Discussione:Teoria copernicana: differenze tra le versioni
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# Quando un utente con competenze "accademiche" su un argomento si mette ad ampliare a fondo una voce di WP, bisogna avere la massima attenzione al concetto di "ricerca originale". Attenzione, intendo, sia da parte del contributore "esperto" che degli interlocutori. Un'esposizione curata e non superficiale, che ''non può che essere opera creativa'' di uno o più contributori - se no è una banale scopiazzatura, giusto cambiando un po' le parole - è massimamente benvenuta, e non mi sembra inutile sottolinearlo. Allo stesso tempo, quando un "esperto" si mette a contribuire a WP, può succedere che per un primo periodo, preso dall'entusiasmo e dalla consapevolezza delle proprie conoscenze, trascuri un po' la necessità di riferirsi puntualmente alle fonti (anzi, a una molteplicità di fonti). Detto questo, imho qui si tratta semplicemente di discutere pianamente, punto per punto, se ci sono dei paragrafi che sembrano riflettere un'elaborazione personale del contributore che non trova riscontro nelle fonti. Invece, dare un "giudizio sommario" sul contributo complessivo di una persona, senza specificare ''puntualmente'' quali parti sembrano frutto di ricerca originale, a me pare il modo più efficace per far scappare a gambe levate i contributori più esperti nel ramo (ancorché meno esperti delle procedure di WP).
# Finora, per quello che vedo, si è discusso più che altro dell'incipit. Ma l'incipit ha lo scopo fondamentale di ''introdurre'' l'argomento in modo immediatamente comprensibile al maggior numero possibile di lettori. In questo senso, discutere se si debba scrivere "teoria" o "ipotesi" nell'incipit, se la Rivoluzione Copernicana finisca o no nel 1687, o usare termini come "Terra decentrata", a me sembra del tutto fuori luogo. Che cosa vuol dire, per chi non conosce già l'argomento, "ipotesi antica"? (in verità, confesso che questo non lo capisco neanche dopo aver letto la voce...) L'incipit, insomma, non deve essere ''in primo luogo'' "rigoroso ed esaustivo": deve essere ''in primo luogo'' perfettamente comprensibile a chi non ha ancora letto la voce, e contenere solo gli elementi atti a ''collocare in modo adeguato l'argomento in rapporto alle conoscenze che si possono presumere nel lettore''.
# La parte che a me sembra più difforme dalla consueta redazione delle voci di WP è quella su "protagonisti ed eredi". Eppure è quella in cui più abbondano le citazioni, anche testuali. Il fatto è che, per l'appunto, mi sembra che si segua troppo da vicino la discussione di Koestler. Se è così, non è questione di ricerca originale, ma piuttosto di prendere una maggiore distanza (sia stilisticamente che nelle tesi esposte) dalla trattazione di un singolo autore. E anche di non ampliare a dismisura l'ambito della voce
# Al saggio di Koestler, per quanto si ricava, risalgono anche affermazioni come questa: ''«non serve più immaginare le stelle fissate su una sfera solida e finita. Esse possono allontanarsi tra loro, e indietreggiare all'infinito. L'universo può quindi essere infinito»''. Beh, non so se mi è sfuggito qualcosa nel resto della voce, che ho solo scorso velocemente, ma qui si manca proprio il punto essenziale. Il fatto che entro i limiti di precisione delle misure dell'epoca '''''non si osservi un effetto di parallasse''''' nella misura della posizione delle stelle fisse è ''incompatibile'' con la teoria copernicana, ''a meno che'' non si supponga che le stelle fisse siano a una distanza dal sistema solare enormemente maggiore del raggio dell'orbita terrestre (anche se non "infinita"). Qui Koestler sembra trasformare, non so con che fondamento storico (se non quello del ''senno di poi''), in "punto di forza" (la possibilità di un universo infinito) quello che era invece un "punto debole" del modello copernicano, agli occhi dei contemporanei (a parte, beninteso, alcuni filosofi e teologi eterodossi...). Padronissimo di farlo, lui: ma noi non possiamo limitarci a riportare la sua interpretazione, e dobbiamo spiegare che il modello copernicano ''obbliga a'' (non "permette di") supporre le stelle fisse enormemente distanti dalla Terra (il che, tra l'altro, con l'infinitezza dell'universo c'entra solo in una prospettiva filosofica, dato che la distanza di ciascuna stella è comunque finita, per grande che sia).
# Il rapporto fra teoria di Aristarco di Samo e teoria copernicana, invece, è un punto complesso che viene solo accennato: in che misura Copernico si è basato sulla sua conoscenza della teoria di Aristarco? Si veda a questo proposito "La rivoluzione dimenticata" di Lucio Russo (di cui non tutti condividono le tesi, ma che tuttavia non si può omettere del tutto di menzionare).
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