Teogonia (Esiodo): differenze tra le versioni
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* (vv.154-182) Urano, tuttavia, impedisce che i figli da lui generati con Gaia, i dodici Titani, i tre Ciclopi e i tre Centimani, vengano alla luce. La ragione di questo rifiuto risiederebbe secondo alcuni autori<ref>[[Fritz Graf]]. ''Il mito in Grecia''. Bari, Laterza, 2007, p.61; Cassanmagnago ''Op.cit.'' p.929</ref>, nella loro "mostruosità". Ecco che la madre di costoro, Gaia, costruisce dapprima una falce dentata e poi invita i figli a disfarsi del padre che li costringe nel suo ventre. Solo l'ultimo dei Titani, Kronos, risponde all'appello della madre: appena Urano si stende nuovamente su Gaia, Kronos, nascosto<ref>Nella vagina della madre, ''locheòs'', (così legge [[Shawn O'Bryhim]], ''Hesiod and the Cretan Cave'' in "Rheinisches Museum fuer Philologie" 140: 95-96, 1997.)</ref> lo evira;
* (vv.183-187) il sangue versato dal membro evirato di Urano goccia su Gaia producendo altre divinità: le [[Erinni]]<ref>Al singolare, come ''Erinus'', già presente nelle tavolette micenee, cfr. CN, Fpl, 8. Quindi il suo culto è attestabile a Creta fin dal XV secolo a.C. cfr. [[Aldo Magris]]. ''L'idea di destino nel pensiero antico'', p. 16.</ref> (Ἐρινύες: Aletto, Tesifone e Megera<ref>Questi nomi sono tuttavia di origine ellenistica, mentre la loro presenza è ternaria a partire da Euripide; nell<nowiki>'</nowiki> ''Iliade'' il nome è plurale (ad es. XIX, 418) che singolare (ad es. XIX, 87).</ref>), le dee della vendetta<ref>Queste dee rappresentano lo spirito della vendetta nei confronti di chi colpisce i parenti o i membri del proprio clan. Sono anche le divinità che sorvegliano il rispetto degli impegni presi sotto giuramento e che impongono il rispetto del corso "naturale" degli eventi (in quest'ultima accezione cfr. ''Iliade'' XIX, 418 ed Eraclito fr. 94 Diels-Kranz).</ref>, i terribili [[Giganti (mitologia greca)|Giganti]] (Γίγαντες)<ref>Nell<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' (VII, 59) sono una tribù selvaggia che perisce insieme al loro capo Eurimedonte.</ref><ref>In Apollodoro, ''Biblioteca'', I, 6 viene narrata la "Gigantomachia" (γιγαντoμαχια), la lotta tra i Giganti e gli Olimpi vinta da questi ultimi grazie all'intervento di [[Eracle]].</ref> e le Ninfe [[Melie]] (Μελίαι)<ref>Le Ninfe dell'albero di frassino. Anche queste divinità sono strettamente connesse con la guerra essendo il frassino l'albero con cui si costruivano le lance.</ref><ref>Lo scoliaste (187) sostiene che da queste Ninfe viene la prima generazione degli uomini.</ref>;
* (vv.188-210) Kronos getta nel mare il membro di Urano e
* (vv.211-212)da [[Notte (mitologia)|Nyx]] (Nύξ, Notte), nata per partenogenesi da Chaos sorgono, sempre per partenogenesi: [[Moros (mitologia)|Moros]] (Μόρος, il Destino inevitabile); [[Ker (mitologia)|Ker]] (Κήρ, la Morte violenta); [[Thanatos]] (θάνατος, la Morte); [[Ipno|Hypnos]] (Ὕπνος, il Sonno); gli [[Oneiroi]] (Ὄνειροι, la stirpe dei Sogni);
*(vv.213-225) successivamente Nyx genera, sempre per partenogenesi: Momos (Μῶμος, Biasimo); Oizys (Ὀϊζύς, Afflizione); le Esperidi (Ἑσπερίδες) che hanno cura delle mele auree<ref>Lo scoliaste (216) ricorda che da qui Zeus prese la mela consegnata a Paride.</ref> e dei loro alberi posti al di là dell'Oceano<ref>Le Esperidi non sembrano, a differenza delle altre divinità generate da Nyx, conservare dei tratti nefasti, la loro ascendenza la si deve quindi nell'essere state poste a Occidente (cfr. anche v. 275), luogo dove è posto anche Atlante (vv. 517-8), Arrighetti pp. 332-3.</ref>; le [[Moire (mitologia)|Moire]] (Μοῖραι)<ref>Le divinità che consegnano sia il bene che il male ai mortali e perseguono coloro che hanno "peccato"; ai vv. 904-6 sono dette figlie di Themis e di Zeus, il che ha fatto ritenere interpolato il testo cfr. Cassanmagnago, p.930 nota 43.</ref>; le [[Kere]] (Κῆρες)<ref>Qui intese come inviate del Destino; cfr. anche ''Scudo di Eracle'' vv. 249 e sgg.</ref>;[[Nemesi]]s (Nέμεσις, Distribuisce<ref>Intesa come lo "sdegno che castiga la tracotanza umana" Cassanmagnago 931 (44).</ref>); [[Apate]] (Ἀπάτη, Inganno) e [[Philotes]] (Φιλότης, Affetto o Tenerezza<ref>Nel suo significato "doppio" esso conserva il suo aspetto anche negativo, cfr. la nozione di ''multiple approaches'' in C. J. Rowe, ''"Archaic Thought" in Hesiod'', The Journal of Hellenic Studies, 103 (1983): 124–35</ref>); Geras (Γῆρας, Vecchiaia rovinosa); [[Eris (mitologia)|Eris]] (Ἔρις, Discordia);
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