Marcellino Roda: differenze tra le versioni

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Qui dal 1843, dopo la scomparsa del Kurten, Marcellino e Giuseppe si trovarono immersi nel programma generale di ampliamenti e innovazioni del complesso del castello voluto dal sovrano.
 
Le attività principali dei due fratelli venivano svolte nell'area della '''Margaria''', situata nell'angolo nord occidentale del parco, dove i lavori di rinnovamento procedevano già dal 1835. Il complesso agricolo era composto, oltre che dai terreni, da una grande cascina rinnovata in stile gotico-romantico e dotata di abitazioni per le maestranze, una cappella, locali per il riposo della regina (''reposoir''), i magazzini, le stalle, un grande fienile.<ref>{{cita|MiBAC|p. 1}}</ref> Interna alla corte, sul limite del lato nord in asse all'ingresso principale, vi era dal 1839 una fontana monumentale usata anche come abbeveratoio per il bestiame.<ref>{{cita libro|autore=Monica Naretto|curatore=Marco Pretelli|curatore2=Andrea Ugolini|titolo="La fontana monumentale alla Margaria ed il ninfeo del Giardino dei Principini nel parco del castello di Racconigi" in "Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Ediz. italiana e inglese"|editore=Alinea|anno=2011|p=110|ISBN=978-8860556141}}</ref> Adiacenti alla cascina gotica vi erano edifici minori, come il ''"casino del cacio''" destinato alla produzione dei latticini e terminato nel 1849, e sul lato est i giardini. Fra il 1843 ed il 1848 vi venne realizzata la ''"serra gotica per ananas e fiori''" che creava un effetto scenografico di sfondo alla cascina ed alla fontana.<ref>{{cita|MiBAC|p. 1}}</ref> Era dotata di un sistema di riscaldamento ''"Perkins''",<ref>{{cita|Mirella Macera, Monica Naretto|voce ''Roda Marcellino'', p. 119|Cazzato, 2009}}</ref> recente brevetto statunitense.<br />
 
In qualità di capo giardiniere Marcellino, assistito dal fratello, continuò l'ampliamento del parco secondo i progetti del Kurten. Dapprima fu completata la rete di canali che si diramava dal lago centrale. Tra il 1846 ed il 1847 il parco fu ripopolato e furono creati nuovi boschetti. Marcellino ideò i nuovi ''"giardini a fiori e a frutta''" che vennero realizzati fra il 1843 ed il 1846. Quello a fiori era composto da insiemi di aiuole ornamentali disposte artisticamente (''parterres'') alla francese e vialetti di ghiaia. Quello a frutta, ricco di tante varietà di piante, era dotato di strutture in tela (''baches'') per la coltivazione delle primizie e di un pergolato a struttura in legno e vetro collocato sul margine nord del giardino.<ref>{{cita|Mirella Macera, Monica Naretto|voce ''Roda Marcellino'', pp. 119-120|Cazzato, 2009}}</ref> Tra i parterres dei nuovi giardini fu aggiunto nel 1846 un ninfeo circolare circondato da una ringhiera in metallo che veniva usato anche come riserva d'acqua per l'irrigazione dei giardini stessi.<ref>{{cita libro|autore=Monica Naretto|curatore=Marco Pretelli|curatore2=Andrea Ugolini|titolo="La fontana monumentale alla Margaria ed il ninfeo del Giardino dei Principini nel parco del castello di Racconigi" in "Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Ediz. italiana e inglese"|editore=Alinea|anno=2011|p=112-113,116|ISBN=978-8860556141}}</ref>
 
Marcellino e Giuseppe collaboravano con gli architetti e gli artisti incaricati delle nuove opere del complesso del castello in modo propositivo, valutando e proponendo affinché le costruzioni relative al parco risultassero efficienti per gli scopi botanici ai quali erano destinate. Fin dall'inizio applicarono le conoscenze teoriche e pratiche acquisite nei soggiorni all'estero, mostrando la loro predisposizione alla sperimentazione ed alla decorazione. Sperimentavano nuove soluzioni tecnologiche. Come proprio nella serra gotica, che fu il risultato di studi sulle serre e sui loro sistemi di riscaldamento avviati già prima del grand tour in Europa. Essa apriva al parco reale la possibilità di coltivare adeguatamente nuove [[Specie aliena|specie alloctone]]. Sperimentavano un gran numero di nuove coltivazioni e forme decorative.<ref>{{cita|Mirella Macera, Monica Naretto|voce ''Roda Marcellino'', p. 119|Cazzato, 2009}}</ref> La serra ed i giardini a fiori e a frutta videro sbocciare tante nuove specie di fiori rari e frutti esotici, divenendo il vanto del parco e acquistando fama a livello europeo.<ref>{{cita|MiBAC|p. 1}}</ref>