Max Huber (designer): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 23:
[[File:Huber-monza.jpg|miniatura|destra|Max Huber, ''manifesto'', 1957<ref>''Epoca 1945-1999. Manifesti in Italia tra vecchio secolo e nuovo Millennio'', a cura di Aldo Colonetti e Andrea Rauch, Siena, Protagon, 1999, pp. 52-53</ref>]]
 
Inizia come incisore, studiando alla [[Kunstgewerbeschule]] di [[Zurigo]], ma subito si indirizza, grazie ai celebri fotografi svizzeri [[Werner Bischof]] e Alfred Willimann verso una cultura visiva di stampo contemporaneo, influenzata dai movimenti d'avanguardia dell'epoca (tra cui il [[futurismo]] russo).
nelNel 1939 viene chiamato a collaborare all’industria grafica Conzett & Huber. Qui incontra [[Max Bill]] e [[Hans Neuburg]].
Nel [[1940]] si stabilisce a [[Milano]], e collabora con la realtà grafica più importante dell'epoca, lo [[studio Boggeri]], studiando contemporaneamente all’[[Accademia di Brera]] e entrando in contatto con designers quali [[Bruno Munari]] e [[Albe Steiner]].
 
Riga 33:
Nel 1950 disegna marchio e logotipo per [[La Rinascente]].
 
Con [[Achille Castiglioni]] e [[Erberto Carboni]] progetta importanti allestimenti, quali [[RAI]], [[ENI]], Montecatini e varie mostre della radio: la sua attività lo porta a distinguersi anche nel campo editoriale e collabora con importanti aziende quali Legler, [[Olivetti]], [[Esselunga]], [[Feltrinelli]].<ref> Per l'attività professionale di Huber si veda: ''Max Huber'', a cura di Stanislaus von Moos, Mara Campana, Giampiero Bosoni, Londra, Phaidon, 2006</ref>.
 
È stato attivo anche nel campo dell'insegnamento, presso l’[[Società Umanitaria|Umanitaria]] di Milano ([[1959]]-[[1962]]), alla Scuola Politecnica di Design (anni Settanta), alla CSIA di [[Lugano]] ed è stato socio dell'[[AGI]], Alliance Graphique Internationale.
 
Huber riceve il prestigioso [[premio Compasso d'Oro]] nel 1954 grazie al progetto [[''Plastica stampata]]'' per l'azienda italiana: [[Stabilimenti Ponte Lambro]].
 
Nel 2006 viene inaugurato a Chiasso il Museo Max Huber, che raccoglie l'eredità del maestro ed è diretto dalla vedova, Aoi Kono.
 
== Opere ==
Riga 59 ⟶ 61:
* Carlo Belloli, ''Max Huber: silenziosa coerenza di un protagonista del concretismo'', Arte Struktura, [[1980]]
* Max Huber, ''Progetti grafici: 1936-1981'', Electa, [[1982]]
* ''Max Huber'', a cura di Stanislaus von Moos, Mara Campana, Giampiero Bosoni, Londra, Phaidon, 2006
 
== Note ==