Colindres: differenze tra le versioni

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Il comune non ha frazioni e la popolazione si concentra nel capoluogo. L'[[economia]], che tradizionalmente aveva le basi soprattutto nell'[[agricoltura]] e nell'[[allevamento]] del bestiame e nella [[pesca]], oggi dipende essenzialmente dal mare, precisamente dalla pesca marina e da alcune fabbriche di conservazione e salatura del pesce pescato. Esistono anche ancora piccoli cantieri soprattutto per la riparazione di natanti. Altra fonte economica è il [[turismo]], che beneficia della vicinanza a noti e frequentati centri balneari della Cantabria e della facilità di comunicazioni sia con l'interno della Spagna che con le città della costa. L'attività nel settore primario è oggi limitata ad aziende a conduzione familiare spesso anche solo per autoconsumo o poco più.
Le statistiche di ripartizione della popolazione attiva in base al settore d'impiego fotografa bene la situazione economica del paese: la percentuale di persone attive nel settore primario è del 7,5%, nelle costruzioni del 15,9%, nell'industria del 31,2%, nel settore terziario del 45,4%. Va notato che residenti nel comune prestano la loro opera nelle imprese di vicini paesi più industrializzati soprattutto del ''Poligono industrial de Ambrosero'' del confinante comune di [[Bárcena de Cicero]]. Il tasso di occupazione è del 58,8%, superiore a quello medio della Cantabria che è del 52,5% e il tasso di disoccupazione dell' 11,4% inferiore a quello medio della regione che risulta del 14,2%.<br />
L'età media è di 37 anni e la popolazione continua ad aumentare anno per anno dall'inizio del secolo scorso; nel 1900 il numero degli abitanti fu infatti di 1.189, che salì a 2000 nel 1950, a 6577 nel 2000 e nel 2005 è di 7.235.
 
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Non si hanno notizie di questo paese fino al [[medioevo]], quando intorno all'anno 1000 i re asturo-leonesi provvidero a popolare queste zone e i centri abitati si formarono attorno ai monasteri nelle cui terre lavoravano gli abitanti. Colindres si formò attorno al ''Monasterio de San Jorge y San Juan'' che dipendeva ecclesiasticamente dal potente ''Monasterio de Santa Maria de Puerto'' di [[Santoña]], e civilmente da [[Laredo (Spagna)|Laredo]].
 
Nel [[1339]] re [[Enrico II di Castiglia]], indebitato per la guerra col [[Portogallo]], s'impegnò a vendere per 15000 fiorini i municipi di [[Limpias]], [[Balmaseda]] e Colindres al suo gran ciambellano Velasco, ma gli abitanti di Colindres, che non gradivano la signoria dei Velasco, raccolsero fra loro la metà di questa somma che versarono al re per evitare la cessione del loro paese e conseguirono così la loro dipendenza dalla signoria di Biscaglia, il cui titolare era lo stesso re, col risultato che furono esenti dal pagare imposte come lo erano tutti i municipi della Biscaglia ed erano nella condizione di ''realengo'' cioè della dipendenza diretta del governo del re, che la esercitava tramite il ''corregidor'' (governatore), lasciando però il potere strettamente amministrativo al consiglio popolare e all'all’''alcalde'' (sindaco). Questa situazione non cambiò fino al [[1822]] quando in Spagna venne abolito il sistema feudale e Colindres divenne un comune costituzionale nell'ambito del nuovo assetto amministrativo del regno spagnolo.
 
Dal medioevo Colindres fu sempre il passaggio obbligato dei pellegrini del ''[[Camino de Santiago]]'' diretti a quel santuario che oltrepassavano il fiume Ason o col traghetto detto la ''Barca de Treto'' o per il cosiddetto "ponte dei pellegrini". Per facilitare il pellegrinaggio nel [[1544]] il re [[Carlo V d'Asburgo|Carlo I]] fece costruire un ospedale che accoglieva e curava i pellegrini infermi. Dal punto di vista economico a Colindres, nei tempi passati, venivano coltivati alberi da frutto e, nei dintorni delle case, vigneti per vini di buona qualità. Le maggiori produzioni erano di [[agrumi]] che venivano anche esportati in [[Inghilterra]] e nelle [[Fiandre]], mele per la realizzazione della ''sidra'' (cioè il [[sidro]] o vino di mele), pere, fichi, verdura ed ortaggi. Era anche coltivato il grano di bassa qualità detta ''escanda'' (in italiano [[scandella]]) fino all'arrivo del [[mais]] la cui coltivazione prese in parte il posto di quella del grano. La coltivazione della vite scomparve poi per la distruzione dei vigneti provocata dalla [[filossera]]. Nelle paludi si raccoglieva il giunco col quale si confezionavano oggetti di vario tipo e gli abitanti erano chiamati popolarmente ''quelli del giunco''. Oggi questa produzione artigianale si va perdendo. La flotta peschereccia era importante così come l'attività di pesca in mare. Il legno per le costruzioni navali era ricavato dalle piante dei boschi della parte alta del territorio comunale. Esistevano infatti nella ria di Ason gli ''Astilleros de Falgote'', arsenali dai quali uscì la caravella [[Pinta (nave)|Pinta]] e forse anche la [[Santa Maria (nave)|Santa Maria]] utilizzate da [[Cristoforo Colombo]] nella sua spedizione alla [[scoperta dell'America]]. Il re [[Filippo III di Spagna|Filippo III]] con un accordo con la ''Hermandad de las cuatro villas'' di cui faceva parte Colindres li trasformò in arsenale reale. Il lavoro nei cantieri attirò anche operai dai [[Paesi Baschi]] che, quando nella prima metà del [[XVIII secolo]] la cantieristica entrò in crisi, si trovarono senza lavoro ed emigrarono altrove. Anche fra i cittadini di Colindres si registrò una consistente emigrazione verso le Americhe. L'Arsenale Reale operò intensamente dal [[1618]] al [[1722]], costruendo galeoni per l'Armata, fra questi la nave ammiraglia ''La Capitana'' utilizzata nel [[1668]] durante la guerra di secessione spagnola e la nave più grande del tempo di oltre 1300 tonnellate di stazza.