Programma Vostok: differenze tra le versioni

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Circa allo stesso momento del completamento della ''elettrica analoga'', si iniziò con una fase intensa di test, a cui seguirono le esercitazioni d'atterraggio della capsula Vostok. Al contrario degli Stati Uniti, l'Unione Sovietica poté guadagnare parecchi mesi a causa della forma sferica della capsula: la [[NASA]] doveva ancora analizzare la reazione in volo della capsula impegnata nel [[programma Mercury]] a causa della sua forma conica, mentre era già conosciuta per velivoli sferici che volano e atterrano balisticamente. Contemporaneamente i tecnici sovietici poterono effettuare diverse simulazioni con catapulta per analizzare la sequenza di atterraggio. Infatti tale fase di missione, assieme alla fase di lancio, fu tra le più rischiose di tutto il programma. A gennaio del [[1960]] furono eseguiti più lanci di test del lanciatore Vostok - con una traiettoria da Bajkonur a [[Kamčatka]] - che consentirono di effettuare il rientro balistico della capsula, di collaudarne lo scudo termico e controllarne la procedura di rientro in condizioni reali. Purtroppo non esistono registrazioni esatte in riferimento al numero e all'andamento dei test eseguiti durante quelle settimane.
 
La capsula Vostok superò l'l’''esame di maturità'' il 15 maggio [[1960]], quando fu lanciata una capsula semplificata Vostok priva di equipaggio (una Vostok 1P, ''prostjeschij:'' in italiano: ''semplice'') ufficialmente denominata Korabl 1 (nel mondo occidentale erroneamente chiamato [[Sputnik 4]]) su una traiettoria d'orbita terrestre. Il lancio riuscì alla perfezione ma la capsula non rientrò in atmosfera come previsto. Solo 2 anni e 113 giorni più tardi si spegnerà lentamente bruciando durante il suo rientro ''naturale'' in atmosfera.
 
Al contrario della variante in uso successivamente, la Korabl 1 somigliava piuttosto al satellite artificiale Zenit dotato di due [[pannello fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], però privo di strumenti di sopravvivenza o di sistemi d'atterraggio. Inoltre, si dovettero constatare enormi problemi con il sistema di collegamento via radio, fatto che causò l'insoddisfazione di tutto il personale coinvolto. I tecnici avevano tentato di inviare dei messaggi via radio da terra alla capsula, nonché successivamente farli trasmettere automaticamente dalla capsula verso il centro di controllo a terra. Il 19 maggio fu eseguito il primo test dell'azionamento dei retrorazzi frenanti del tipo TDU, simulando quindi un'ulteriore fase fondamentale, ma ad alto rischio, della missione. A causa del malfunzionamento di un sensore a raggi infrarossi, Korabl 1 si posizionò erroneamente, tanto che non venne attivata la fase di rientro, bensì la navicella spaziale venne portata su una traiettoria d'orbita più alta. Successivamente la capsula e la parte contenente i vari strumenti e sistemi di bordo, si distrusse durante la fase di rientro in atmosfera.
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Seguì la missione Korabl 4, anch'essa a suo modo infelice. Infatti, durante il lancio avvenuto il 22 dicembre uno dei congegni propulsori del lanciatore Vostok non bruciò per tutta la durata prevista. A causa di questa perdita di spinta, la capsula non poté raggiungere la traiettoria d'orbita prevista e, perciò, la missione dovette essere immediatamente interrotta, staccando la capsula dal razzo vettore per farla atterrare nell'est della Siberia. I due cagnolini Domka e Krasonka che si trovavano a bordo della capsula, sopravvissero all'atterraggio d'emergenza, nonostante il violento impatto a terra, ma perirono all'interno della capsula, dato che il recupero della stessa richiese oltre due giorni. A causa del fallimento la missione non venne più denominata Korabl 4, ma Vostok 1KA-s/n 4.
 
L' inconveniente di questo lancio diede fondati motivi di preoccupazione, dato che il primo volo nello spazio di un essere umano doveva a ogni costo concludersi con successo. La morte di un cosmonauta sarebbe automaticamente stata la fine di tutti i successivi programmi spaziali sovietici, pertanto, per minimizzare i rischi, la capsula fu nuovamente modificata, cambiando ufficialmente denominazione: 3KA. Tra i vari interventi fu aumentato lo strato di cemento amianto dello scudo termico, inizialmente con uno spessore di 3 cm, portandolo a un totale di 13 cm. Inoltre venne ridotta la durata della prima missione, prevedendo una sola orbita (cioè un totale di circa 90 minuti) e non più 17 orbite - in pratica a una missione della durata di un giorno intero. Nel frattempo furono gli americani ad annunciare ufficialmente il loro primo volo suborbitale per il 28 aprile [[1961]]. Da tale annuncio fu il partito stesso a premere con assoluta insistenza sulla realizzazione dei progetti prima di tale termine.
 
Per eseguire alcuni test finali, vennero costruiti degli appositi manichini, chiamati ''Space Dummies'', cioè bambole della dimensione e del peso di un uomo, che avrebbero conferito al sistema Vostok il sigillo di ''Space Proof'' (provato/idoneo per lo spazio). Durante il volo di Korabl 4, eseguito il 9 marzo 1961 e che durò circa un'ora e mezzo e che in occidente venne denominato [[Sputnik 9]], tutto procedette come previsto e sia il cane Tschernuska come pure il manichino che si trovava a bordo della capsula usata per questa missione poterono essere recuperati incolumi dopo il loro atterraggio. Al lancio di Korabl 5 eseguito il 25 marzo e conosciuto in occidente come [[Sputnik 10]], assisterono i sei candidati per la prima missione presenti al [[Cosmodromo di Baikonur|cosmodromo]] di [[Bajkonur]]. In questa missione erano a bordo il cane Svjosdotschka e il manichino chiamato "Ivan Ivanovich n. 2". L'atterraggio avvenuto a circa 80 km da [[Ishevsk]] riuscì da manuale.