Giulio Perticari: differenze tra le versioni

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Perticari e Stendhal: Immagine di Stendhal
Biografia: Immagine di Andrea Ranzi (figlio naturale)
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Giulio Perticari nacque in una famiglia aristocratica, figlio del conte Andrea e della contessa Anna Cassi, e fratello di Gordiano, Giuseppe e Violante.<ref>M. Borgese, ''Costanza Perticari nei tempi di Vincenzo Monti'', Firenze, Sansoni, 1941, p. 83</ref> Compì i suoi studi dapprima nel Collegio di S. Carlo di [[Fano]], per poi cimentarsi a [[Pesaro]] in studi letterari e umanistici; nel [[1801]] si recò a [[Roma]], dove si laureò in [[giurisprudenza]] all'[[Archiginnasio Romano]]. Qui iniziò il suo periodo di attento osservatore delle questioni politiche italiane del tempo, divenute instabili a causa della frammentazione della penisola italiana in tante realtà sociali e politiche diverse e rimase affascinato dai nuovi venti patriottici e romantici che spiravano dalla borghesia intellettuale [[Progressismo|progressista]].
 
[[File:Andrearanzi.jpg|thumb|upright=0.7|Il figlio naturale [[Andrea Ranzi]]]]
Perticari abbandonò presto la giurisprudenza a beneficio della sua vera passione: la letteratura. Cominciò a comporre versi ed entrò nell'[[Accademia dell'Arcadia]] con il nome di ''Alceo Compitano''. Maria Romano racconta come «l'animo del Perticari era un misto di nobili e di bassi sentimenti, di disinteresse e di avarizia, di ardire e di pusillanimità, di amore per la famiglia e di indifferenza, spiegabile solo con la predisposizione alla stranezza, atavica nella famiglia Perticari».<ref>M. Romano, ''Costanza Monti Perticari'', Bologna, Cappelli, 1903, p. 22</ref> Una cosa è sicura: in mezzo a un carattere debole e a tratti meschino l'amore per la poesia era sincero, se più avanti il generale [[Guglielmo Pepe]] avrebbe riconosciuto a Giulio il merito di averlo fatto innamorare della poesia di [[Dante]].<ref>G. Pepe, ''Memorie scritte da lui medesimo'', Paris, Baudry, 1847, vol. I, p. 385</ref>