Bruno von Montluisant: differenze tra le versioni
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Il barone Bruno von Montluisant nacque nel [[1815]] ad Enzersdorf, nella [[Bassa Austria]], figlio dell'ufficiale dell'esercito [[Johann von Montluisant]]. Intenzionato a seguire le orme paterne, Bruno entrò ben presto alla scuola di educazione militare per ragazzi del 49º reggimento di fanteria e venne assegnato quindi al 12º reggimento di fanteria come cadetto. Dopo aver completato la formazione iniziale, il 1º novembre [[1833]] fece il proprio ingresso nel reggimento dei ''Tiroler [[Kaiserjäger]]'' ("cacciatori imperiali del [[Tirolo]]"), dove avrebbe percorso tutta la sua carriera militare, e il 1º novembre [[1834]], all'età di 19 anni, divenne sottotenente. Il 1º settembre [[1845]] fu nominato tenente, grado con cui prese poi parte alla [[prima guerra d'indipendenza italiana]] nel [[1848]].
Durante la campagna del [[1848]] partecipò alla [[battaglia di Pastrengo]] (28-30 aprile), alla [[battaglia di Curtatone]] (29 maggio), all'occupazione di Vicenza del 10 giugno, agli scontri di Sona e Sommacampagna del 23 luglio, alla battaglia di Salionze del 24 luglio ed a quella di [[Battaglia di Custoza (1848)|Custoza]] del 25 luglio. Il 4 agosto prese parte ad uno scontro che si tenne poco a sud di [[Milano]] fra l'esercito austriaco e gli insorti accompagnati dai piemontesi di [[Carlo Alberto di Savoia]], per poi passare agli scontri di Gera e [[Verceia]] del 28 ottobre. Nel corso della campagna del [[1849]] venne coinvolto nella schermaglia di Vercelli del 23 marzo e, conclusasi la guerra, fu promosso capitano dal 1º aprile di quello stesso anno.
Divenuto maggiore il 28 marzo [[1855]], il barone von Montluisant ottenne il comando del 6º battaglione del suo reggimento col quale prese parte alla [[seconda guerra d'indipendenza italiana]] del [[1859]], combattendo nella [[battaglia di Magenta]] del 4 giugno e in quella di [[Battaglia di Solferino|Solferino]] del 24 luglio successivo. Per la sua condotta nel corso della campagna, venne onorato con la croce di III classe dell'[[Ordine della Corona Ferrea]]. Promosso al rango di tenente colonnello dal 7 febbraio [[1860]] e poi a quello di colonnello dal 27 dicembre [[1864]], gli fu assegnato il comando di una [[Demi-brigade|mezza brigata]] incaricata della difesa del Tirolo meridionale nel giugno del [[1866]] contro gli attacchi ancora una volta dei piemontesi che dalla Lombardia avanzavano in [[Trentino]]. Le forze del Tirolo meridionale, al comando del maggiore generale [[Franz Kuhn von Kuhnenfeld]], si scontrarono in questa occasione con le [[camicie rosse]] di [[Giuseppe Garibaldi]].
Infatti, nel corso della [[terza guerra di indipendenza italiana]] l'esercito guidato dall'[[Alberto d'Asburgo-Teschen|arciduca Alberto]], benché vittorioso nella [[battaglia di Custoza (1848)|battaglia di Custoza]] del 24 giugno, era stato costretto a ritirarsi dal [[Veneto]] verso il [[Danubio]] per difendere Vienna dai prussiani che avevano invaso la [[Boemia]] ottenendo un'impressionante vittoria a [[Battaglia di Sadowa|Sadowa]] il 3 luglio 1866. A presidio del Trentino-Alto Adige contro l'avanzata dei garibaldini erano quindi rimaste le forze del maggiore generale Kuhn, che a metà luglio aveva inviato il colonnello von Montluisant contro le avanguardie italiane stabilitesi a [[Cimego]] e guidate da [[Giovanni Nicotera]]. Il 16 luglio von Montluisant e gli altri reparti austriaci ben coordinati da Kuhn affrontarono i volontari di Nicotera nella [[Battaglia di Condino|battaglia di Cimego]] costringendoli a ripiegare su [[Condino]]. Gli austriaci però, timorosi di disperdere le proprie forze, non tentarono di sfruttare lo scontro vittorioso e, soddisfatti di aver rallentato l'avanzata garibaldina, ritornarono sulle proprie posizioni. Da qui il 19 luglio von Montluisant, con 2600 uomini, 4 cannoni e 8 razzi, s'inoltrò nella [[Val di Ledro]] e il 21 luglio si ricongiunse con la mezza brigata del maggiore [[Philipp Grünne]] col quale avanzò verso le posizioni appena conquistate dai volontari italiani del [[Assedio del Forte d'Ampola|Forte d'Ampola]]. Malgrado l'evidente superiorità numerica dei garibaldini, von Montluisant decise di avanzare ed attaccò l'abitato di [[Concei|Locca]], poco a nord di [[Battaglia di Bezzecca|Bezzecca]]. Le truppe del colonnello austriaco riuscirono dopo duri combattimenti a fare 500 prigionieri del 5º reggimento volontari, catturando tra questi anche il colonnello [[Giovanni Chiassi]] mortalmente ferito. Procedendo in direzione di Bezzecca, von Montluisant riuscì a catturare altri 500 prigionieri ma, a quel punto, la controffensiva italiana e la scarsità di munizioni convinsero il barone a ritirarsi con perdite contenute (6 ufficiali morti sul campo oltre a 19 soldati, 7 ufficiali feriti e 75 soldati feriti) mentre gli italiani avevano avuto circa 100 caduti tra cui il colonnello Chiassi, 250 feriti e più di 1100 prigionieri, di cui 2 ufficiali maggiori e altri 17 ufficiali. Dopo le operazioni a Bezzecca, il maggiore generale Kuhn ritirò la maggior parte delle sue forze presso l'[[Adige]] dove si scontrò con le forze del generale [[Giacomo Medici]] ([[Invasione del Trentino (Medici - 1866)#La battaglia di Borgo Valsugana|battaglia di Borgo Valsugana]]).
Al barone von Montluisant, ritiratosi a Vienna, l'esito positivo delle azioni condotte a Cimego e a Bezzecca valse la croce di cavaliere dell'[[Ordine Militare di Maria Teresa]]. Con la cessazione delle ostilità, riassunse poi il comando del suo battaglione e, nel [[1868]], dell'intero reggimento. Il 1º gennaio [[1870]] decise di ritirarsi a vita privata col rango di maggiore generale e morì a [[Graz]] il 20 agosto [[1898]].
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