Programma Vostok: differenze tra le versioni

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L'OKB-1, cioè l'ufficio costruzioni di Korolëv, ottenne nel [[1956]] l'incarico di sviluppare un satellite artificiale in grado di scattare immagini fotografiche per la ricognizione e lo spionaggio, ufficialmente corrente sotto la denominazione di progetto ''Zenit''. Fu programmato che il satellite [[Zenit (satellite)|Zenit]] non trasmettesse direttamente le immagini (a causa dell'allora scarsa possibilità ed enorme difficoltà di trasmissione), bensì che tutte le immagini scattate venissero ritrasportate a terra mediante una piccola capsula per essere successivamente sviluppate e valutate da chi di competenza. Un sistema analogo venne adottato dagli Stati Uniti d'America durante l'uso dei satelliti artificiali di ricognizione ''Keyhole''. Con l'avvio di questo programma, cioè con largo anticipo sul [[programma Sputnik]], fu palese la strumentalizzazione dell'esplorazione spaziale quale ''arma'' diretta (spionaggio) come pure indiretta (propaganda) da impegnare durante la [[guerra fredda]].
 
Tale fatto condizionò l'allora primo ministro [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Chruščëv]] a dare a tutto il programma di esplorazione spaziale l'assoluta priorità, per renderlo utile sia dal punto di vista militare sia tecnico e, in particolare, per garantire a ogni costo risultati positivi il più presto possibile e a ogni condizione. Con ciò, la possibilità di portare l'uomo nello spazio - idea già lanciata parecchi anni prima - divenne sempre più concreta e fattibile, assumentoassumendo sempre più la parte dominante di tutti i progetti collegati ai programmi di volo nello spazio. Nell'estate del 1956 venne dunque ufficialmente dato l'incarico a Korolëv di sviluppare una capsula spaziale da equipaggiare con un uomo, programma che sin dall'inizio venne denominato ''Vostok''. La fase di progettazione più concreta e intensa cominciò per Korolëv e i suoi collaboratori nei primi mesi dell'anno [[1958]]. Circa nello stesso periodo furono comunque gli Stati Uniti d'America ad annunciare con assoluta fierezza che entro pochi mesi sarebbero stati loro la prima nazione a portare un uomo nello spazio e a farlo ritornare sano e salvo a terra.
 
La via per raggiungere tale mèta fu comunque notevolmente più facile per i sovietici che per gli statunitensi, infatti, gli Stati Uniti avevano subito grossi problemi e insuccessi nel corso dell'esecuzione dei loro programmi senza equipaggio; in particolar modo non disponevano di un razzo vettore con sufficiente potenza per garantire un successo per l'ambizioso progetto. Si trattò infatti di dover portare nello spazio una capsula di un certo peso e non solo modesti satelliti artificiali.