert-for-george-mw0000329292|titolo=Concert for George - Original Soundtrack|editore=''[[AllMusic]]''|accesso=077 agosto 2014|autore=[[Stephen Thomas Erlewine]]}}</ref>. Da ''[[All Things Must Pass]]'' erano presenti anche ''[[Beware of Darkness (brano musicale)|Beware of Darkness]]'' (Eric Clapton), la [[All Things Must Pass (brano musicale)|sua ''title track'']] (Paul McCartney), ''[[My Sweet Lord]]'' (Billy Preston) e ''[[Wah-Wah (brano musicale)|Wah-Wah]]'' (Eric Clapton)<ref name="JPGR1"/><ref name="AM2"/>.
 
=== Altre ===