Monte Agner: differenze tra le versioni

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La cima del Monte Agnèr venne salita nel 1875 da Cesare Tomè con i compagni Gnech e Da Col per quella che oggi è la via comune di salita alla cima.
 
Dopo la prima guerra mondiale venne salita la gigantesca parete nord-est per merito della guida [[Francesco Jori]] coi compagni Arturo Andreoletti ed Alberto Zanutti. Il gruppo portò a termine la salita in due giorni nell'estate del 1921 e senza l'uso di chiodi, un'impresa assolutamente straordinari ma che per la riservatezza dei salitori non ebbe la meritata risonanza. Nel 1930 anche [[Attilio Tissi]] e Giovanni Andrich compirono una scalata sul versante sud-est, via che è rimasta irripetuta e misteriosa fino ai giorni nostri.
Ben più eco ebbe invece la successiva scalata dello spigolo nord da parte di [[Celso Gilberti]] ed [[Oscar Soravito]], che dopo alcuni tentativi da parte di altri alpinisti, lo vinsero in giornata il 19-8-1932. Si tratta della via più lunga delle Dolomiti con un dislivello di circa 1650 m ed uno sviluppo di poco maggiore e tocca il VI grado. Ancora oggi è una via classica molto ambita e ripetuta.
Il 1939 è il turno della lavagna della parete nord-ovest che viene salita da [[Alfonso Vinci]] e Gianelia Bernasconi con una scalata tromentata dall'imperversare del maltempo e che varrà a Vinci la medaglia d'oro al valore atletico.