PH1350: differenze tra le versioni
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'''PH1350''' (e successivamente '''CEE22''') è il nome di un [[sommergibile]] a [[Motore diesel|propulsione diesel]], in grado di riciclare i propri gas di scarico, sviluppato dal 1980 al 1989 dalla società Maritalia, Meridionale Lavori Marittimi, di [[Gaeta]] (LT), una società del gruppo Micoperi.
Il progetto, elaborato dall'ing. Giunio Santi, fu portato a termine con successo con il record del mondo di immersione a 350 mt realizzato nei mari prospicienti Taranto, con i piloti Lucio Moriconi, Diego Padoan e Robert Dadini
Prima del record, il PH1350 aveva già compiuto più di 100 ore di moto a circuito chiuso nel golfo di Gaeta.
'''Come funziona'''
Il motore diesel utilizza aria e [[gasolio]]. La percentuale di ossigeno nell'aria è circa del 21
Per questi motivi il PH1350 era il mezzo più efficace tra le unità sottomarine perché molto più piccolo dei corrispondenti nucleari (il prototipo misurava 14,90 metri) ed aveva un'autonomia non paragonabile ai sistemi in uso elettrici/diesel.
'''Il problema dell'ossigeno'''
Il vero e principale problema del progetto PH fu la misurazione dell'ossigeno iniettato rispetto a quello residuo contenuto nello scarico. Dapprima con un approccio ad ultrasuoni e successivamente utilizzando sonde misuratrici d'ossigeno a membrana della IL (USA), si arrivò
Tre le indicazioni di ingresso: numero di giri, mediante dinamo tachimetrica, % di O2 mediante sonda Westinghouse (è ora la famosa sonda lambda che equipaggia tutte le vetture),posizione dell'acceleratore (pompa elettrica per gasolio American Bosch), mentre l'uscita regolava con una valvola micrometrica l'erogazione dell'ossigeno.
'''Il Team di Lavoro'''
Il gruppo di ricerca avanzata creato a Gaeta con la Maritalia fu dapprima coordinato dal
Il team si trovò ad inventare letteralmente parti non in commercio, e a modificare le tipologie di impianti per adattarle al lavoro subacqueo, come l'impianto elettrico di bordo realizzato da F. Varriale secondo scelte proprie solo all'avionica (conduttori speciali antifiamma rendevano l'impianto operativo al limite fino a 200 gradi temperatura), nonché ad introdurre nuovi concetti sulla combustione (ad esempio camere di turbolenza realizzate sul cielo dei pistoni da parte di M. Corrente, che aumentarono la resa del motore di diversi cavalli).
'''La conclusione dell'avventura'''
La [[Marina Militare]] italiana, che seguiva da vicino il progetto, pose di fatto il veto alla vendita e all'esportazione del mezzo verso paesi esteri che già avevano dimostrato il proprio interesse
Micoperi, vista la sostanziale incapacità della commercializzazione e preparandosi alla chiusura di molte sedi di società collegate in Italia, decise nel 1989 di chiudere la sede operativa di Gaeta e liquidare le maestranze, che erano riuscite in nove anni a realizzare quello che gli ingegneri tedeschi del periodo nazista abbandonarono come studio.
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