Andrea Memmo: differenze tra le versioni
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La carriera politica gli creò grossi problemi economici in quanto, all'epoca, imponeva il sostenimento di spese gravose in occasione dell'assunzione di cariche importanti. Ulteriore aggravio gli derivò dalla costituzione delle doti per le due figlie Lucietta e Paolina, andate spose a due nobili veneziani. A tal fine fu costretto a consumare quanto gli restava del pur cospicuo patrimonio. Per costituire la dote della seconda, andata sposa ad un Martinengo, si spogliò della sua ultima proprietà: lo storico palazzo in S. Marcuola.
Insieme ai fratelli [[Bernardo Memmo|Bernardo]] e [[Lorenzo Memmo|Lorenzo]] fu appassionato seguace delle idee nuove, sia in arte che in politica. Sostenne apertamente la riforma teatrale del [[Carlo Goldoni|Goldoni]]
Fu in rapporti di lunga amicizia con [[Giacomo Casanova]]
Intrattenne una relazione con [[Giustiniana Wynne]] della quale rimane un interessante epistolario. Ebbe come precettore il frate francescano [[Carlo Lodoli]] che gli trasmise l'interesse per l'[[architettura]]. I pensieri del maestro furono raccolti in un libro che Memmo pubblicò a Roma, molti anni dopo la morte del Lodoli, avvenuta nel [[1761]]. L'interesse non fu solo culturale in quanto Memmo diresse nel [[1775]] l'intervento che portò al risanamento di una zona acquitrinosa di [[Padova]], creando un contesto architettonico di notevole respiro: il [[Prato della Valle]].
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