Villa Mocenigo (Marocco): differenze tra le versioni

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Nel [[XVI secolo]] il terreno su cui fu innalzato l'edificio apparteneva ai [[Foscari]], i quali lo vendettero poi ai [[Mocenigo]]. Attorno al [[1560]]-[[1561|61]] il senatore Leonardo Mocenigo commissionò ad [[Andrea Palladio]] il progetto per una villa da costruire sui suoi possedimenti. L'architetto realizzò un disegno piuttosto originale rispetto al tipico schema delle [[ville venete]], che pubblicò poi nel secondo dei ''[[Quattro libri dell'architettura]]''.
 
La costruzione, però, fu alquanto travagliata e si discostò notevolmente dal progetto palladiano che prevedeva, tra l'altro, un corpo centrale tripartito, caratterizzato nel mezzo da un doppio [[loggia]]to culminante con un [[timpano (architettura)|timpano]] triangolare. Da una mappa del [[1631]] risultava costruita solo l'ala di sinistra che «aveva sembiantesembianze piuttosto di fortezza che di casa» ([[Giovanni Battista Gallicciolli|Gallicciolli]]). La fabbrica, infatti, si sviluppava su quattro piani, caratteristica tipica dei palazzi cittadini, ma ingiustificata per una villa di campagna dove lo spazio disponibile permetteva uno sviluppo più orizzontale.
 
Sul finire del [[XVII secolo|Seicento]] le proprietà passarono ai [[Morosini (famiglia)|Morosini]], che diedero la villa in affitto: nel [[1740]] risulta locata a Giovanni Battista Marinoni. Da questo momento l'edificio venne abbandonato a sé stesso e cadde rapidamente in rovina. Il 29 giugno [[1795]] un viandante, che si era rifugiato nella villa per passare la notte, morì a causa di un crollo. Si provvedette, allora, a demolirla.