Sorge l'aurora: differenze tra le versioni
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== Trama ==
[[Mr. Mulliner]], frequentatore del club ''Anglers' Rest'' (Il riposo dei Pescatori), partecipa a una discussione sul ruolo del [[destino]], nato da una citazione [[Shakespeare|scespiriana]] di uno avventori del club<ref>«There's a divinity that shapes our ends, rough-hew them how we will» (Shakespeare, ''Hamlet'', Act 5, Scene 2) tradotta «Vi è una divinità che regola i nostri destini e, magari, non come noi vorremmo» (P. G. Wodehouse, Sorge l'aurora. In: ''Mister Mulliner''; trad. di Alberto Tedeschi, Milano: Bietti, 1933, p. 108. Tutte citazioni in questa voce sono tratte dalla suddetta edizione)</ref>, e racconta agli avventori la storia di suo nipote Lancelot Bassington Mulliner. All'epoca della storia aveva 24 anni, si era laureato a [[Università di Oxford|Oxford]], dove era stato mandato dallo zio Jeremiah Briggs, titolare di una fabbrica di [[sottaceti]], «desideroso che il nipote, completata la sua istruzione, si unisse a lui negli affari»<ref>P. G. Wodehouse, Sorge l'aurora, ''Op. cit.''p. 109</ref>. Lancelot vuole però dedicarsi esclusivamente alla poesia.
Lancelot si innamora a prima vista di Angela, una ragazza che ha visto a [[Cannes]] a bordo di uno [[yacht]]; si mette alla sua ricerca e la trova a Londra, in un night-club. Lei è colpita favorevolmente dall'abilità di Lancelot come ballerino di [[Charleston (ballo)|charleston]], ma risponde a Lancelot che lo sposerebbe solo se lui avesse del danaro sufficiente a impressionare suo padre, Lord Biddlecombe, e a battere la concorrenza di Slingsby Purvis, titolare della "Senape Liquida Purvis", altro aspirante marito.
Lancelot cerca di ottenere il danaro necessario alle nozze dallo zio Jeremiah, componendo una lunga [[lamentazione]] poetica in cui si «tenta di dipingere lo stato d’animo dell'uomo che non ha ancora assaggiato i Sottaceti Briggs»<ref>P. G. Wodehouse, Sorge l'aurora, ''Op. cit.''p. 119</ref>. Il poema non viene però apprezzato dallo zio che fa buttare fuori Lancelot da un domestico. La stessa sorte Lancelot la subisce ad opera di Lord Biddlecombe e di Angela quando costoro apprendono che il poeta non ha un soldo né ha speranza di guadagnarne. Lancelot medita il suicidio; ma viene dissuaso dall'apparizione di Isadore Zinzinheimer, rappresentante della più grande compagnia cinematografica di [[Hollywood]] il quale pensa di sfruttare la straordinaria espressione del viso di Lancelot nei [[film muti]], tale da rendere possibile l'abolizione delle didascalie. Per Lancelot, ormai ricco, «l'aurora è sorta!».
== Edizioni ==
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