Storia dell'istruzione in Italia: differenze tra le versioni

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==Dalla Restaurazione all'Unità==
Nella prima metà dell'Ottocento, sotto l'ondata della [[Restaurazione]], anche in Italia le innovazioni scolastiche vennero in parte abbandonate o comunque rallentate.
Tuttavia numerosi pedagogisti ed educatori continuarono a lavorare per la crescita di un più moderno sistema scolastico. Ad esempio a Napoli, proseguendo nella stessa direzione già perseguita prima del periodo napoleonico, il marchese [[Basilio Puoti]] aprì nel suo palazzo una libera scuola, di carattere laico e classicista, al fine di educare le giovani menti del regno <ref>[http://www.lanuovabottegadellelefante.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1826&Itemid=37 Sulla figura di Basilio Puoti - Luigi Settembrini - Francesco De Sanctis]</ref>.
 
Nel regno Lombardo-Veneto, sotto la dominazione austriaca, è rilevante il Regolamento normale per le scuole elementari del 1818 che detta le norme di funzionamento di una capillare rete di scuole elementari pubbliche.
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===La legge Coppino (1877)===
{{Vedi anche|Legge Coppino}}
La [[legge Coppino|legge]] [[Michele Coppino|Coppino]] è uno dei punti qualificanti del programma e della politica della [[Sinistra Storica]].
Essa porta la durata delle elementari a 5 anni, e introduce l'[[obbligo scolastico]] nel primo triennio delle elementari stesse.
Definisce le sanzioni per i genitori degli studenti che non adempiono a tale obbligo.